In un altro articolo si è trattato dell’assassinio del conestabile Carlos de La Cerda, favorito del re di Francia Giovanni II il Buono, avvenuto la notte dell’8 gennaio 1354, ad opera del re di Navarra e conte d’Évreux Carlo II il Malvagio. Questa vicenda apparve concludersi con una cerimonia pubblica di perdono e riconciliazione con il Trattato di Mantes del 22 febbraio 1354, firmato tra i due re ma in gran parte favorevole al re di Navarra.
L’attentato ai danni dei fratelli di Évreux-Navarra, agosto 1354
Tuttavia, sei mesi dopo, i termini del Trattato di Mantes non erano ancora stati attuati e il re di Navarra non aveva ottenuto né le terre né le fortezze, né le somme di denaro promesse dal trattato. Inoltre, durante il mese di agosto del 1354, re Giovanni organizzò una festa nel palazzo di Parigi, alla quale furono invitati Carlo il Malvagio e i suoi due fratelli. Ma durante il consiglio del re, svoltosi lo stesso giorno, si decise che i fratelli sarebbero stati “eliminati” dopo la festa. Almeno così sostenne Carlo il Malvagio, che declinò l’invito per sé e per i suoi fratelli e fuggì con loro a Évreux.
Di lì, nell’autunno del 1354, partì per Avignone per lamentarsi con papa Innocenzo VI che il re di Francia non aveva attuato il trattato di Mantes e voleva ucciderlo. Suo fratello Filippo partì per il Cotentin e l’ultimo fratello, Luigi, per la Navarra per mobilitare le truppe. Questa decisione di uccidere i fratelli di Évreux-Navarra sarebbe filtrata dal consiglio del re attraverso il cardinale di Boulogne (zio della regina di Francia) e Robert de Lorris che avevano già tradito in parte il re di Francia, essendo a conoscenza dell’omicidio pianificato del suo favorito Carlos de La Cerda prima che avvenisse.
In questo periodo, nel settembre del 1354, diversi consiglieri del re Giovanni II caddero in disgrazia. Robert de Lorris dovette fuggire dalla capitale e il cardinale Guy de Boulogne partì per Avignone. Gli altri plenipotenziari del Trattato di Mantes furono temporaneamente considerati troppo favorevoli al re di Navarra e dovettero mantenere un basso profilo. Venuto a conoscenza della fuga del re di Navarra ad Avignone e della mobilitazione delle truppe da parte dei suoi fratelli, il re di Francia Giovanni II si impadronì delle proprietà di Carlo il Malvagio in Normandia. Ma Évreux, Pont-Audemer e Cherbourg resistettero e rifiutarono di sottomettersi al re di Francia.
Non fu per un caso che Carlo il Malvagio fuggì ad Avignone. Papa Innocenzo VI aveva riunito infatti i rappresentanti del re d’Inghilterra Edoardo III e del re di Francia Giovanni II per trovare una soluzione al conflitto anglo-francese.
A questo punto Carlo il Malvagio utilizzò allora un sotterfugio per far sembrare che stesse lasciando la città, in pompa magna, quando in realtà, al calar della notte, si reintrodusse in città e si nascose presso il cardinale di Arras, diplomatico e negoziatore per la composizione della diatriba, poi con il cardinale di Boulogne in fuga dalla corte francese. Mentre in giornata si cercava di raggiungere accordi di pace tra i rappresentanti dei re di Francia e d’Inghilterra di notte Carlo il Malvagio trattava con il Duca di Lancaster e progettava di allearsi con il Re d’Inghilterra e incoraggiare l’invasione del paese. Un piano per dividere la Francia tra il re d’Inghilterra e il re di Navarra fu concluso nel dicembre 1354, poi Carlo il Malvagio raggiunse la sua capitale, Pamplona. Basti dire che gli accordi di pace tra i re di Francia e Inghilterra furono un fallimento. Fu firmata solo una proroga della tregua fino all’aprile 1355.
