Quando ?
L’araldica trova la sua fonte nel cuore del Medioevo classico.
Esisteva infatti l’uso della decorazione sugli scudi prima di questo periodo, e durante l’Antichità, ma non si può parlare di araldica in un senso identitario. Perché esista l’araldica è necessario che lo stesso disegno e gli stessi colori siano utilizzati dalla stessa persona per un periodo più o meno lungo e che questi stemmi siano specifici di quella persona o della sua famiglia. L’araldica è infatti un mezzo di identificazione ed è associata anche ad un certo numero di regole.
Il più antico stemma colorato oggi conosciuto è quello di Goffredo V Plantageneto, conte d’Angiò e del Maine (1113-1151). Aveva sposato Matilde l’Imperatrice (1102-1167), unica erede del re d’Inghilterra Enrico I (1068-1135). Per darvi un contesto un po’ più concreto, Goffredo V e Matilde sono i genitori del re d’Inghilterra Enrico II Plantageneto (1133-1189) che sposò la famosa Eleonora d’Aquitania (1122-1204).
Questo stemma di Goffredo V è conosciuto in due modi.
Innanzitutto visivamente: lo “smalto Plantageneto” è una targa funeraria in rame, incisa e smaltata, ordinata dalla sua vedova Matilde. Si trovava sulla sua tomba nella cattedrale di Le Mans e risale intorno al 1160.
C’è poi anche un testo relativo all’investitura di Goffredo V nel 1127, che menziona un regalo fatto da suo suocero, il re Enrico I, uno scudo così blasonato : “azzurro con sei cuccioli di leone d’oro”. Nell’illustrazione i cuccioli di leone appaiono rossi, ma si tratta di un degrado del metallo nel tempo, erano gialli (dorati).
È quindi possibile attestare l’uso di questi stemmi da parte di Goffredo V almeno tra il 1127 e la sua morte nel 1151, cioè tra il primo terzo e la prima metà del XII secolo.
Tuttavia sigilli monocromi, anche più antichi (inizi del XII secolo), attestano l’uso di stemmi anteriori a queste date. Il più antico conosciuto è quello di Raoul I di Vermandois, il cui utilizzo è attestato tra il 1110 e il 1120 e il secondo, quello di Renaud II di Clermont, il cui utilizzo è attestato tra il 1130 e il 1150.
Perché ?
Un altro oggetto d’arte molto famoso, giunto fino a noi, fornisce dettagli sugli inizi dell’araldica. È l’Arazzo di Bayeux, realizzato tra il 1066 e il 1082, che tratta della conquista dell’Inghilterra da parte di Guglielmo il Conquistatore, fino alla battaglia di Hastings (1066). In effetti, questo arazzo indica che all’epoca della battaglia di Hastings non esisteva ancora alcun uso degli stemmi nel senso identitario che gli diamo. Alla fine dell’arazzo, (scena 55), un episodio racconta come Guglielmo il Conquistatore fu costretto a togliersi l’elmo durante la battaglia di Hastings, per farsi riconoscere dai suoi uomini e mettere a tacere la voce della sua morte che si diffondeva nel campo di battaglia.
E fu in seguito a questo episodio, che mise in pericolo la vita di Guglielmo il Conquistatore, che i combattenti dovettero cercare un modo per farsi riconoscere sul campo di battaglia, poiché il loro equipaggiamento non lo consentiva più.
L’armamento dei combattenti, rendendo l’uomo irriconoscibile, è quindi uno dei motivi principali che giustificano la comparsa degli stemmi.
Così, poco a poco, tra la fine dell’XI secolo e l’inizio del XII, nacque lo stemma. Fu però intorno alla metà del XII secolo che gli storici accettarono di parlare veramente di araldica, con i suoi principi che divennero vere e proprie regole nel secolo successivo, e che, sorprendentemente in nove secoli, non sono cambiati fino ai giorni nostri.
Dove ?
I primi stemmi compaiono nell’Europa occidentale, nel XII secolo, contemporaneamente in diverse regioni :
– Nel Nord della Francia, tra la Loira e la Mosa ;
– Nelle Isole Britanniche : nell’Inghilterra meridionale e in Scozia ;
– Nel Nord dell’Italia ;
– In Germania : in tutta la valle del Reno.
Da questi centri geografici di comparsa iniziò la diffusione verso l’Europa orientale, alla fine del XII secolo. Poi, alla fine del XIII secolo, tutta l’Europa ne era dotata.
Come ?
Questa distribuzione viene effettuata in diversi modi :
– l’uso dei sigilli nelle lettere dell’epoca.
Nei primi sigilli lo stemma è rappresentato prima sui gonfaloni e sugli stendardi, poi sullo scudo del cavaliere e sulla copertura del cavallo. Stiamo parlando di sigilli equestri.
– la diffusione delle monete, che, come i sigilli, rappresentavano stemme monocrome.
– la moltiplicazione dei tornei in questo stesso periodo a cui prendono parte cavalieri itineranti e araldi d’armi.
