1. Introduzione.
Durante la Grande Guerra del Nord (1700-1721), diverse città e aree dell’Europa orientale e intorno al Mar Baltico sono colpite da una pestilenza, il cui picco è raggiunto nel quinquennio 1708-1712. Nello stesso periodo, la peste avrebbe flagellato anche i territori sotto la monarchia asburgica e la Baviera, sia gli uni sia l’altra non coinvolti nel richiamato conflitto. All’epoca, la causa della patologia è ancora sconosciuta, e le varie ipotesi ondeggiano fra l’aria cattiva e gli abiti contaminati.
2. 1702-1706: Polonia meridionale.
Nel 1702, gli eserciti di Carlo XII di Svezia (1682-1718) sconfiggono a Kliszow le truppe di Augusto II di Polonia, detto il Forte (1670-1733). Nell’ospedale degli scandinavi, posto a Pińczów, alcuni soldati subiscono le prime infezioni, che sono registrate dal medico Johann Christoph Gottwald (1670-1713), proveniente da Danzica. Nei due anni successivi, la peste esplode in Rutenia, Podolia e Volinia, e a Leopoli, nel biennio 1704-1705, muoiono 10.000 persone, ossia circa il 40% della popolazione complessiva. Nel 1705 e nel 1706, vari casi si registrano anche a Kołomyję, Stanisławów, Stryj, Sambor, Przemyśl e Jarosław.
3. Diffusione in Polonia-Lituania dopo il 1706.
Nel 1707, il morbo raggiunge Cracovia, dove semina numerosi lutti prima di diffondersi nell’area circostante, ma anche a Varsavia e nella Grande Polonia, flagellando soprattutto Ostrów, Kalisz e Poznań. In quest’ultima, nel triennio 1707-1709, perdono la vita circa 9.000 dei 14.000 abitanti. Nell’odierna capitale polacca, muoiono 80/90mila persone fra il 1707 e il 1710. Nel 1708, la peste arriva nella città di Toruń, cagionando almeno 4.000 vittime. Nel 1707, la notizia della pestilenza raggiunge la Prussia orientale (ex Ducato omonimo). Intorno ai confini è predisposto un cordone sanitario, ma la lunghezza degli stessi e la presenza di foreste impediscono un controllo generale. Pertanto, sono demoliti i ponti e bloccate le vie secondarie. Per chi cerca di superare le strade sorvegliate, la pena è l’impiccagione. Le merci in arrivo sono purificate con il fumo di grandi fuochi, e in qualche caso incenerite. Nondimeno, gli individui che possiedono immobili nelle aree frontaliere possono transitare liberamente.
4. Prussia orientale (ex Ducato di Prussia).
Il 18 agosto 1708, la pestilenza raggiunge il villaggio di Piekielko, sul confine polacco-prussiano, e pochi giorni dopo attraversa Bialutten (Białuty), in Prussia orientale, uccidendo in un mese molti dei suoi residenti. Le autorità provano a reagire, circondando il paesello con una palizzata, ma i superstiti, guidati da un religioso locale, sono già fuggiti. A settembre, la peste arriva a Hohenstein (Olsztynek), portata dal figlio del cappellaio del luogo, di rientro dalla Polonia. A dicembre, le vittime sono già quattrocento. Nel mese di gennaio del 1709, il morbo è a Pillupönen (Nevskoye, nell’oblast’ di Kaliningrad), e alla fine dell’inverno raggiunge Danzica, all’epoca una delle principali città in area baltica grazie alla sua posizione di raccordo fra il commercio polacco (attraverso la Vistola) e quello internazionale (attraverso il mare). Proprio per l’importanza del centro in ambito commerciale, i governanti cercano di minimizzare l’evento, mantenendo Danzica aperta, e quindi consentendo i traffici locali e internazionali con scarse restrizioni. Tuttavia, è istituita una commissione sanitaria, che ha il compito di raccogliere rapporti dai medici e portare cibo agli ammalati, che si prova a isolare in apposite strutture. Inoltre, sono aperti nuovi cimiteri e assunti diversi scavatori di tombe. Le misure, fino a tutto maggio, sembrano funzionare, ma subito dopo la peste si diffonde, colpendo soprattutto le periferie