La Casa di Oldenburg trae il proprio nome dalla città omonima nel Land tedesco della Bassa Sassonia ed è una delle più importanti dinastie europee tuttora regnante in Norvegia e Danimarca e presumibilmente in futuro su quello di Gran Bretagna. In passato questa nobile casata ha regnato in Svezia, in Russia e in Grecia oltre che nel territorio d’origine, l’Oldenburg appunto.
L’origine della casata è avvolta nelle nebbie della storia. Intorno al 1050 un certo conte Huno fondò il monastero di Rastede nella bassa Sassonia, nelle terre scarsamente popolate e al tempo acquitrinose tra Brema e il Mare del Nord. A Huno, morto nel 1059, forse successe il cognato, un certo Elimaro, menzionato nel 1091 come Avvocato (Vogt) di Rastede e in relazione al quale nel 1108 si ha la prima menzione di Oldenburg, centro nel quale si erano avuti degli stabilimenti umani sin dall’VIII secolo. Elimaro è riconosciuto come il capostipite della dinastia ma delle sue origini non si sa nulla. I successori di Elimaro si imposero a poco a poco come i più importanti signori feudali laici della zona, sovente in conflitto con gli Arcivescovi di Brema. Il territorio della Bassa Sassonia adiacente al Mare del Nord fu colonizzato a partire dall’XI secolo da contadini provenienti soprattutto dai Paesi Bassi e dalla Frisia cui all’inizio i conti e gli arcivescovi concessero numerosi privilegi salvo poi tentare di revocarli una volta che la colonizzazione ebbe successo e i territori si dimostrarono in grado di offrire rendite significative. Questo portò ad un lungo periodo di lotte che si protrasse per più secoli a partire dal 1200 circa tra i conti e gli arcivescovi da una parte e i loro sudditi dall’altra. Tali lotte arrivarono anche ad assumere caratteristiche di crociata nella prima metà del ‘200. Sotto il profilo dinastico i conti seguirono l’uso tedesco di dividere i territori tra i figli maschi cosicché in breve tempo la contea si divise in tre parti principali, Oldenburg propriamente detta, Delmenhorst e Wildeshausen.
Intorno al 1350 i conti, nella persona di Corrado I, iniziarono a stringere legami matrimoniali con i conti di Holstein, potentissimi signori feudali della Germania settentrionale, che a loro volta vantavano solidi legami dinastici con il vicino Regno di Danimarca e con il Ducato di Schleswig, che del regno danese costituiva l’appendice meridionale. La Danimarca a sua volta, dal 1397, era legata nell’Unione di Kalmar agli altri due regni scandinavi, Svezia e Norvegia. Nel 1448 il sovrano danese Cristoforo III (1440-1448) venne a morte senza eredi diretti e la nobiltà danese elesse al suo posto il conte Cristiano di Oldenburg, il cui padre Dietrich si era già impadronito tramite eredità di Schleswig e Holstein. Cristiano lasciò le terre avite di Oldenburg e Delmenhorst ai fratelli minori e regnò in Danimarca con il nome di Cristiano I (1448-1481). Sotto di lui iniziarono i conflitti inter-scandinavi che portarono in 70 anni alla dissoluzione dell’Unione di Kalmar ma in ogni caso insieme ai suoi successori fu in grado di mantenere legata alla Danimarca la Norvegia. In ogni caso i discendenti diretti di Cristiano I si mantennero sul trono di Copenaghen sino al 1863. Essi videro l’introduzione nel paese della Riforma con re Federico I (1523-1533) e della monarchia assoluta con re Federico III (1648-1670). Videro altresì numerosi conflitti militari che nel corso dei secoli ridussero il paese ad un ruolo di potenza di secondo ordine: giova ricordare la partecipazione alla Guerra dei Trent’Anni sotto Cristiano IV (1588-1648), alla Grande Guerra Nordica sotto Federico IV (1699-1730) e alle guerre napoleoniche che, sotto Federico VI (1808-1839), costarono al paese la perdita della Norvegia. I territori di Oldenburg rimasero sotto i propri conti sino a quando, essendosi estinta la loro linea, nel 1667 tornarono ai re di Danimarca rappresentanti la linea principale della casata.
