Prima di morire in Puglia nel 1384 mentre tentava di conquistare il trono del Regno di Napoli, il duca Luigi I d’Angiò fu dapprima un giovane innamorato e un principe ribelle all’autorità reale e paterna.
Luigi I d’Angiò (1339-1384) era il secondo figlio del secondo re di Francia della dinastia dei Valois, Giovanni II il Buono (1319-1364). Sua madre era la figlia del re Giovanni il Cieco di Boemia, Bona di Lussemburgo (1315-1349). Nacque all’inizio della Guerra dei Cent’anni (1337-1453), che contrappose i re di Francia della dinastia dei Valois ai re d’Inghilterra della dinastia dei Plantageneti.
All’età di 17 anni, combatté nella battaglia di Poitiers (1356) evitando la cattura fuggendo dal campo con suo fratello maggiore, il delfino Carlo (futuro re Carlo V il Saggio), e suo fratello minore Giovanni (futuro duca di Berry); questo mentre il loro padre, re Giovanni II, fu catturato insieme con l’ultimo fratello, quattordicenne Filippo, poi detto “l’Ardito”, futuro duca di Borgogna. Il soprannome “le hardi”, attribuito al fratello minore Philippe, deriva dagli italiani presenti alla battaglia di Poitiers, rimasti colpiti dalla sua temerarietà.
Il re d’Inghilterra, Edoardo III, chiese un riscatto di tre milioni di sterline per liberare il re di Francia. Ma il tesoro francese non disponeva di questa somma. E saranno proprio gli italiani di Milano a trovare parte della soluzione. Il signore di Milano, Galeazzo II Visconti, vuole una moglie francese per suo figlio Gian Galeazzo. Sangue di San Luigi nella famiglia Visconti in cambio di una grossa somma di denaro: così venne pagata parte del riscatto del re Giovanni II.
In seguito al Trattato di Brétigny (1360), il re Giovanni e il suo giovane figlio Filippo furono liberati dagli inglesi e poterono tornare in Francia. Ma poiché il riscatto non era ancora stato pagato per intero, Edoardo III richiese dei nuovi ostaggi. Luigi d’Angiò fu uno di questi.
Luigi, tuttavia, non era molto entusiasta di dover prendere il posto di suo padre a Londra. Soprattutto perché era molto innamorato… La fortunata era Maria di Blois-Chatillon, la figlia di Carlo di Blois, il Beato (sarà beatificato), sfortunato pretendente al trono ducale di Bretagna. La madre di Maria era Giovanna di Penthièvre che rivendica il trono ducale di Bretagna contro la famiglia Montfort. Sono i protagonisti della guerra di successione di Bretagna, chiamata anche la guerra delle Due Giovanne. I Montfort sono sostenuti dagli inglesi e i Blois-Penthièvre sono supportati dai francesi. Fu la guerra in cui iniziò a farsi un nome Bertrand du Guesclin.
Questo rende l’interesse di Luigi per Maria duplice: l’innamoramento e l’interesse politico, visti i diritti della principessa sul trono di Bretagna
Anche i fratelli di Maria sono ostaggi in Inghilterra, quindi oltre ad essere carina, è un buono matrimonio perché ha diritti sul Ducato di Bretagna.
Quindi, sia per la Bretagna che per i suoi bellissimi occhi, Luigi d’Angiò voleva sposare Maria. Solo che c’era un piccolo problema. Luigi era già fidanzato con Costanza d’Aragona, figlia del re Pietro IV d’Aragona il Cerimonioso. Così Luigi sposò in segreto Maria al castello di Saumur dando l’inizio alla nostra piccola storia…
Tutto risolto ? No, i problemi iniziarono allora !
Una volta sposato, Luigi dovette partire per Calais (che apparteneva agli inglesi dall’assedio del 1347). Il suo matrimonio venne quindi reso pubblico. Suo padre, il re Giovanni II, è furioso; il re Pietro IV d’Aragona altrettanto. I consiglieri di re Giovanni dovettero fare enormi sforzi diplomatici affinché i rapporti con il re d’Aragona si calmino. Costanza d’Aragona avrebbe poi sposato il re Federico III di Sicilia.
La differenza tra “essere prigioniero” ed “essere ostaggio” stava nei permessi. Nel 1363 Luigi d’Angiò era ostaggio in Inghilterra da 3 anni, lontano dalla giovane moglie. Chiese il permesso di andare in pellegrinaggio a Boulogne-sur-Mer. Questo era comune per gli ostaggi e spesso consentito. Sbarcò quindi a Calais e giurò di ritornare tre giorni dopo il suo pellegrinaggio. Solo che sua moglie Maria organizzò la sua fuga e dopo tre giorni di pellegrinaggio a Boulogne (o di riunioni appassionate), non fece ritorno a Calais…. Fuggì con Maria. A cavallo, attraverso l’Artois e le Fiandre, arrivarono al confine con l’Impero dove l’imperatore Carlo IV di Lussemburgo era zio di Luigi d’Angiò.