povere e le campagne circostanti. Da giugno a dicembre di quel 1709, con picco nei mesi di agosto e settembre, il morbo stermina più di 32.500 delle 50.000 persone che abitano fra Danzica e le zone nelle immediate vicinanze. A Königsberg (Kaliningrad), la peste arriva nel mese di agosto ancora del 1709, anche perché il 12 luglio sono state rimosse alcune misure preventive – in particolare cinture sanitarie – in precedenza predisposte. In circa dieci mesi, nonostante vari provvedimenti, muoiono oltre 9.500 cittadini, circa un quarto della popolazione. A Elbing (Elblag), il morbo giunge fra settembre e ottobre, proveniente probabilmente dalla Slesia (cui si accennerà in seguito), e prima della fine del successivo 1710, uccide 1.200 degli 8.000 abitanti. Senza dilungarsi ulteriormente, possibile sostenere che in Prussia orientale, nel triennio 1709-1711, perdono la vita, a causa della peste, fra il 33 e il 41 per cento dei 600.000 individui che vi risiedono. In cifre, fra 200mila e 245mila. Del resto, sono molto colpite le aree con consistente popolazione non tedesca, quali la Masuria e i distretti rurali di Insterburg (Černjachovsk), Memel, Ragnit (Neman) e Tilsit (Sovetsk).
5. Lituania, Estonia, Livonia.
Vilnius, principale città lituana, è investita dalla pestilenza nel 1709. Questa rimane nel centro fino al 1713, e nei primi due anni stermina fra 23.000 e 34.000 persone. In Livonia ed Estonia – inizialmente svedesi, poi capitolate nel 1710 – il morbo raggiunge tassi di mortalità elevatissimi: a Riga, fra il maggio 1710 e la fine dell’anno successivo, i morti sono fra 6.300 e 7.350, su una popolazione complessiva di 10.500. Oltre questi, nello stesso 1710, sono vittime della patologia almeno 10.000 dei circa 12.000 soldati della guarnigione svedese, il cui compito era difendere la città dai russi. Nella piccola Pernau, fra luglio e dicembre del 1710, i decessi, su un totale di circa 1.700 abitanti, sono più di 1.100; a Reval (Tallinn), in appena quattro mesi (agosto-dicembre 1710), perdono la vita fra il 60 e il 77 per cento delle circa 30.000 persone rifugiatesi nelle mura della stessa città, posta sotto assedio dalle truppe dello zar Pietro Alekseevič Romanov, meglio noto come Pietro I il Grande (1672-1725). In periodo di poco precedente, la peste ha ucciso circa la metà dei 3.000 abitanti di Narva, posta nella parte più orientale dell’Estonia, ed è certo – sebbene non si possiedano le stime concernenti i decessi – che il morbo flagella pure l’isola Ösel (Saaremaa), al largo delle coste estoni, verosimilmente fra la fine del 1710 e gli inizi del 1711.
6. Pomerania.
Nel 1709, la patologia arriva ad Altdamm (Dąbie, quartiere municipale della città di Stettino), all’epoca sotto dominio scandinavo, sulla riva orientale dell’Oder. In breve tempo, i morti sono più di cinquecento, e le autorità di Stettino, capitale della Pomerania svedese, posta sulla sponda opposta del fiume, decidono di isolare la città con un cordone sanitario. Tuttavia, la peste entra ugualmente in città, al seguito di una donna proveniente da Altdamm ed entrata a Stettino per portare cibo al figlio lì residente. I morti, fra il 1709 e il 1711, sono circa 2.000, su un totale di 11.000 abitanti. Oltre le due città appena richiamate, fra il 1709 e il 1711, nella Pomerania svedese sono colpite anche Pasewalk, Anklam, Kammin, Stralsund (1.750/2.800 morti su circa 7.000 residenti), Wollin, Altentreptow, Wolgast e Greifswald. In quella prussiana, il morbo raggiunge, fra le altre, Belgard (Białogard) e Stargard, con quest’ultima che riesce, però, a contenerne molto bene gli effetti: i decessi, su un totale di 7.000 abitanti, sono compresi fra il 3 e il 5,5 per cento, ossia fra duecentodieci e trecentottantacinque.