Durante l’inverno del 1354-1355 e la primavera del 1355, il Papa, la sorella di Carlo il Malvagio, la regina Bianca di Navarra, sua zia, la regina Giovanna d’Évreux, nonché diversi consiglieri, tentarono di riconciliare i due re. Tutti assicurarono al re di Navarra che il re di Francia avrebbe applicato il trattato di Mantes se il re di Navarra avesse rinunciato al suo piano di invadere la Francia e formare un’alleanza con l’Inghilterra. Tuttavia, durante questo periodo, il re d’Inghilterra Edoardo III preparò la sua spedizione francese e Carlo il Malvagio sbarcò in Normandia con le truppe navarresi. Ancora una volta il re di Francia dovette cedere.
Il Trattato di Valognes, 10 settembre 1355
Carlo il Malvagio aveva piuttosto interesse a trattare con il re di Francia, dal quale avrebbe potuto ottenere molto di più facendogli pressioni, che con il re d’Inghilterra dal quale avrebbe sicuramente ottenuto di meno. Così, il 10 settembre 1355, fu raggiunto un accordo tra il re di Navarra e gli inviati del re di Francia. I termini di questo accordo furono:
- la pura e semplice applicazione del Trattato di Mantes con la cessione delle piazzeforti previste dal trattato;
- il pagamento della dote in denaro e gioielli per il trattato di matrimonio di Carlo il Malvagio con la figlia del re di Francia;
- una nuova amnistia per i complici di Carlo il Malvagio;
- la liberazione del fratello di Carlo, Filippo di Longueville, imprigionato dall’aprile 1355 dagli uomini del re di Francia, a Barrois, sulle terre della moglie Iolanda di Fiandra;
- e ancora una cerimonia ufficiale di riconciliazione che questa volta ebbe luogo al Louvre, il 24 settembre 1355. Il re di Francia perdonò anche i negoziatori del Trattato di Mantes, giudicato a posteriori troppo favorevole a Carlo il Malvagio; tra questi il cardinale di Boulogne, Robert Lorris, Robert Le Coq, vescovo di Laon, Geoffroy de Charny e il duca di Borbone.Il re di Navarra restò ancora una volta il grande vincitore dopo il Trattato di Valognes.
Tentativo di invasione inglese e chevaucée del Principe Nero nell’autunno del 1355
Nello stesso tempo, il re inglese Edoardo III aveva tentato di invadere la Francia sbarcando a Calais nell’ottobre 1355. Dopo aver preso Hesdin, il re d’Inghilterra tornò indietro di fronte all’arrivo delle truppe francesi da Amiens e dopo aver appreso della firma del trattato di Valognes tra i re di Francia e Navarra. Quanto al principe di Galles, figlio maggiore del re d’Inghilterra, chiamato Edoardo di Woodstock (sarà solo dal XVI secolo che sarà conosciuto come il Principe Nero), arrivò a Bordeaux alla fine di settembre del 1355. Di lì, accompagnato da 15.000 uomini, intraprese una terribile chevaucée (scorreria) che lo condusse a Béziers, passando per Castelnaudary, Carcassonne e Narbonne, nel dicembre 1355. Lo scopo di questa chevaucée non era conquistare territori, ma saccheggiare e massacrare seminando il terrore e dimostrando alle popolazioni che il re di Francia era incapace di proteggerle come avrebbe dovuto.
Il delfino Carlo di Valois (futuro re Carlo V)
A questo punto il primogenito del re di Francia entrò nella storia muovendo i suoi primi (falsi) passi in politica. Aveva già ricevuto il territorio del Delfinato di Viennois acquisito da suo nonno, il re Filippo VI, nel 1349, ma il suo ruolo lì era stato solo puramente nominale.
All’inizio del 1355, il delfino Carlo aveva appena compiuto 17 anni e suo padre, re Giovanni, lo incaricò di armare il Ducato di Normandia di fronte alla minaccia inglese, nominandolo luogotenente del re in Normandia, con l’incarico di mettere le roccaforti della regione in stato di difesa e di trovare sussidi per la prossima campagna. Ci riuscì solo in parte, e soprattutto Carlo il Malvagio approfittò della presenza del giovane delfino in Normandia per attrarlo a sé. Gli incontri tra i due furono frequenti a partire dal Trattato di Valognes, quando Carlo il Malvagio fece ufficialmente la pace con il re di Francia.
