Enrico Besta (1874-1952)

1. LE ORIGINI E I PRIMI STUDI

Enrico Besta nasce il 30 Giugno 1874 a Tresivio (SO). Rimasto presto orfano di padre, viene preso sotto l’ala protettiva dello zio paterno Fabio, insegnante all’Istituto superiore di economia e commercio di Venezia. Segue i corsi universitari a Padova, dove dopo la laurea approfondisce lo studio delle istituzioni giuridiche venete, dagli statuti alle consuetudini, dal diritto privato al Senato Veneziano. È da questi studi che sviluppa i suoi concetti sulla sopravvivenza delle istituzioni giuridiche romane alle “incursioni germaniche”, rivolgendo il suo interesse a quelle aree che non avevano subito un massiccio influsso o erano addirittura rimasti “immuni” alla sovrapposizione germanica. Venezia era rimasta fuori dall’orbita prima longobarda e poi franca, e le uniche influenze potevano provenire da Costantinopoli.

2. UN GIOVANE INSEGNANTE A SASSARI

A soli ventiquattro anni diventa titolare della cattedra del diritto italiano dell’Università di Sassari, città che gli rimane per sempre nel cuore. Qui comincia a studiare la storia giuridica dell’isola, che lo porta ad una totale revisione della storia del diritto in Sardegna. Anche qui, come nell’area veneziana, non vi è alcuna influenza germanica, ma allo stesso tempo sono evidenti delle diversità dalle istituzioni giuridiche romane che possono essere soltanto il risultato di adeguamenti consuetudinari. Da qui, l’intuizione di un “diritto volgare”: un naturale adattamento delle leggi esistenti alle esigenze di un determinato ambiente sociale ed economico. Dai suoi studi, emerge quindi un ulteriore elemento nello sviluppo del diritto italiano. Oltre alla componente romana, germanica e a quella canonica, un ruolo di rilievo è svolto dal “volgare”. I suoi studi trovano ulteriore conferma nella nel Sud Italia. E soprattutto in Puglia. Qui convivono le istituzioni di diritto romano, longobardo, bizantino e normanno, senza che nessuna di queste risulti preminente grazie al ruolo giocato dal volgare. Il risultato di questi studi prende vita in “La persistenza del diritto volgare italico nel Medioevo”, pubblicato nel 1905. Oltre all’interesse per le istituzioni “locali”, va segnalato il continuo lavoro di ricerca sul periodo dei glossatori che portano alla pubblicazione dei due volumi su Irnerio e l’interesse per l’Alto Medioevo.

3. DA NORD A SUD

Dopo l’Università di Sassari, è la volta di quella di Palermo nel 1904, dove continua a rielaborare gli studi di storia giuridica sarda e da cui nasce l’opera in due volumi “La Sardegna Medievale”. Dal 1909 al 1924 è titolare della cattedra di storia del diritto italiano a Pisa per poi passare dal 1924 al 1949 di quella di Milano. Proprio in questo periodo di passaggio tra i due atenei, cura le fonti per la “Storia del diritto italiano” pubblicato da Pasquale Del Giudice (1842-1924), dove spicca la sua “Legislazione e scienza giuridica dalla caduta dell’Impero romano al secolo XVI” in cui propone «uno studio più organico della larga produzione statuaria, e, in sostanza, di pervenire ad una rivalutazione obbiettiva dell’opera dei giureconsulti italiani». Tra il 1929 e il 1937 collabora con la “Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti” pubblicata in quegli anni dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani. Lascia l’insegnamento nel 1946, anno in cui ripubblica un volumetto molto interessante sulle idee portate avanti in tanti anni di studio, ricerca ed insegnamento: “Avviamento allo studio della storia del diritto italiano”.

Socio nazionale dell’Accademia dei Lincei e presidente della Società storica lombarda, muore proprio nel capoluogo lombardo il 12 Luglio 1952.

4. LE FONTI

AA. VV., Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 9 (1967), Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, voce “Enrico Besta”, curata da Carlo Guido Mor (1903-1990).

Antonello Mattone in “Storia dell’Università di Sassari.

AA.VV., Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, voci varie.

Lascia un commento