I capelli di Lucrezia Borgia

L’amore platonico di Pietro Bembo (Venezia, 1470 – Roma, 1547) per Lucrezia Borgia (Subiaco, 1480 – Ferrara, 1519)

Alla Pinacoteca Ambrosiana, a Milano, c’è una teca riccamente lavorata con i capelli di Lucrezia Borgia.

La teca, in cristallo ottagonale, ha una base di ebano, un’altra base più piccola di malachite, una struttura in argento dorato, poi una struttura in agata, smeraldi tagliati a cabochon, cornucopie in argento dorato, altri elementi finemente lavorati. Ci sono due ciondoli che raffigurano da un verso l’aquila e, dall’altro, un toro: emblemi araldici delle nobili famiglie, rispettivamente, degli Este e dei Borgia. Fu incaricato di eseguire l’opera l’orafo Alfredo Ravasco presumibilmente nel 1926. Nel 1931 scriveva di attendere ancora i capelli per poterli mettere dentro la teca.

Alla base è posta una targa con la scritta del prefetto ambrosiano Giovanni Galbiati che così recita:

“TECHA. QVAM. A. MDCCCCXXVIII/ ALAFIl. RAVASCVS./ CONFECIT.OI’ERIRVS.ORNAVIT./LVCRETIAE.BORGIAE.ARAGONIAE. CAPILLOS.

RETINET./0.INANES.C’VM.INANI./SPE.O.PAENE./EXSTINCTAE./RERVM.IMAGINES. ET. FEMINAE

La prima attestazione in Ambrosiana di questi capelli di Lucrezia Borgia è del 1685. La ciocca di capelli fu rinvenuta con questa scritta “lettere di Laura Duchessa di Ferrara dirette a Pietro Bembo volume in foglio coperto di pergamena con una treccia de capelli, n° 1”. Si tratta di nove lettere, sette in lingua italiana e due in spagnolo così indirizzate: “Al mio Carissimo M. Pietro Bembo” piegate in forma di biglietto, con il sigillo con le armi degli Este e dei Borgia ancora intatto.

Nell’ottocento si diffuse il mito romantico di questa ciocca di capelli che attirò una moltitudine di visitatori e curiosi. Si ricorda Lord George Gordon Byron che giunse a Milano nel 1816. Scrisse ad un suo amico: “fui molto più pago d’una corrispondenza qui conservata, tutta di lettere amorose ed originali, fra Lucrezia Borgia ed il Cardinal Bembo. M’inchiodai sopra quelle e sopra una ciocca di capegli da donna, oh che bei capegli!”. In un’altra lettera, scritta a Verona, confessò di aver sottratto un capello da quella ciocca.

Da quel momento cominciarono ad aumentare i visitatori che volevano vedere questi capelli.

Non sappiamo il motivo di questo dono che fece la Borgia al Bembo ma è giunto a noi un suo scritto che fa riferimento proprio ai biondi capelli della duchessa di Ferrara.

Ora riguarda la bella treccia più simile ad oro, che ad altro, la quale siccome sono le vostre, né vi sia grave, che io delle belle donne ragionando tolga l’esempio in questa e nell’altre parti da voi, la quale dico lungo il soave giogo della testa dalle radici ugualmente partendosi, e nel sommo segnandolo con dritta scriminatura, per le deretane parti s’awolge in più cerchj, ma d’innanzi giù per le tempie di qua, e di là in due prendevoli ciocchette scendono, e dolcemente ondeggianti per le gote, mobili ad ogni vegnente aura, pare a vedere un nuovo miracolo di pura ambra palpitante in fresca falda di neve”. P. Bembo, Gli Asolani, opera di tre libri conclusa nel 1505.

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Ma come si conobbero, perché tutte quelle lettere e, soprattutto, perché quella ciocca di capelli?

Pietro Bembo fu un fine letterato, poeta, umanista, cardinale. Veneto di nascita si laureò a Padova. Divenne poi bibliotecario alla biblioteca Marciana a Venezia. Era amico e conterraneo del card. Gasparo Contarini. Alla morte di papa Clemente VII gli successe Alessandro Farnese con il nome di Paolo III, il quale, volle circondarsi di collaboratori di grande spessore culturale. Per questo lo fece cardinale nel 1539, nonostante vi furono molte resistenze a causa del suo trascorso con diverse donne, tra cui, la Savorgnan, Faustina della Torre, una Morosini e, appunto, Lucrezia Borgia. La conobbe quando trascorse due periodi della sua vita a Ferrara e Lucrezia Borgia era moglie del principe ereditario Alfonso d’Este. Non è dato sapere i motivi del soggiorno in quel di Ferrara, forse, era il padre del Bembo ad avere interesse. Soggiornavano nella villa Ostellati di Casa Strozza. È molto probabile che anche Lucrezia Borgia andasse a trovarlo lì.

