“Quattro figlie ebbe, e ciascuna reina,
Raimondo Beringhieri, e ciò li fece
Romeo, persona umile e peregrina” Paradiso, Canto VI, 133-135
Mecenate, e trovatore, Raimondo Beringhieri (al secolo Raimondo Berengario IV, conte di Provenza 1198-1245) era vissuto in tempi difficili. Le sue terre, costituenti la parte orientale della Linguadoca, costituivano lo stato feudale più importante della Francia meridionale ed erano riuscite ad evitare i massacri e le distruzioni della Crociata albigese, ma era indubbio ne avessero sentito l’effetto. Una civiltà, un modo di vivere, prospero, colto, raffinato, tollerante, rischiava di essere estirpato dai rudi cavalieri provenienti dalla Francia del nord, dietro i quali si ergeva non tanto nascosta la mano della monarchia capetingia di Parigi.
Raimondo Berengario non aveva figli maschi; la moglie Beatrice di Savoia gli aveva dato quattro figlie, Margherita (n.1221), Eleonora (n.1223), Sancha (n.1228) e Beatrice (n.1234): furono tutte e quattro descritte come incantevoli e bellissime e grazie agli uffici del Romeo di cui sopra (al secolo Romieu de Villeneuve, Gran Siniscalco di Provenza) tutte fecero degli ottimi matrimoni.
La maggiore Margherita, nel 1234 era andata sposa proprio al re di Francia, il futuro santo Luigi IX, con l’intento non tanto nascosto di inglobare un domani la Provenza alla Francia. Questo matrimonio fece sì che Enrico III, re d’Inghilterra, che in quanto duca d’Aquitania manteneva enormi interessi nel territorio francese, cercasse di avvicinarsi anch’esso a Raimondo Berengario, cosa che fece chiedendone, e ottenendone, in sposa la seconda figlia Eleonora, il matrimonio venendo celebrato a Canterbury il 13 gennaio 1236. Nel 1238 Raimondo Berengario fece testamento a Sisteron, lasciando la Provenza alla figlia più piccola, Beatrice, ancora non promessa ad alcuno, mentre per la terza figlia, Sancha, erano in corso trattative matrimoniali con il delfino di Vienne. Cosa abbia spinto Raimondo Berengario a questa scelta non si sa: pare certa la volontà del conte di preservare l’indipendenza della Provenza ma non si capisce come mai la prescelta non sia stata Sancha. Forse ostilità dei provenzali nei confronti dei vicini di Vienne ? Non si sa e comunque Sancha ruppe il fidanzamento con il delfino e finì con lo sposare, a Westminster il 23 novembre 1243, Riccardo, conte di Cornovaglia, fratello minore di suo cognato Enrico III d’Inghilterra. Fu un matrimonio celebrato con una stravaganza inconsueta anche per quei tempi, che dovette essere finanziato con un’imposta specifica imposta sugli Ebrei d’Inghilterra.
Alla fine Raimondo Berengario IV se ne andò da questa terra il 19 agosto 1245 nei pressi di Aix-en-Provence, universalmente compianto, e la undicenne Beatrice divenne contessa di Provenza e di Forcalquier e, implicitamente, la mano probabilmente più ambita d’Europa. Mediarono ancora il bravo Romeo e la contessa vedova, Beatrice di Savoia, e alla fine il marito fu individuato in colui che Dante avrebbe poi caratterizzato con il prominente naso, Carlo, conte d’Angiò, fratello minore di S.Luigi. Ma il matrimonio fu concordato ad una condizione: che la Provenza sarebbe rimasta indipendente e che sarebbe andata ai figli di Carlo e di Beatrice. Beatrice e Carlo si sposarono ad Aix-en-Provence il 31 gennaio 1246.
Due regine quindi e due contesse, a questo punto. Ma fu la storia a mettere delle corone anche sul capo di Sancha e di Beatrice.