Non sappiamo veramente quale fosse il rapporto tra il re di Francia e il suo figlio maggiore, il delfino, allora adolescente. Ciò che appare mostra tuttavia tensioni o comunque disaccordi politici tra il figlio e il padre. Carlo il Malvagio approfittò dei suoi incontri con il giovane delfino per aizzarlo contro suo padre. In questo lo aiutarono i consiglieri del re di Francia che avevano già fatto il doppio gioco con il partito navarrese, vale a dire Robert de Lorris, Robert Le Coq e il cardinale Guy de Boulogne.
Il delfino arrivò a pensare che suo padre volesse la sua vita, non si fidasse di lui perché non gli aveva assegnato il Ducato di Normandia e soprattutto che re portasse avanti una politica contraria ai suoi stessi interessi nei confronti dell’imperatore Carlo IV di Lussemburgo, zio materno del delfino.
Fu allora organizzato, con la complicità del partito navarrese, un progetto di fuga del delfino per incontrare l’imperatore.
Non sappiamo come, ma il re scoprì il progetto del figlio e lo trattenne a Parigi prima della sua fuga. Sembra che il delfino abbia confessato tutto al padre, che lo nominò infine duca di Normandia (dicembre 1355) e concesse nuovamente lettere di remissione ai complici navarresi. È difficile in questo momento conoscere l’esatto posizionamento del delfino a favore o contro il padre e se pro o contro la Navarra. Ciò che appare in alcune biografie, come quella di Bruno Ramirez, è il desiderio del delfino di andare a incontrare suo zio imperatore per favorire la liberazione di Filippo di Longueville nel Barrois (terre sia di omaggio al re di Francia che di l’imperatore). Ma non c’è nulla che lo dimostri. Altre cronache dell’epoca evocano il desiderio dei navarresi di far fuggire il delfino per poi chiedere aiuto all’imperatore per poter catturare ed eventualmente uccidere il re di Francia. Ma queste teorie sembrano ridicole, soprattutto da parte del delfino che non odiava così tanto suo padre. Anche in questo caso nulla ci permette di conoscere le reali motivazioni del delfino nell’incontrare l’imperatore, né quelle del re di Navarra, sempre tortuoso nella sua mente quando si trattava di pianificare una qualche mossa scellerata. In ogni caso il progetto fallì e il delfino ritornò in Normandia nel suo nuovo ducato.
Il banchetto di Rouen – 5 aprile 1356
Questo evento, noto come banchetto di Rouen, fece seguito quindi ai molteplici tradimenti del re di Navarra nei confronti del re di Francia nel corso degli ultimi due o tre anni. Si verificò anche in un momento di condizioni finanziarie complicate per il re di Francia e il regno. Di fronte alla fine delle tregue con l’Inghilterra e alla minaccia sempre presente di uno sbarco inglese, il re di Francia aveva bisogno di denaro per finanziare la difesa del regno. Gli Stati Generali ebbero luogo alla fine del 1355 e fu lì che cominciò ad apparire pubblicamente il prevosto dei mercanti… un certo Étienne Marcel… Gli Stati concessero al re nuove imposte, in particolare la Gabella del sale. Il re Giovanni ricorse anche a diverse svalutazioni monetarie, nel 1355 e all’inizio del 1356, che lo resero molto impopolare. In Piccardia scoppiarono disordini che provocarono diverse vittime. Il malcontento si verificò anche in Normandia, alimentato e sostenuto dai navarresi. Molti nobili normanni si opposero alle ordinanze finanziarie reali.
Fu in questo periodo che il delfino, per celebrare la sua ascesa a duca di Normandia, organizzò un banchetto al castello di Rouen, al quale invitò tutta l’alta nobiltà normanna. Carlo il Malvagio era invitato e sedeva alla tavola del delfino, con il conte Luigi d’Étampes, cugino degli Évreux, ma anche figlio di Maria de La Cerda. Erano presenti anche il conte Giovanni V d’Harcourt, uno degli assassini del conestabile Carlos de La Cerda e Jean Malet, sire di Graville, presente anche lui durante l’omicidio.