Anche gli araldi contribuiscono largamente alla conoscenza degli stemmi elencando gli stemmi che incontrano durante i loro viaggi, in coloratissimi libri che chiamiamo “armoriali” e che, per alcuni, sono fortunatamente arrivati fino a noi.
– Infine, anche le guerre e le crociate contribuirono a questa diffusione.
Per chi ?
Parallelamente alla diffusione geografica avviene la diffusione sociale.
Inizialmente, erano i combattenti a usare lo stemma. Era un mezzo di riconoscimento poi divenuto presto un segno di identità.
Questo segno d’identità interesserà molto presto l’intera società, e lo stemma sarà quindi utilizzato da :
– donne (attestato nel 1156),
– le città (Cambrai nel 1185),
– l’alto clero (primissimi anni del XIII secolo),
– il borghese (inizio XIII secolo),
– i contadini (attestati : 1207, Raoul Cuvier e 1279, Lancelot Havard, contadini normanni),
– artigiani e corporazioni di mestiere (1230-1240),
– comunità civili e religiose (metà del XIII secolo),
– primo papa noto per il suo stemma (Nicolas III 1277-1280).
È molto interessante che allo stesso tempo siano comparsi i primi cognomi.
Gli storici pensano addirittura che certi cognomi possano essere nati dai motivi dello stemma ; ad esempio la famiglia “Leone”, la famiglia “Torre”, ecc., rappresentate nel loro stemma. È anche possibile che sia il contrario. Nelle situazioni in cui il cognome e il modello raffigurati sulle stemme sono gli stessi, viene utilizzato il termine “stemma parlante”. Il cognome potrebbe avere un legame anche con i colori dello stemma : la famiglia “Rossi” con lo stemma completamente rosso. Anche il tema delle stemme parlante è un campo di ricerca molto aperto perché ancora poco studiato.
A poco a poco, alla funzione identitaria si aggiunge una funzione di segno di proprietà e di possesso. Le stemme compaiono sugli oggetti e possedimenti del proprietario : gioielli, libri, utensili, monumenti, edifici religiosi che hanno ricevuto una donazione, ecc.
Viene aggiunta anche una funzione decorativa. Gli stemmi sono dipinti su tessuti (vestiti, biancheria per la casa), pareti, soffitti, oppure rappresentate su arazzi…
Fin dal XII secolo gli stemmi sono stati attribuiti anche a personaggi letterari e a figure storiche, mitologiche o addirittura bibliche.
Il mondo medievale, dalla fine del Medioevo classico al Basso Medioevo, è pieno di araldica e di colori ! Aggiungete a ciò le trombe e i tamburi e siete dell’umore giusto !
Fonti :
– FROGER Michel, L’Héraldique. Histoire, blasonnement et règles, Editions Ouest-France, 2012.
– GRAS Pierre, Aux origines de l’héraldique. La décoration des boucliers au début du XIIème siècle, dans, La Bible de Citeaux, Bibliothèque de l’Ecole des Chartes, 1951.
– HABLOT Laurent, Entre pratique militaire et symbolique du pouvoir, l’écu armorié au XIIème siècle, Lisbonne, 2012.
– PASTOUREAU Michel, L’Art héraldique au Moyen Âge, Seuil, Paris, 2000.
– PASTOUREAU Michel, Figures de l’héraldique, Gallimard, coll. « Découvertes », Paris, 1996.
– PASTOUREAU Michel, La naissance des armoiries. De l’identité individuelle à l’identité familiale, dans Une histoire symbolique du Moyen Age, Seuil, Paris, 2004.
– PASTOUREAU Michel, L’apparition des armoiries en Occident. Etats du problème. Bibliothèque de l’Ecole des Chartes, 1976.
– PASTOUREAU Michel, Du nom à l’armoirie. Héraldique et Anthroponymie médiévales, Publications de l’Université de Tours, 1997.
Immagini :
– Smalto Plantageneto, 63 cm x 34 cm, datato intorno al 1155. Carré Plantagenêt, museo di archeologia e storia di Le Mans. Foto dal sito web della città di Le Mans.
– Sigillo di Raoul I di Vermandois (1110-1120 circa), archivio nazionale, collezione Douët d’Arcq.
– Arazzo di Bayeux, scena 55 : il duca Guglielmo viene riconosciuto. Foto Myrabella – 2013- tratta dal Journal des Arts.
– Scudo araldico (1240-1260 circa). Marburg, Museo universitario di Marburg. Foto tratta da L’arte araldica nel Medioevo di Michel Pastoureau. Il più antico scudo araldico giunto fino a noi (in legno ricoperto di gesso/intonaco), 1240-1260.
– Grande stemma equestre del Toson d’Oro e dell’Europa (1435 circa): stemma inglese. Biblioteca dell’Arsenale, Parigi.
– Sigillo di Richard Le Bigre, contadino normanno (intorno al 1280), archivio dipartimentale della Senna Marittima, collezione Normandia.
– La battaglia di Granique nel 334 a.C. JC, tratto da : Le Roman d’Alexandre T.1, di Jean Wauquelin, XV secolo. BNF, foglio n. 108.