7. Brandeburgo.
Il morbo, nel 1710, colpisce la Neumark e l’Uckermark, e in quest’ultima, a Prenzlau, in poco più di quattro mesi, ossia entro il gennaio del 1711, uccide fra seicentocinquanta e settecento persone. La stessa Prenzlau non è lontana da Berlino, ove sono predisposte imponenti misure preventive, che si riveleranno, però, inutili. Difatti, la peste non raggiungerà la popolosa città, in cui risiede Federico I di Hohenzollern (1657-1713), il primo sovrano di Prussia.
8. Finlandia, Svezia centrale e Gotland.
Nel mese di settembre del 1710, il morbo, proveniente da Reval, sbarca anche in Finlandia, all’epoca ancora parte integrante della Svezia. Rapidamente, sono colpite varie città (e relative zone circostanti), fra cui Helsingfors (Helsinki), Ekenäs (Tammisaari), Åbo (Turku), Nystad (Uusikaupunki), Raumo (Rauma), Björneborg (Pori), Nådendal (Naantali), Jakobstad (Pietarsaari), Gamlakarleby (Kokkola), Uleåborg (Oulu) e Cajana (Kajaani). Il numero dei decessi è sconosciuto, ma una targa commemorativa, posta sul cancello del parco Old Church dell’odierna capitale finlandese, riporta: «in questo sito si trovava il cimitero dove nel 1710 […] furono sepolti 1.185 abitanti di Helsinki. Una terribile pestilenza, giunta dall’estero, uccise poi due terzi degli abitanti di Helsinki». Intanto, nel giugno 1710, tramite una nave partita da Pernau, la peste arriva a Stoccolma, ove la locale commissione sanitaria, fino a quasi tutto il mese di agosto, nega ripetutamente la presenza della patologia, sebbene sui corpi delle vittime sia evidente la presenza dei bubboni. Il morbo flagella la città fino al 1711, uccidendo almeno 22.000 dei circa 55.000 residenti. Dalla capitale, la malattia, fra agosto e settembre di quel 1710, si diffonde a Uppsala ed Enköping e raggiunge in seguito Linköping e Jönköping. Nella prima, e nei suoi dintorni, muoiono circa 1.800 persone fra l’ottobre del 1710 e la fine dell’anno seguente. Nella seconda, i decessi, nel medesimo lasso temporale, sono intorno a mille su un totale di 2.500 abitanti. La peste non risparmia l’isola di Gotland: fra il 1710 e il 1712, a Visby, il centro portuale, perdono la vita almeno seicento dei circa 2.000 residenti.
9. Scania e Blekinge.
In Scania, la regione più meridionale della Svezia, la pestilenza giunge sul finire del 1710 e colpisce presto le piccole Västanå e Domsten (gennaio 1711). Nel giugno del 1712, è il turno di Ystad e Malmö, ove, prima della fine dell’anno, le vittime sono, rispettivamente, settecentocinquanta (su circa 2.000 abitanti) e 1.500/2.000 (su una popolazione intorno ai 5.000). Nello stesso periodo, nell’area in parola, abitata da 50/55mila persone, il 30/40 per cento non sopravvive alla patologia. Non è del tutto chiaro quando la peste raggiunga il Blekinge, regione confinante con la stessa Scania: tuttavia, sembra che i morti, agli inizi del 1712, siano circa 15.000, distribuiti fra Karlskrona, Karlshamn e altre località.