Ma anche nel ramo principale le vicende dinastiche portarono a interessanti sviluppi. I sovrani danesi dominavano pure sullo Schleswig e sullo Holstein (il primo parte della Danimarca, il secondo della Germania) che a partire dalla seconda metà del ‘400 iniziarono ad essere denominati congiuntamente Ducato di Scheswig-Holstein e per i quali era previsto fossero governati unitamente alla Danimarca. Re Cristiano III (1533-1559) violò questa regola nel 1544 quando concesse un terzo del ducato al fratello Adolfo che si intitolò duca di Holstein-Gottorp dal nome del castello, sito nella città di Schleswig, che fu la sua residenza. Il successore di Cristiano tentò di fare lo stesso con il proprio fratello Giovanni ma gli Stati del regno non accettarono la sua decisione e solo permisero che a Giovanni fosse attribuito il titolo di duca (di Schleswig-Holstein-Sonderburg in questo caso, anche qui Sonderburg essendo la residenza) e le relative rendite ma senza potere effettivo di governo. La situazione che ne derivò fu la seguente: i successori di questo Giovanni si divisero in linee e sottolinee dotate di rendite economiche ma non di potere effettivo, che restò al sovrano, mentre i duchi di Holstein-Gottorp fecero del loro terzo uno stato a tutti gli effetti indipendente che arrivò a legarsi strettamente alla Svezia, nemico mortale della Danimarca, al fine di garantire la propria sovranità.
Nel ‘700 i duchi di Holstein-Gottorp assursero a grande notorietà. Legati alla Svezia durante la Grande Guerra Nordica videro il proprio ducato occupato dai vittoriosi danesi. Il duca Carlo Federico tuttavia trovò rifugio a San Pietroburgo ove sposò la principessa Anna, figlia dello zar Pietro il Grande. Suo zio, Cristiano Augusto, andò a vivere in Svezia, e il figlio di lui, Adolfo Federico, fu eletto nel 1751 re di Svezia. I discendenti di Adolfo Federico avrebbero regnato in Svezia sino al 1818 quando il re Carlo XIII (1809-1818) adottò come erede il generale francese Jean-Baptiste Bernadotte che ascese al trono inaugurando la dinastia che regna tutt’oggi a Stoccolma. Il membro più importante di questo ramo svedese fu il re Gustavo III (1771-1792) il cui regicidio ispirò l’opera “Un ballo in maschera” di Giuseppe Verdi. Carlo Federico, invece, fu padre del famoso Carlo Pietro Ulrico che nel 1762 divenne lo zar Pietro III all’estinzione dei Romanov. Questi, forse più affezionato alle sue terre di Holstein che alla Russia, tentò senza successo di recuperare ma fu in breve deposto e ucciso ad opera della moglie, Sofia Augusta di Anhalt-Zerbst che divenne a sua volta la grande zarina Caterina II. Caterina aveva avuto nel 1754 un figlio Paolo sulla paternità del quale gli storici avanzarono, e avanzano, numerosi dubbi. In ogni caso Paolo fu legalmente riconosciuto come figlio di Pietro III, assunse il cognome degli estinti Romanov, e fu il capostipite della dinastia che regnò in Russia sino ai tragici eventi del 1917/18. Nel 1773 Paolo, o meglio Caterina, aveva imposto alla Danimarca il trattato di Tsarkoye Selo ove rinunciava alla pretese sull’Holstein-Gottorp ottenendo in cambio le due vecchie contee di Oldenburg e Delmenhorst, che vennero cedute ad un cugino di Paolo con il nuovo titolo di duca di Oldenburg all’interno del Sacro Romano Impero. Questi territori da allora in poi fecero vita propria, sopravvissero alla bufera napoleonica e nel 1818 divennero il Granducato di Oldenburg, stato membro prima della Confederazione Tedesca e poi del II Reich sino alla caduta delle monarchie germaniche nel 1918. La linea dei granduchi di Oldenburg è tuttora esistente e il suo capo è il duca Cristiano, nato nel 1955.