All’improvviso, a metà del pasto, il re Giovanni arrivò nella sala del banchetto, accompagnato da una trentina di uomini armati, e si avvicinò al tavolo principale di suo figlio il delfino. Rivolgendosi al re di Navarra gli disse “Ora, cattivo traditore, non sei degno di sederti alla tavola di mio figlio. Per l’anima di mio padre, non penserò né a mangiare né a bere finché vivrai! » e ordinò ai suoi di catturarlo. Furono presi anche il conte di Harcourt, il sire di Graville e altri signori e anche lo scudiero del re di Navarra, Colin Doublet, che tentò di intervenire contro il re di Francia brandendo il suo pugnale.
Il ruolo del delfino rimane sospetto. Non sappiamo se fosse complice del padre. Lo pensano i biografi di Carlo il Malvagio, Bruno Ramirez e Edmond Meyer e precisano che probabilmente attirò i navarresi in un’imboscata. Le cronache dell’epoca, invece, descrivono un delfino che prega il padre di non intervenire in questo modo poiché è lui l’ospite e non vorrebbe che nessuno pensasse che avesse tradito i suoi ospiti. Questa anche la teoria di Françoise Autrand e Jean Deviosse, biografi di Carlo V (il delfino) e Giovanni II. Alcune cronache arrivano addirittura a descrivere il re Giovanni che al figlio inginocchiato che chiede mercede disse “tu non sai tutto quello che so io”…
Filippo d’Évreux-Navarra, conte di Longueville (liberato nel febbraio 1356) e fratello di Carlo il Malvagio arrivò tardi con Goffredo d’Harcourt, zio del conte Giovanni V d’Harcourt. Avvertiti in tempo dal cancelliere di Navarra Thomas de Ladit, che riuscì a fuggire quando vide entrare il re di Francia, tornarono indietro prima di entrare nel castello di Rouen, sfuggendo così a un probabile arresto. Per gli altri, la vendetta di re Giovanni fu immediata. Il conte Giovanni V di Harcourt, il sire di Graville, il sire di Maubué e lo scudiero Colin Doublet furono immediatamente giustiziati, senza processo. Per il ruolo di boia si fece uscire di prigione un condannato per omicidio e l’esecuzione avvenne dietro il castello di Rouen, su un terreno abbandonato, chiamato « champ du pardon ». Le teste e i corpi dei giustiziati vennero quindi esposti sul patibolo della città.
Il re di Navarra, Carlo il Malvagio, fu inviato direttamente al castello di Goulet, poi a Les Andelys per essere imprigionato a Château Gaillard, nella stessa stanza dove sua nonna adultera, Margherita di Borgogna, era stata imprigionata ed era morta. Mentre il suo cameriere cercava di farlo scappare, venne trasferito a Parigi, al Louvre, dove venne maltrattato dai suoi carcerieri. Fu trasferito nuovamente allo Châtelet, un’altra prigione parigina, poi infine, nel settembre 1356, al nord, dove c’erano pochi partigiani navarresi, prima al castello di Crèvecœur-sur-l’Escaut, poi ad Arleux-en-Palluel. In questo periodo (1357), il musicista e compositore Guillaume de Machaut scrisse una consolazione poetica « le confort d’ami » per aiutare Carlo il Malvagio a superare la sua prigionia. È grazie all’arresto, durante questo banchetto, di Friquet de Fricamps, partigiano navarrese, che fu “interrogato“, che conosciamo i dettagli dell’omicidio del conestabile, ma anche della “fuga” mancata dal delfino. Carlo il Malvagio avrebbe lasciato la prigione solo il 9 novembre 1357 liberato da propri partigiani, probabilmente con la condiscendenza segreta del defino che allora esercitava funzioni di reggente.
Le conseguenze delle esecuzioni e dell’arresto del re di Navarra
La prima reazione di Filippo di Longueville e di Goffredo d’Harcourt, che riuscirono a sfuggire all’arresto o alla forca, fu quella di armare le roccaforti navarresi in Normandia. Poi Filippo di Longueville scrisse la sua lettera di sfida al re di Francia il 17 aprile 1356, così come lettere di reclamo ai sovrani d’Europa, a re Edoardo d’Inghilterra (che aspettava solo questo), all’imperatore, al Papa…Nel maggio 1356 inviò anche emissari in Inghilterra per trattare con il re Edoardo III che gli inviò 48 navi con il duca di Lancaster che sbarcò in Normandia nel giugno 1356.
