Durante il pontificato di papa Giovanni XII (937-964) ebbe inizio una pratica che successivamente prese piede con maggior vigore.
All’elezione del papa scelto dall’imperatore, le famiglie romane – ostili agli imperatori della dinastia sassone che a partire da Ottone I ressero la corona imperiale per molto tempo – si resero protagoniste di autonome nomine di pontefici conosciuti storicamente con l’appellativo di “antipapa”.
La trattazione che segue, narrando del papato sotto Ottone I (912-973), Ottone II (955-983) e i primissimi anni del regno di Ottone III (980-1002), descrive quel particolare periodo in cui i pontefici furono semplici pedine nelle mani della famiglia imperiale e di quelle delle nobili famiglie romane di cui quella dei Crescenzi fu la più attiva nella lotta contro gli imperatori.
II. PAPI E ANTIPAPI DURANTE IL REGNO DI OTTONE I
Morto papa Giovanni XII, l’imperatore Ottone I scelse quale successore un uomo di provata moralità: Leone VIII (910/920-965)
La nobiltà romana tuttavia cercò di forzare la mano dell’imperatore presentandogli quale candidato Benedetto V (†966).
Ottone I riuscì ad imporre la propria scelta: fu convocato un sinodo nel corso del quale Benedetto V fu accusato di aver usurpato il posto spettante a papa Leone VIII. Condotto dall’imperatore nei territori tedeschi fu lasciato poi in esilio ad Amburgo. Qui Benedetto V, apprezzato per la sua santità, trovò la morte. Le spoglie furono poi ricondotte in Italia per volontà di Ottone III nel 999.
Leone VIII, papa scelto dall’imperatore Ottone I, fu invece protagonista di un pontificato alquanto turbolento, che lo vide chiamato due volte sulla Cathedra Petri in quanto le sollevazioni del popolo di Roma lo costrinsero ad abbandonare la città per trovare rifugio a Camerino, presso l’imperatore Ottone I, per poi da questi venir di nuovo posto sul soglio di Pietro tra il 964 e il 965.
Un pontificato non facile ebbe anche il successore di Leone VIII, papa Giovanni XIII (†972) che nel 965 dovette affrontare la rivolta capeggiata dal prefetto Pietro con la complicità del vestiario Stefano e del conte Roffredo.
Il papa fu condotto in prigione, ma riuscì fortunosamente ad evadere – o fu aiutato a fuggire – e a rifugiarsi presso Pandolfo I Capodiferro (935-981), principe di Benevento e di Capua, alleato della dinastia sassone. Da qui chiese l’intervento di Ottone I, che non si fece attendere: giunto a Roma, il grande imperatore rimise sul soglio di Pietro il papa scacciato dalla città; dodici capipopolo vennero giustiziati. Si narra che le sorti del prefetto Pietro vennero rimesse nelle mani del pontefice. Questi, dopo averlo deposto, ordinò che fosse appeso per i capelli alla statua di Costantino e poi, nudo, a cavallo di un asino, fosse fatto circolare per le strade romane, oggetto di scherno e ludibrio di chi assistette a quella scena.
L’imperatore poi prese la decisione di mandarlo in esilio fuori da Roma.
Due avvenimenti importanti avvennero sotto il pontificato di papa Giovanni XIII: la creazione dell’arcivescovato di Magdeburgo, cara ad Ottone I, cui il papa concesse la propria approvazione, e la restituzione al papa dei territori dell’Esarcato, già concessi con il Privilegium Othonis del 962 ma di fatto mai dati al pontefice. Questi territori però il papa li cedette a vita all’imperatrice Adelaide di Borgogna (928/933-999), garantendo in tal modo all’imperatore Ottone I di continuare a gestirli.
Il giorno di Natale del 967 papa Giovanni XIII incoronò co-imperatore Ottone II, consentendo al padre Ottone I di veder avverarsi il sogno da tempo perseguito: la corona imperiale salda nelle mani della sua famiglia.
Papa Giovanni XIII morì nel 972. Quale successore fu scelto Benedetto VI (†974), eletto nel 972. ma consacrato nel 973. stante la lontananza di Ottone I impegnato nei territori tedeschi.
III. PAPI E ANTIPAPI DURANTE IL REGNO DI OTTONE II
A maggio del 973 Ottone I morì, lasciando il dominio nelle mani del giovane figlio Ottone II. Il contraccolpo dato dalla morte del grande sovrano permise ai Crescenzi di caldeggiare il proprio favorito, tale Francone, divenuto papa con il nome di Bonifacio VII (†985), descritto dalle cronache come un mostro, mentre il povero papa Benedetto VI fu rinchiuso in Castel Sant’Angelo.
La tirannia dei Crescenzi fu facilitata dal perdurare della lontananza da Roma di Ottone II. In un primo momento l’imperatore si limitò ad inviare un messo, probabilmente il conte Siccone, alleato anche di Pandolfo I Capodiferro, affinché ordinasse a papa Bonifacio VII di ristabilire lo status quo ante, vale a dire lasciare la Cathedra Petri al legittimo papa Benedetto VI. Per tutta risposta l’antipapa Bonifacio VII fece uccidere il povero papa Benedetto VI e fuggì a Costantinopoli con il tesoro pontificio.
La nomina successiva, cara alla fazione imperiale, fu quella di Benedetto VII (†983), vescovo di Sutri.
