1. LE ORIGINI E I PRIMI PASSI NEL MONDO DELL’INSEGNAMENTO
Michelangelo Schipa nasce a Lecce il 4 Ottobre 1854.
Dopo gli studi nel locale liceo, grazie a una borsa di studi, s’iscrive alla facoltà di lettere dell’Università di Napoli. Qui entra in contatto con Giuseppe De Blasiis (1832-1914) e Bartolomeo Capasso (1815-1900), tra i fondatori nel 1875 della “Società napoletana di storia patria”, che lo avrebbero presto inserito nell’ambiente e dove sotto la rivista “Archivio storico per le province napoletane” pubblica successivamente diversi lavori.
Dopo la laurea nel 1877, comincia ad insegnare a Napoli, per poi spostarsi a Salerno, dove pubblica i primi saggi sull’Alto Medioevo “Alfano I Arcivescovo di Salerno, studio storico letterario” (1880) e “La cronaca amalfitana” (1881), proseguire a Maddaloni, per poi tornare nuovamente a Napoli nel 1888, dove l’anno prima aveva pubblicato “Storia del principato Longobardo di Salerno”, premiato dall’Accademia dei Lincei. Dal 1889 diventa inoltre insegnante di storia nel prestigioso Collegio militare della Nunziatella. Nel 1890 consegue la libera docenza in storia moderna. Sono di questo periodo i saggi “Carlo Martello angioino”; “Il Ducato di Napoli” e “Le Italie del Medio Evo. Per la storia del Nome d’Italia”.
2. LA CARRIERA ACCADEMICA E I RAPPORTI CON BENEDETTO CROCE
Grazie alla comune partecipazione alla Società napoletana di storia patria, entra in contatto con Benedetto Croce (1866-1952). Ed è sempre in questo periodo che entra a far parte della “Società dei nove musi”. Nei primissimi anni del XX Secolo, subentra al De Blasiis nella cattedra di Storia Moderna dell’Università di Napoli, oltre che come direttore dell’Archivio storico per le province napoletane.
Senza tralasciare gli studi sul Medioevo, inizia a dedicarsi al Settecento con una serie di saggi ed all’introduzione a “Il Regno di Napoli al tempo di Carlo di Borbone”, opera dedicata a Benedetto Croce. Lo stesso Croce, tuttavia, accoglie tiepidamente l’opera. Pur giudicandola positivamente e riconoscendo l’analisi economico-giuridica dello Schipa, rimprovera all’autore lo scarso riconoscimento al riformismo del primo sovrano borbonico, cosa che invece il Croce aveva fatto nel suo “Studi storici sulla rivoluzione napoletana del 1799”. È evidente la frattura tra i due, acuita successivamente dal mancato appoggio di Schipa al trasferimento di Giovanni Gentile (1875-1944) all’ateneo napoletano. Lo stesso metodo economico-giuridico si riscontra in “Contese sociali napoletane nel Medio Evo” e soprattutto nella monografia su Masaniello. Schipa, propone un’interpretazione del personaggio muovendo su tre filoni: la prima parte legata ai moti di rivolta fino all’uccisione di Masaniello; la seconda, dalla secessione dalla Spagna fino alla proclamazione della repubblica; ed in fine la ripresa del controllo ad opera delle truppe spagnole. Questa sua analisi si dimostrerà fondamentale per studi più recenti sulla vicenda di Masaniello e sulla crisi dell’Impero spagnolo alla fine della prima metà del XVII Secolo.
3. L’ULTIMO VENTENNIO
Le vicende del primo conflitto mondiale lo interessano marginalmente. Nel 1917 riceve l’onorificenza di commendatore della Corona d’Italia e sposa la giovane allieva Zina Zara, che gli dà due figlie, entrambe morte in giovane età. Sempre in questo periodo diventa socio dell’Accademia dei Lincei e della Reale Accademia di scienze di Palermo, oltre che membro del Consiglio superiore degli Archivi di Stato.
Nel Maggio del 1925, prima firma il “Manifesto degli intellettuali antifascisti” di Benedetto Croce, poi ritira la sua adesione e s’iscrive al Partito nazionale fascista. È la rottura definitiva con il Croce, che modifica la dedica che gli aveva fatto in “Storia del Regno di Napoli” aggiungendo la data del Maggio 1924 per sottolineare come la dedica fosse rivolta allo Schipa prima della sua adesione al fascismo. Negli ultimi anni, cagionevole di salute, si dedica alla ristampa di alcuni lavori. In occasione del settimo centenario dell’Ateneo Federico II scrive per la Storia dell’Università di Napoli “L’Università di Napoli nel secolo XVIII”. Collabora con la “Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti” curata dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani; realizza un’opera su Federico II, pubblicata inizialmente per la “Storia del mondo medievale” edita dalla Cambridge University Press. Pubblica nel 1938 “Albori di Risorgimento nel Mezzogiorno d’Italia” e “Nel Regno di Ferdinando IV”, entrambe introdotte da Gioacchino Volpe (1876-1971), in cui mette in risalto le aspirazioni di libertà dallo straniero nel Sud Italia fin dall’Età Moderna, confermando così la sua visione risorgimentale. Muore a Napoli il 4 ottobre 1939.
4. FONTI AA. VV., Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 91 (2018), voce “Michelangelo Schipa”, curata da Renata De Lorenzo (n. 1947).