10. Zealand.
Alla fine del novembre del 1710, il morbo raggiunge il villaggio di Lappen, poco più a Nord di Helsingør, ove presto si diffonde, provocando, nel 1711, il decesso del 60% della popolazione (1.800 morti su circa 3.000 abitanti). Nel mese di giugno del medesimo anno, la peste arriva a Copenaghen, ove, nonostante le misure assunte, uccide, in sei mesi (con picco fra agosto e ottobre), fra un quinto e un terzo, o poco più, dei circa 60.000 residenti. Soltanto a settembre il sovrano avrebbe decretato che le persone dello Zealand non potevano recarsi in altri territori danesi senza un apposito lasciapassare.
11. Holstein, Brema-Verden, Brema e Amburgo.
Da Copenaghen, al seguito dell’esercito e delle navi danesi, la peste raggiunge l’Holstein, flagellando numerosi centri, fra i quali Friedrichsort, Rendsburg, Laboe, Schleswig, Flensburg, Itzehoe, Altona, Kropp e Glückstadt. In misura minore è colpita anche Kiel. Nell’estate del 1712, il morbo arriva anche nella vicina Brema-Verden, con il capoluogo, Stade, infettato agli inizi di luglio. Nel medesimo periodo, la patologia entra pure nella piccola Gröpelingen, nel territorio di Brema, uccidendo fra un sesto e un quinto dei trecentosessanta abitanti. Grazie a importanti e valide misure di prevenzione, il tasso di mortalità è molto inferiore a Brema: fra il 1712 e il 1713, i decessi, su 28.000 residenti, sono circa duecento. Più gravi, anche se non catastrofici, gli esiti ad Amburgo, ove la peste, nel 1712, ma soprattutto fra l’agosto 1713 e il marzo 1714, cagiona la morte del 14/15 per cento delle 70.000 persone che vivono nella città.
12. Slesia, territori della monarchia asburgica e Baviera.
Nel 1708, la peste, proveniente quasi certamente da Cracovia, arriva in Slesia, e se a Georgenberg (Miasteczko Śląskie) si riesce a contenerne gli effetti, non così a Rosenberg (Olesno), dove uccide più della metà dei 1.700 abitanti. Nel 1709 e 1710, il morbo colpisce vari piccoli villaggi nelle aree di Oels (Oleśnica) e Militsch, e almeno 3.000 persone non sopravvivono. La pestilenza, nel 1713, flagella pure i territori sotto dominio asburgico, non coinvolti nella Grande Guerra del Nord, e più in particolare l’Ungheria, la Boemia, la Moravia e l’Austria. A Praga, in quell’anno, muoiono 37.000 persone. Nello stesso 1713, la peste entra in Baviera, anch’essa estranea al richiamato conflitto, raggiungendo Norimberga e Ratisbona. Le conseguenze sono sconosciute.
13. Conseguenze della peste sulla Grande Guerra del Nord.
La peste, con i suoi drammatici effetti, favorisce, di fatto, l’avanzata dei russi, non colpiti dalla stessa patologia. Nel 1709, il Commonwealth polacco-lituano, dal 1704 alleato degli svedesi, si schiera dalla parte opposta proprio perché gran parte del suo esercito è stato decimato dalla malattia. Nel 1710, a Riga, il morbo, come già accennato, stermina la guarnigione di Carlo XII, inizialmente composta da circa 12.000 unità, ma ridotta, appunto dalla peste, a meno di duemila. Nel medesimo anno, a Reval, posta sotto assedio dai russi, le truppe svedesi, rifugiatesi all’interno delle mura, sono in gran parte vittime del contagio. Semplice comprendere, quindi, la ragione per cui l’Estonia e la Livonia cadano in mano russa proprio nel 1710. Negli anni seguenti, la peste cagiona altri problemi alle forze svedesi impegnate in Finlandia e in Pomerania, con la prima abbandonata e dunque lasciata alle truppe dello zar. In estrema sintesi, facile evincere come la vittoria dei russi e dei suoi alleati, nella Grande Guerra del Nord, sia dipesa anche, se non soprattutto, dai terribili esiti della peste.