Il primo atto del papa fu quello di convocare un sinodo per mettere in stato di accusa Bonifacio VII. Questi mai abbandonò l’idea di poter tornare un giorno a ricoprire la carica di pontefice e, nascosto da amicizie compiacenti, tramò nell’ombra.
Il pontificato di papa Benedetto VII durò nove anni, durante i quali si prodigò per diffondere la riforma cluniacense e restaurare chiese, conventi e abbazie, come quella di Santa Scolastica a Subiaco. Tuttavia la famiglia dei Crescenzi fu un nemico troppo forte da affrontare da solo così papa Benedetto VII decise di chiedere l’intervento di Ottone II.
Questi nel 981 giunse a Roma accompagnato dalla moglie Teofano e dalla madre Adelaide di Borgogna.
Il giovane sovrano decise di intraprendere il viaggio per calmare le acque nella città di Roma, ma non solamente Roma richiedeva la presenza dell’imperatore. Per molto tempo Ottone II si giovò dell’aiuto di uomini fidati per gestire il territorio italico. Tra questi, Pandolfo I Capodiferro, fedele vassallo della dinastia di sassonia e baluardo contro la minaccia saracena nei territori del meridione.
Contro i Saraceni Ottone II combatté nella storica battaglia di Stilo, conosciuta anche come disfatta di Capo Colonna, in cui perirono molti alleati italici, tra i quali Landolfo IV di Benevento (955-982) figlio di Pandolfo I Capodiferro – deceduto questi poco tempo dopo l’arrivo di Ottone II in Italia – mentre il sovrano, fortunosamente scampato alla morte, cercò di risollevare la stima e la fiducia nei propri confronti preparando una nuova azione di rivincita e, contestualmente, a Verona nel 983, impose il figlio Ottone III re dei Franchi Orientali per garantire la stabilità dinastica.
Purtroppo, dopo esser tornato a Roma per nominare Pietro Canepanova, papa Giovanni XIV (†984), quale successore del defunto papa Benedetto VII, il giovane Ottone II morì all’età di circa ventotto anni, lasciando una giovane consorte e un figlio ancora piccolo.
IV. IL PAPATO DOPO LA MORTE DI OTTONE II
Papa Giovanni XIV fu caro alla famiglia imperiale, in particolare alla consorte di Ottone II, Teofano. Poté avvantaggiarsi del loro favore e della loro vicinanza, ma quando Ottone II morì, sprovvisto del sostegno necessario per contrastare il potere dei Crescenzi guidati allora da Crescenzio il Nomentano (†998), non poté far più nulla.
Ritornato a Roma Bonifacio VII, papa Giovanni XIV fu rinchiuso in Castel Sant’Angelo, dove morì per avvelenamento o per inedia.
Un anno dopo morì anche Bonifacio VII. Il corpo di questo controverso uomo, accusato della morte di due pontefici, fu trascinato per le strade di Roma. Furono alcuni servi pontifici a prendersene cura una volta cessata la furia del popolo.
Papa Giovanni XV (†996), proveniente dal quartiere romano di Gallina Alba, fedele alla famiglia imperiale, noto erudito e letterato, fu scelto dopo la morte di papa Giovanni XIV.
Il pontificato di Giovanni XV, condotto all’insegna del nepotismo e dell’avarizia, rese il papa inviso a buona parte dei romani e anche dall’esterno giunsero degli attacchi accusatori.
Nel 991 si tenne a Reims il primo dei sinodi convocati per giudicare le azioni compiute da Arnolfo di Laon (†1021), colpevole di tradimento nei confronti di Ugo Capeto (940/941-996) avendo concesso al proprio zio Carlo di Lotaringia (953-991/992) di entrare nella città di Reims: qui l’arcivescovo Arnolfo d’Orléans (?) si lanciò in una severa accusa dei vicari dell’apostolo Pietro giunti ad un livello di nefandezze imperdonabili. Un’altra severa critica si ebbe nel 995 quando, nel secondo sinodo di Reims, i vescovi francesi si lamentarono del malo modo in cui furono ricevuti, stante anche l’ingombrante presenza di Crescenzio il Nomentano, patrizio romano.
Papa Giovanni XV fu costretto a riparare presso il marchese Ugo di Tuscia (†1001), sollecitando l’intervento di Ottone III.
Al compimento dei quindici anni, Ottone III nel 995 si mise in viaggio verso Roma. Mentre celebrava la pasqua a Pavia, fu però raggiunto dalla notizia della morte di papa Giovanni XV.
La scelta di Ottone III ricadde allora sul cugino Brunone di Carinzia, papa Gregorio V (972-999), primo papa tedesco.
V. LE FONTI
Keller, H. Gli Ottoni una dinastia imperiale fra Europa e Italia (secc. X e XI), Carocci editore, 2021
Ferdinand Gregorovius, Storia di Roma nel medioevo dall’età carolingia al XI secolo, vol. II, ed. Res Gestae, 2016
Milani, M, Arduino e il Regno Italico, Ist. Geogr. Dea, 1988
Dizionario biografico degli italiani, edito dalla Treccani, alla voce Bonifacio VII, di Delogu P.
Enciclopedia dei papi, edita dalla Treccani, alla voce Giovanni XIII, di Pauler R.