Si iniziò con Sancha. Durante il Grande Interregno il marito Riccardo di Cornovaglia fu scelto da alcuni dei grandi elettori tedeschi come re dei Romani e di Germania, in concorrenza con Alfonso X di Castiglia, e lasciò l’Inghilterra per assumere la corona. Fu incoronato re di Germania a Colonia insieme con Sancha il 17 maggio 1257 ma fu sempre riconosciuto solo parzialmente; il pontefice Alessandro IV non seppe decidere chi accettare come imperatore, se Riccardo o Alfonso, cosicchè Riccardo e Sancha se ne tornarono in Inghilterra già nel 1259, complice anche la deteriorata situazione dell’isola ove era in pieno svolgimento la grande rivolta baronale. Con l’altisonante titolo di regina dei Romani, ma in pratica come contessa di Cornovaglia, Sancha fu la prima delle quattro sorelle a passare a miglior vita, il 9 novembre 1261; fu sepolta nell’abbazia, oggi ridotta a ruderi, di Hailes nel Gloucestershire.
Venne poi Beatrice, e qui entrò in gioco pure la nostra penisola. Carlo fu personaggio dispotico e probabilmente non lasciò grande spazio alla moglie. In Provenza si impose duramente alla feudalità locale costituendo uno stato feudale estremamente accentrato che si estese pure oltre le Alpi, nel Piemonte meridionale. Nel 1250 Beatrice seguì il marito nella crociata in Egitto che ebbe il suo triste epilogo nella battaglia di Mansurah e nella cattura di S.Luigi. Infine nel 1265 si ebbe la famosa spedizione di Carlo contro gli Hohenstaufen in Italia; al seguito di Carlo venne a Roma, ove con lui fu incoronata regina di Sicilia il 6 gennaio 1266. Come è noto Carlo si impadronì del trono sconfiggendo Manfredi e a Napoli stabilì la propria capitale. Beatrice non portò la corona a lungo perchè morì a Nocera il 23 settembre 1267 venendo sepolta a Napoli in duomo; nel 1277 le sue spoglie furono traslate a Aix-en-Provence. Seppur angioina la Provenza rimase indipendente dalla Francia venendovi annessa solo nel 1481.
Restavano le due sorelle maggiori, Margherita ed Eleonora, regine di Francia ed Inghilterra. Margherita come regina di Francia diede luogo a giudizi spesso negativi, venendo talvolta dipinta come una donna intrigante da cui il marito, pio ma determinato, dovette guardarsi. Tentò inizialmente di portare a corte molti provenzali ma il marito la frustrò in tale tentativo. Guadagnò parecchi punti durante la crociata quando rimase a Damietta mentre il marito era prigioniero ma tornata in Francia tornò a intrigare, ottenendo successo tuttavia solo nella gestione dei rapporti con l’Inghilterra. Morì ormai anziana a Parigi, il 30 dicembre 1295, regnante il nipote Filippo il Bello e fu sepolta a Saint-Denis.
Controversa fu pure Eleonora, considerata santa senza esserlo mai stata proclamata. Sposata ad un uomo debole e facilmente influenzabile portò anch’ella a corte molti sostenitori, in questo caso però non solo provenzali bensì spesso savoiardi, appartenenti alla famiglia della madre. Costoro che furono largamente provvisti di benefici da Enrico III generarono un profondo risentimento contro la regina nella nobiltà inglese e anche in parte nella popolazione. Quando scoppiò la grande guerra dei baroni nel 1263 Eleonora fu attiva a raccogliere truppe in Francia per sostenere il marito e il figlio Edoardo e pagò questa attività anche con una violenta aggressione alla sua persona da parte dei cittadini di Londra che per poco non le costò la vita. Vedova nel 1272 si ritirò in seguito nell’abbazia benedettina di Amesbury ove morì il 25 giugno 1291 e ove fu sepolta. Lei che da regina si era distinta, ed era stata criticata, per il lusso e la dispendiosità delle proprie abitudini finì in odore di santità e come tale fu venerata all’interno dell’ordine benedettino.
Per approfondire:
Nancy Goldstone, Four Queens:The Provençal sisters who ruled Europe, Londra, 2009
Thierry Pécout, Raymond Bérenger V: l’invention de la Provence, Parigi, 2004