Ma fu ancora dalla Danimarca che vennero i successi dinastici che nell’età contemporanea imposero la casata tra i vertici delle dinastie europee. Abbiamo visto come nel ‘500 al duca Giovanni di Schleswig-Holstein-Sonderburg venisse negato un reale potere politico. I discendenti di questo Giovanni si divisero in varie linee dinastiche prive di potere i cui membri maschi di distinsero sovente negli eserciti di mezza Europa mentre le femmine arricchirono la sterminata offerta di principesse della nobiltà tedesca. Tutto ciò cambiò verso la metà dell’800 quando il re di Danimarca Federico VII (1848-1863) rimase senza eredi legittimi. Complicati ragionamenti dinastici ma soprattutto l’accordo delle grandi potenze portarono nel 1852 a scegliere come erede presuntivo al trono danese il duca Cristiano di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg, che pur non essendo il più anziano discendente agnatico era stato educato e cresciuto in Danimarca a differenza di molti altri membri della dinastia che si erano germanizzati ed erano legati alle tendenze filo-tedesche presenti nello Schleswig-Holstein. Cristiano divenne infine re con il nome di Cristiano IX (1863-1906) nel 1863, inaugurò il proprio regno con la breve ma sanguinosa guerra con la Prussia nel 1864 che staccò lo Schleswig-Holstein dalla Danimarca ma per il seguito regnò in pace. Da lui si successero in linea tutti i successivi sovrani danesi sino all’attuale regina Margherita II, regnante dal 1972. Ma non solo. Nello stesso anno 1863 il diciassettenne figlio terzogenito di Cristiano fu richiesto come sovrano dall’Assemblea Nazionale Greca, avendo il paese appena deposto il suo primo sovrano, il bavarese Ottone. Egli accettò diventando così re Giorgio I di Grecia (1863-1913) ed ebbe un lungo regno conclusosi tragicamente con il suo assassinio ad opera di uno squilibrato a Salonicco. I discendenti di Giorgio regnarono in Grecia sino alla fuga di re Costantino II costrettovi dal regime dei colonnelli nel 1967 e alla abolizione formale della monarchia a seguito del referendum istituzionale del 1975. La storia della monarchia greca è stata oltremodo tormentata tra abdicazioni forzate, deposizioni, una prima esperienza repubblicana e occupazioni militari straniere, ma la famiglia è anche qui viva ed in buona salute. È noto come in un ramo collaterale della famiglia reale greca sia nato, nel 1921, l’attuale duca Filippo di Edimburgo il quale tuttavia nel 1947, prima di sposare Elisabetta, rinunciò ai propri titoli dinastici per assumere il cognome inglese di Mountbatten. Con i suoi discendenti gli Oldenburg è legittimo supporre saliranno al trono di Gran Bretagna anche se i vecchi nomi dinastici tedeschi, danesi e greci da quelle parti sono stati definitivamente riposti nel cassetto.
Ultimo tra i troni ad accogliere gli Oldenburg è la Norvegia. Qui un tentativo si era avuto già nel 1815 quando il paese, deciso a separarsi dalla Danimarca, aveva offerto il trono all’erede al trono danese, il futuro re Cristiano VIII (1839-1848) ma si era risolto dopo un breve conflitto militare con l’unione del paese alla Svezia. Sarà nel 1905, in un clima politico profondamente mutato, che la Norvegia chiederà nuovamente l’indipendenza dalla Svezia, questa volta con successo. E anche in questo caso si guardò a Copenaghen per trovare un re che fu trovato nel principe Carlo di Danimarca, nipote di Cristiano IX e figlio del futuro sovrano danese Federico VIII (1906-1912). Carlo assunse il nome da sovrano di Haakon VII (1905-1957), recuperando un nome diffuso tra i sovrani norvegesi del Medio Evo e inaugurò la dinastia che con re Harald V siede attualmente sul trono di Oslo.
La discendenza della Casa di Oldenburg è oltremodo ramificata e complicata ma credo che il rappresentante maschile senior della casata sia oggi il conte Ingolf di Rosenborg (nato nel 1940) nato principe di Danimarca, che ha tuttavia rinunciato al suo status di reale e ai suoi diritti al trono nel 1968
Per approfondire:
Hartmut Platte, Das Haus Oldenburg, Werl, 2006
Gerd Steinwascher, Die Oldenburger. Die Geschichte einer Europäischen Dynastie, Stoccarda, 2011