1. LE ORIGINI E LA CARRIERA DI DOCENTE
Francesco Cognasso nasce a Pinerolo (TO) il 16 Dicembre del 1886. Dopo gli studi intraprende la carriera di insegnante in ginnasi e licei e in seguito diventa il primo preside della facoltà di Magistero dell’Università degli Studi di Torino, dove dal 1928 insegna Storia moderna. Dal 1939 ricopre la cattedra di Storia medioevale nella facoltà di Lettere dell’ateneo torinese, dove nel 1968, all’età di ottantadue anni, è messo fuori ruolo per limiti d’età e proclamato professore emerito.
2. LO STORICO
I maggiori contributi di Francesco Cognasso alla scienza storica italiana sono quelli relativi alla formazione e costituzione dello stato visconteo e alla storia sabauda, specialmente nel Medioevo, ma anche alle crociate e alla storia bizantina.
Tra le sue prime pubblicazioni si segnalano le “Ricerche per la storia dello Stato visconteo”, uscite nel “Bollettino della Società pavese di storia patria” (1922-1924). Si distingue poi con “Il Conte Verde, 1334-1383” (1926) e, dopo il conseguimento della cattedra universitaria, “Umberto Biancamano” (1929). Con la direzione della “Collana Sabauda” inizia una serie di biografie molto curate, tra cui “Il Conte Verde” (1930), “Il Conte Rosso” (1930) e un “Amedeo VIII” in due volumi (1930). Nello stesso periodo inizia a collaborare con la “Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti” edita dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani degli Alfieri (1877-1961), per cui cura molte voci dedicate alla stirpe sabauda, ma anche ai re franchi.
Dopo “I problemi politici del Rinascimento” (1930), con cui dimostra la propria competenza a tematiche di storia contemporanea, pur sempre legate a Casa Savoia, pubblica “Popoli e stati nel Mediterraneo nell’Alto Medioevo” (1931), con cui si affaccia alle crociate e al mondo bizantino. Fanno seguito infatti “La genesi delle Crociate” (1934) e “La Questione d’Oriente” (1934), prima di tornare alla stirpe sabauda con la “Storia di Torino” (1934), di cui si occupa anche negli anni della Seconda Guerra Mondiale (1939-1945), pubblicando “Tommaso I ed Amedeo IV” in due volumi (1940), “I Savoia nella politica europea” (1941) e “Vittorio Emanuele II” (1942), per poi tornare dopo vent’anni alla stirpe dei Visconti, cui dedica la monografia “Note e documenti sulla formazione dello Stato Visconteo” (1943).
3. GLI ULTIMI LAVORI
Pur avendo ormai un’età avanzata, dopo la guerra Francesco Cognasso pubblica ancora un’opera di ampio respiro, “Il Medioevo” (1958), e alla fine della carriera universitaria “L’Italia nel Rinascimento” in due volumi (1965) e “Il Piemonte nell’età sveva” (1968). Ha ottantasette anni quando pubblica ancora un “Arrigo VII” (1973) e ottantotto quando esce il suo “Cavour” (1974). Non pago, a novant’anni pubblica ancora “Bisanzio. Storia di una civiltà” (1976).
Francesco Cognasso muore a Torino il 14 Marzo del 1986, pochi mesi prima di compiere cent’anni.
4. LE FONTI
AA.VV., Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, II Appendice (1948), voce “Cognasso, Francesco”.
AA.VV., Biografie e bibliografie degli Accademici Lincei, voce “Francesco Cognasso” (1976).
“Francesco Cognasso”, Accademia delle Scienze di Torino, su accademiadellescienze.it