Nel giugno e luglio del 1356, il duca di Lancaster e Filippo di Longueville attraversarono in armi la Normandia. Accompagnati da 1000 lance, 1500 arcieri e 2000 briganti, devastarono il ducato dal Cotentin verso Pont-Audemer, attraversando Lisieux, Breteuil, Verneuil, L’Aigle…Era presente il terzo fratello di Évreux-Navarra, Luigi così come il Bascon de Mareuil, che aveva già partecipato all’omicidio del conestabile La Cerda sferrando il primo colpo. Fu allora che fece la sua comparsa un nuovo personaggio, che avrebbe fatto molto parlare di sé: si trattava del futuro famoso capitano inglese Robert Knolles.

Il 4 settembre 1356 fu firmato un trattato tra il re Edoardo III e Filippo di Navarra, conte di Longueville. Questi riconobbe Edoardo come suo signore supremo per tutti i suoi possedimenti navarresi e giurandogli fedeltà. Lo stesso fece Goffredo di Harcourt, che non avendo eredi legittimi, designò re Edoardo come legatario dei suoi beni, prima di morire vicino a Carentan (Normandia), nel novembre 1356, durante lo scontro di Gués de Saint-Clément, in un tentativo senza speranza di evitare la cattura da parte dei propri inseguitori francesi.
Ma una delle conseguenze più drammatiche per la Francia fu l’altra chevaucée, guidata ancora dal Principe Nero, nel grande sud-ovest.
Come l’anno precedente, il Principe Nero lasciò Bordeaux nel luglio 1356 con circa 10.000 uomini anglo-guasconi.
Questa volta ritornò attraverso Bergerac, poi Périgueux, fino a Bourges prima di ridiscendere a Poitiers, inseguito dal re Giovanni e da tutto il suo esercito. Il resto… fu la famosa battaglia di Poitiers (Nouaillé-Maupertuis) del 19 settembre 1356 dove il Principe Nero Edoardo di Woodstock riuscì a catturare il re di Francia Giovanni II il Buono.
Mentre il re di Francia era prigioniero del re d’Inghilterra, suo figlio, il Delfino, dovette raccogliere la sfida di mantenere i Valois al potere durante una delle crisi più pericolose della Guerra dei Cent’anni. Carlo il Malvagio nel frattempo era prigioniero nel nord della Francia… per il momento…
Per approfondire:
Autrand, Françoise, Charles V, Mesnil-sur-l’Estrée, 1994
Bordonove, Georges, Charles V 1364-1380, fils de Jean II le Bon, Pairigi, 2012
Bordonove, Georges, Jean II 1350-1364, fils de Philippe VI, Parigi, 2010
Bove, Boris, Le temps de la Guerre de Cent Ans 1328-1453, Parigi, 2014
Cazelle, Raymond (edit.), Société politique, noblesse et couronne sous Jean le Bon et Charles V. Mémoires et documents, École nationale des chartes, Parigi, 1982
Delachenal, Roland (edit.), Chronique des règnes de Jean II et Charles V, Société de l’histoire de la France, Parigi, 1909-1931
Deviosse, Jean, Jean le Bon, Condé-sur-l’Escaut, 1985
Favier, Jean, La Guerre de Cent Ans, Millau, 2007
Gauvard, Claude, Le temps des Valois 1328-1515, Parigi, 2019
Gonzalez Jimenez, Manuel, Alfonso X el Sabio, Barcellona, 2004
Meyer, Edmond, Charles II Roi de Navarre, Comte d’Évreux et la Normanie au XIVème siècle, Cressé, 2015
Minois, Georges, La Guerre de Cent Ans, Parigi, 2010
Pietri, François, Chronique de Charles le Mauvais, Parigi, 1963
Ramirez de Palacios, Bruno, Charles dit Le Mauvais, Bruges, 2015
Chroniques de Jean Froissart, XIVème siècle, su Gallica
Chroniques de Jehan Le Bel, XIVème siècle, su Gallica
Chronique des quatre premiers Valois, anonyme, XIVéme siècle, su Gallica
Nota: L’originale di questo articolo è disponibile all’indirizzo http://guerre-de-cent-ans.fr/banquet-rouen.htm. Traduzione dal francese a cura di Valerio Lucchinetti