Papa Silvestro II (parte II) – Il pontificato (anni 995-1003)

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Conclusa la drammatica esperienza di Reims, il dotto Gerberto trovò di nuovo la mano tesa della famiglia sassone a garantirgli un posto di prestigio. Già nel 998 egli si trovava in Italia al seguito di Ottone III, che lo volle come precettore. Conoscendone la cultura e l’intelligenza egli lo nominò vescovo di Ravenna. Un incarico di non poco conto considerata la posizione ed il prestigio di Ravenna nonchè il suo essere una fiorente città. Gerberto vi rimase per circa un anno, poi il suo destino cambiò nuovamente.

Nel 999 era morto Gregorio V e Ottone III scelse proprio Gerberto come papa. Tra i primi atti del novello pontefice che scelse il nome di Silvestro II, oltre la lotta alla simonia, vi fu la scomunica di Arduino d’Ivrea (955-1015), colpevole di aver indirettamente favorito la morte di Pietro vescovo di Vercelli (†997).

Una mente brillante come quella di Gerberto d’Aurillac che sognava il ritorno del papato alla grandezza di un tempo ben si conciliava con quella di Ottone III, la Mirabilia Mundi, e i suoi sogni grandiosi. La scelta del nome, Silvestro II, era voluta per ricomporre quella coppia, Costantino (274-337) e Silvestro I (†335), accanto al giovane con il quale intendeva restaurare la Renovatio Imperii Romanorum. Entrambi sapevano che avevano necessità di unire le loro forze, anche perché senza Ottone III il neo-papa doveva sentirsi solo nel far fronte alla mai sopita ostilità delle famiglie romane contro il sovrano straniero.

Il volgere all’anno mille condusse a dei progressi notevoli in direzione delle loro aspettative.

Il re Stefano d’Ungheria (975-1038), già convertitosi al Cristianesimo, attivo nel diffondere la religione cristiana tra il suo popolo, ricevette, tramite un suo delegato, la corona consacrata proprio da Silvestro II con il benestare di Ottone III. Questo significava la nascita del regno d’Ungheria. Erano passati molti anni da quando nel 955 Ottone I aveva sconfitto gli Ungari nella battaglia di Lechfeld, ora suo nipote poteva assistere alla creazione di uno Stato fedele al regno che governava, potendo contare su di un re come Stefano d’Ungheria che peraltro era anche imparentato con il giovane imperatore avendo sposato Gisella (980-1065), figlia di Enrico il Litigioso, parente prossimo del giovane imperatore.

Ma questo fu anche l’anno della rivolta della città di Tivoli, cui seguì di nuovo l’astio della fazione romana ostile ad Ottone III.

Lo stesso Silvestro II, che era rimasto a Roma da solo, essendo il sovrano impegnato altrove, era stato costretto ad abbandonare la città chiedendo l’aiuto del suo pupillo.

La situazione difficile si protrasse a lungo; Ottone III fu costretto a riparare a Castel Paterno dove trovò la morte nel 1002 e dove ricevette l’eucarestia da Papa Silvestro II.

Questi, solo e senza appoggio, morì nel 1003.

Anche la sua morte fu singolare: cercando di sfuggire ad una “profezia” che lo voleva morto a Gerusalemme, egli non capì che Gerusalemme poteva essere intesa anche la Chiesa di Santa Croce in Gerusalemme, sita a Roma, dove proprio nel 1003 si trovava ad officiare la messa e dove un colpo improvviso lo colse.

Si narrò che ebbe il tempo di dire di lasciare che un carro trainato da buoi conducesse il suo feretro e di stabilire il luogo della sua sepoltura proprio nel punto in cui quel carro avesse finito la corsa. Il carro si fermò presso la Basilica di San Giovanni in Laterano, dove tuttora egli riposa.

Un uomo di nascita umile, dotato di una profonda cultura, con conoscenze che spaziavano dalla matematica all’astrologia, alla fisica ed alla magia, doveva per forza aver fatto un patto con il diavolo per essere giunto a un così vasto sapere e a ricoprire un ruolo talmente importante nella carriera ecclesiastica. Questo per molto tempo fu il giudizio su Gerberto d’Aurillac, nato nell’Alvernia, giunto a Roma al fianco di un’altra figura complessa come quella di Ottone III e, forse, fuori dal comune al pari del papa suo precettore.

FONTI

– Keller, H Gli Ottoni una dinastia imperiale fra Europa e Italia (secc X e XI), Carocci editore, 2021

– Thietmar di Merseburg, Cronaca, introduzione e traduzione di Taddei M, presentazione di Ronzani M, appendice di P.Rossi, Pisa University Press, 2018

Bacchiega, M. Silvestro II il papa mago, Ed Bastoni, 1981

– Milani, M, Arduino e il Regno Italico, Ist. Geogr. Dea, 1988

– Ferdinand Gregorovius, Storia di Roma nel medioevo dall’età carolingia al XI secolo, vol II, ed, Res Gestae, 2016

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