Risultano quaranta lettere del Bembo indirizzate alla Borgia e, come già scritto, nove scritte da lei. Tutte scritte dal 1503 al 1517. D’incerta sintassi e con qualche cadenza romana quelle di lei, forbitissime ed elegantissime quelle di lui. Le lettere del Bembo sono conservate presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, la British Library di Londra, la Bibliothèque Nationale de France di Parigi e nella stampa Scotto, Venezia, 1552. Non vi sono prove che vi sia stata una relazione che sia andata oltre quella platonica. Lei era giovane e famosa ma già al terzo marito, lui indaffarato negli incarichi suoi e anche del padre per conto della Serenissima. In una del 1504, lei scriveva: “Miser pietro mio, circha el desiderio tenite intender da me lo incontro del vostro o nostro cristallo, che cusì meritamente se pò reputar e chiamare, non saperìa mai che altro posserne dire o trovarçe salvo una estrema conformità, forsi mai per nisun tempo igualata. e questo basti, e risti per evangelio perpetuo. questo da qui avante serrà el mio nome: ff”. Evidentemente lei cercava di nascondersi e prendere delle precauzioni. Non era certo ammissibile che una duchessa (lo diventerà nel 1504) potesse lasciarsi travolgere in quel modo. Lui le scrisse una lettera d’addio in questo modo: “Io parto, o dolcissima mia vita, e pure non parto né partirò mai. Se allo ’ncontro voi, rimanendo non rimarrete, non voglio dire di voi, ma certo O me felice sopra gli altri amanti”. Ve ne furono altre ma tutte di cortesia come quando nacque l’erede maschio in casa d’Este ma sparirono i toni amorosi. Il carteggio seguente era spesso formale, lontano dalle parole che nascondevano la passione: “Bascio la mano a V. Ecc. de li quattro versi di sua mano”, scriveva lui nel dicembre 1515. Eppure, da segretario papale le scriveva, nel 1513: “Rendole oltre a ciò molte grazie del piacere che ella ha mostrato sentire del luogo datomi da N.S. il quale nondimeno m’è stato gratissimo. V.S. tuttavolta si renda certa che non questo luogo, ma tutti gli altri, per alti e illustri che siano ……. non mi trarranno o devieranno un passo della antica servitù che ho con V.S., a me più cara e preziosa che ogni Regno. Bacio a V.S. la mano, e nella sua buona grazie senza fine mi raccomando”. E in un’altra lettera dello stesso anno, lui tradisce il formale linguaggio lasciandosi andare con una promessa di fedeltà al suo eterno amore: “E così vivo certissimamente sperando che V.S. creda che nessuna qualità di fortuna, quanto si voglia felice eprospera, che venire mi potesse sopra tutte le umane grandezze, sia bastante a levarmi dell’animo le ferma e salda ostinata dedicazion sua, fatta molti anni or sono, a V.S. Il che è sì vero, che nessuna altra verità conosco più vera di questa”.

Probabilmente, quella ciocca di capelli era il dono che lei volle concedere a quell’ardore che infiammava il cuore del Bembo. Capelli e nulla più.

Vale la pena sapere che il Bembo non si risparmiò da giovane a correr dietro alle donne ma quando fu nominato cardinale e vescovo di Gubbio si dedicò agli studi e ad una vita esemplare “e chiuse la vita onestamente e da buon prete”. Nel libro indicato nella bibliografia c’è questa avvertenza al lettore. “Giammai lettere furono più ambite … Non c’è persona che non visiti la Biblioteca, che non chieda delle lettere di Lucrezia e, malgrado che siano a canto al Codice di Leonardo da Vinci, non restano d’essere ammirate a preferenza, e far dismentiche le altre opere che le contornano”. Poi un saggio consiglio a tutti gli storici e studiosi: “Ma la Borgia era di sì rotti costumi, come la si vuole? È un problema che finora non ha avuto una sufficiente soluzione. … Noi ci guarderemo da volerla assolvere e rimandare in pace, ma non le scaglieremo nemmanco la pietra. … Sono molti i Procopii, Tacito è un solo”.

Che spettacolo questa considerazione! È un libro della metà del XIX secolo. Con la nostra epoca e i clamori dei social sembra lontano anni luce!

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Bibliografia:

Lettere di Lucrezia Borgia a messer Pietro Bembo, Milano, 1859

Sitografia:

https://exhibits.ficlit.unibo.it/…/il-rapporto-con…

file:///C:/Users/Utente/Downloads/Scheda_n_2289_Teca_con_i_capelli_di_Lucr.pdf

https://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Bembo…

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