Turenne

Henri de la Tour d’Auvergne, visconte di Turenne (Sedan, 11 settembre 1611-Sasbach, Württenberg, 27 luglio 1675)

Nacque all’interno della famiglia regnante, calvinista, del piccolo Principato di Sedan, allora territorio del Sacro Romano Impero ai confini nord-orientali della Francia. Il padre, suo omonimo, apparteneva a una antica famiglia nobile francese che dalla prima moglie aveva appunto ereditato il Principato di Sedan. Si era poi risposato, questa volta con Elisabetta di Nassau, figlia nientemeno che di Guglielmo il Taciturno, e da tale secondo matrimonio era nato appunto il nostro. Ricevette una rigida educazione calvinista e, malgrado una condizione fisica piuttosto debole, scelse sin dalla giovinezza la carriera delle armi. Suo zio, fratello di sua madre, era il grande Maurizio di Nassau, Stadtholder delle Province Unite, il primo grande riformatore dell’arte militare di fine ‘500/inizio ‘600. Sotto di lui Henri iniziò a militare come soldato semplice all’età di 14 anni. Combattè inizialmente nella Guerra degli Ottant’Anni contro gli Spagnoli e si distinse per la prima volta all’assedio di ‘s-Hertogenbosch nel 1629. Per ragioni politiche scelse quindi di militare sotto le armi di Francia dal 1630 e da Richelieu, malgrado il credo calvinista, fu fatto colonnello di un reggimento di cavalleria. Servì quindi sotto vari comandanti nella fase francese della Guerra dei Trent’Anni. Per il suo valore all’assedio di La Mothe fu fatto Maresciallo di campo e combattè quindi in Lorena e sul Reno. Ottenne un comando subordinato sotto Bernardo di Sassonia-Weimar e suo fu il merito della presa di Breisach nel dicembre 1638. Fu quindi inviato in Italia ove i Francesi combattevano contro gli Spagnoli in Piemonte e si distinse all’assedio di Torino nel 1640 nonché nella campagna del 1641, ove prese Cuneo e Mondovì. Nel 1642 fu in Rossiglione, sempre contro gli Spagnoli e nel 1643 nuovamente in Italia questa volta con il comando supremo e il nuovo grado di Maresciallo di Francia. Nel 1644 fu chiamato nuovamente sul Reno come comandante d’armata ma qui fu raggiunto alla testa dell’altra armata francese dal Gran Condé, il cui astro splendeva in forza della vittoria di Rocroi ottenuta l’anno precedente. Condé, in quanto Principe del Sangue, ebbe il comando supremo ma la collaborazione fra i due fu più che proficua. Nei quattro anni 1644-1648 Condé e Turenne, insieme, si scontrarono con le forze imperiali e bavaresi nella Germania meridionale, combattendo le famose battaglie di Freiburg (3-9 agosto 1644), Mergentheim (2 maggio 1645), Nördlingen (3 agosto 1645) e infine Zusmarshausen (17 maggio 1648), sovente considerata l’ultima grande battaglia della grande guerra. Condé sovente lasciò il comando supremo a Turenne e questi non lo fece rimpiangere. Non vinsero sempre le battaglie ma alla fine vinsero la guerra. Conclusa la pace di Westphalia per la Francia tuttavia non vi fu pace perché l’opposizione nobiliare alla reggenza del Cardinale Mazzarino portò alle guerre della Fronda, con la Spagna che ne approfittò sostenendo i ribelli contro la corona. Turenne inizialmente fu con Condé dalla parte dei principi con l’appoggio spagnolo, e in questa veste subì la sua peggiore sconfitta, a Rethel per opera del Choiseul il 15 dicembre 1650, ma nel 1651 si riconciliò con la reggenza: egli comandò quindi le armate reali, Condè quelle ribelli con il supporto degli Spagnoli. Nel 1652 ebbe luogo il primo scontro diretto con l’ormai rivale al Faubourg Saint-Antoine di Parigi, conclusosi con la ritirata delle forze ribelli. I frondisti si sottomisero in quell’anno ma non Condé, che continuò la guerra con l’appoggio spagnolo. Questa volta si combattè soprattutto nel nord e Turenne fu il leader incontrastato delle forze francesi con la totale fiducia del nuovo re, Luigi XIV, ormai maggiorenne. Fu una guerra estremamente dura, ove i tercios ottennero la loro ultima vittoria, a Valenciennes il 16 luglio 1656, ma che alla fine Turenne condusse a vittoriosa conclusione con la grandissima vittoria ottenuta nella celebre battaglia delle Dune (Downs), presso Dunkerque, il 14 giugno 1658. Tale battaglia, che avrebbe portato l’anno successivo alla Pace dei Pirenei, segnò il definitivo passaggio dal predominio militare spagnolo a quello francese, che si sarebbe mantenuto per il successivo mezzo secolo. Turenne vide negli anni immediatamente successivi l’unico breve riposo dalle fatiche militari della sua vita. Trovò il tempo di sposarsi e insieme alla moglie di convertirsi al cattolicesimo. Nel primo assaggio degli appetiti espansionistici del Re Sole, la Guerra di Devoluzione (1667-1668), guidò la passeggiata militare nei Paesi Bassi spagnoli. Ma tale periodo non durò a lungo.