E ancora una volta Luigi creò tensioni diplomatiche con l’Inghilterra che minacciò di riprendere le armi. Soprattutto, Luigi aveva tradito il suo giuramento cavalleresco, e in quel momento era molto grave e una vergogna per la famiglia Valois. Re Giovanni mandò il figlio maggiore, il delfino Carlo, a cercare di ragionare con suo fratello, ma senza alcun risultato; Luigi si rifiutò di tornare in Inghilterra.
Fu allora che suo padre, il re Giovanni II il Buono, decise di tornare a Londra e diventare ostaggio, per purificare l’onore dei Valois e l’oltraggio di suo figlio.
In verità il re aveva in mente anche altri progetti quando decise di tornare a Londra. In primo luogo, voleva cercare di allentare le condizioni del Trattato di Brétigny, che erano molto dure per la Francia. In secondo luogo, dopo una visita ad Avignone per incontrare il nuovo Papa, Urbano V, re Giovanni volle provare a convincere re Edoardo a partecipare a una nuova crociata (i turchi stavano avanzando verso Costantinopoli). Ma appena tornato a Londra, morì (1364).
Il suo figlio maggiore, il delfino Carlo, divenne quindi re di Francia (Carlo V il Saggio). Grazie al suo conestabile Bertrand Du Guesclin e ai suoi fratelli Luigi Duca d’Angiò, Giovanni Duca di Berry e Filippo Duca di Borgogna, riuscì a riconquistare agli inglesi quasi tutto il territorio francese.
Alla morte di Carlo V (1380), Luigi d’Angiò divenne reggente per conto di suo nipote, il re Carlo VI (che sarebbe impazzito completamente). Con i suoi due fratelli e il duca Luigi di Borbone formarono il “governo degli zii”, approfittando molto largamente del tesoro del loro giovane e regale nipote, quando non litigavano.
Luigi d’Angiò divenne anche erede della cugina regina Giovanna I di Napoli che lo adottò. Ereditò così il regno di Napoli e la contea di Provenza. Morì in Puglia a Bisceglie, nel 1384, mentre cercava di prendere il potere in questo nuovo regno.
Non sappiamo molto di più sulla vita della coppia Luigi I d’Angiò e Maria di Blois, a parte il fatto che ebbero almeno tre figli: Maria, morta prima dei suoi genitori all’età di 13 anni, Luigi II Duca d’Angiò , conte di Provenza e re di Napoli, ed infine Carlo duca del Maine e principe di Taranto, che morì all’età di 24 anni senza discendenza.
Sembra che Luigi I d’Angiò non abbia mai avuto un’amante (o non ufficialmente…) e non riconoscesse figli illegittimi, cosa molto rara all’epoca! Rimasta vedova, la moglie Maria dovette affrontare il cognato, il duca di Berry, che cercò di sottrarre la Provenza a suo figlio, il nuovo duca Luigi II d’Angiò.
Per concludere due note sull’arte medievale del periodo :
Giovanni di Berry fu un grande mecenate, conosciuto oggi soprattutto per il suo libro di preghiere “Les Très Riches Heures du duc de Berry” da lui sponsorizzato e una delle cui miniature rappresenta il castello di Saumur.
Luigi I d’Angiò da parte sua commissionò un arazzo, “l’arazzo dell’Apocalisse”, realizzato tra il 1373 e il 1382. Misura più di 100 metri di lunghezza per 4,5 metri di altezza. Originariamente misurava 140 metri di lunghezza. Fu utilizzato come sfondo nella cattedrale di Arles nel 1400 per il matrimonio di Luigi II d’Angiò con Yolanda d’Aragona (nipote di Pietro IV il Cerimonioso). Attualmente è esposto nel castello dei duchi d’Angiò ad Angers.
Fonti :
– DEVIOSSE Jean, Jean Le Bon, 1985, Fayard.
– AUTRAND Françoise, Charles V, 1994, Fayard.
– AUTRAND Françoise, Jean de Berry, 2000, Fayard.
– BARON Françoise, THIEBAUT Dominique, GABORIT-CHOPIN Danielle, Charles V et ses frères, Louvre promenades, Service culturel du musée du Louvre.
– VERRY Elisabeth, L’Europe des Anjou, Aventure des princes angevins du XIIIème au XVème siècle, L’impossible héritage : la deuxième maison d’Anjou et l’Italie, 2001, Somogy Editions d’Art.
– ARLOT Françoise, Dans la tourmente du XIVème siècle. Marie de Blois, comtesse de Provence et reine de Naples, 2006, Province Angevine N°224.