Nel 1672 Luigi XIV, ottenuta l’alleanza inglese, decise di aggredire la Repubblica delle Province Unite, ormai diventate un minaccioso rivale per la Francia sui mari e in terra quali garanti dell’integrità dei Paesi Bassi spagnoli. La Guerra d’Olanda (1672-1678) fu probabilmente la prima guerra veramente mondiale, che coinvolse praticamente allo stesso tempo tutti gli stati europei. Turenne e Condé, quest’ultimo ormai riconciliato con la corona, furono alla testa delle armate francesi, ora mirabilmente organizzate ed equipaggiate dal grande ministro Louvois. Insieme il re e i due generali attraversarono il Reno a Tolhuis, 12 giugno 1672, poi Turenne, entrato nelle Province Unite con il re, prese Nimega e arrivò alle porte di Amsterdam, ove dovette fermarsi e retrocedere poiché gli Olandesi aprirono le dighe, allagando la pianura. Ma ora la repubblica ricevette l’alleanza dell’Impero, della Spagna, del Brandeburgo e della Danimarca, mentre alla Francia si unì la Svezia e la guerra divenne complessa. Turenne nel 1673 ebbe l’incarico di fronteggiare gli Imperiali in Renania: ebbe la meglio sull’Elettore di Brandeburgo, ma non sul grande Raimondo Montecuccoli, in cui trovò un opponente di pari valore. La guerra si trasformò in guerra d’attrito, senza che nessuno dei due contendenti riuscisse seriamente a sfondare le linee altrui. Tornato Montecuccoli a Vienna il 16 giugno 1674 Turenne vinse gli Imperiali sotto Caprara a Sinzheim e occupò il Palatinato, sottoponendolo a terribili contribuzioni e devastazioni. Dopo l’inconcludente battaglia di Einzheim il 6 ottobre 1674 nel mezzo dell’inverno aggirò il nemico con una marcia forzata attraverso i Vosgi coperti di neve e il 5 gennaio 1675 attaccò e annientò l’esercito imperiale di Bournoinville a Turkheim. A questo punto l’imperatore Leopoldo richiamò Montecuccoli e i due grandi generali si confrontarono direttamente con marce e contromarce cercando ognuno dei due di indurre l’altro a battaglia in condizioni di vantaggio: si disse che “giocarono a scacchi”. Sembrò a un certo punto che Turenne avesse avuto la meglio quando Montecuccoli fu costretto a battaglia a Sasbach, il 27 luglio 1675. Ma il destino intervenne pesantemente: la battaglia stava appena iniziando quando una salva dell’artiglieria imperiale raggiunse gli ufficiali francesi a rapporto, uccidendo Turenne sul colpo.

La sua morte fece grande impressione. Montecuccoli, pur elogiandolo, tentò di approfittarne e Luigi XIV fu costretto ad inviare in Alsazia Condé. Turenne rimase nella leggenda e fu sepolto inizialmente a Saint Denis assieme ai re di Francia. Fu Napoleone, che lo idolatrava, a volerlo traslato agli Invalidi, ove tuttora riposa. Turenne non inventò niente nell’arte militare ma iniziò a combattere con i tercios e finì con le fanterie armate quasi esclusivamente di moschetto, forse con le prime baionette. Si dimostrò, cosa difficile generalmente a realizzarsi, tanto un grande tattico quanto un grande stratega. Insieme a Condé rese le armi francesi le più temute d’Europa.

Per approfondire:

Léo Armagnac, Histoire de Turenne, maréchal de France, Tours, 1888

Jean Bérenger, Turenne, Parigi, 1987

John A. Lynn, The Wars of Louis XIV 1667-1714, Harlow, 1999

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