Il Trecento fu in Europa un secolo popolato da diverse regine che si distinsero per una vita particolarmente movimentata, talvolta dissoluta, e la loro partecipazione a intrighi politici che spesso sconfinarono in tragici fatti di sangue. Giova ricordare Isabella di Francia, regina d’Inghilterra, Giovanna I, regina di Napoli, Elisabetta di Bosnia, regina d’Ungheria, Margherita Maultasch, contessa di Tirolo, Isabella di Baviera, regina di Francia. Ma ve ne furono altre: oggi parlerò di una tra le meno conosciute ma che sicuramente si distinse per la propria vita estremamente “vissuta”: Eleonora d’Aragona, regina consorte di Cipro.
Eleonora apparteneva ad un ramo collaterale della casa reale d’Aragona. Era figlia dell’infante Pietro, conte di Ribagorza, figlio minore del re Giacomo II, e della francese Giovanna di Foix. Nacque probabilmente nel castello di Falset, in Catalogna, provincia di Tarragona, nel 1333. Era cugina del re d’Aragona Pietro IV il Cerimonioso.
Il periodo in cui Eleonora venne al mondo era un periodo aureo per la corona d’Aragona, che forte della marineria catalana e dei successi politici ottenuti dalla metà del ‘200 in poi si stava imponendo come tra le maggiori potenze del Mediterraneo, non ancora solcato dalle navi ottomane, ove le due repubbliche di Genova e Venezia la facevano da padrone. Brevemente questi successi erano stati la conquista della Sardegna, una sorta di protettorato sul nominalmente indipendente regno di Sicilia e l’assoluto predominio, grazie alle imprese dei mercenari Almogavari, nella Grecia latina, dove funzionari aragonesi governavano direttamente i due ducati di Atene e di Neopatria. Pochi anni dopo la nascita di Eleonora anche il regno di Maiorca fu reincorporato nei territori della corona. Le tre potenze mediterranee, Genova, Venezia e Aragona concorrevano tra loro per assicurarsi posizioni di predominio nei centri commerciali del Mediterraneo orientale ove fiorivano gli scambi con il mondo musulmano ed orientale in genere. Tale rivalità esplose nella sanguinosa guerra cosiddetta degli stretti tra il 1350 e il 1355, in cui Aragona e Venezia furono alleate contro Genova.
Tra i centri cristiani del vicino oriente allora sicuramente il più importante era il regno di Cipro. Retto dai sovrani della casa di Lusignano, di origine francese, si trattava di un residuo delle Crociate che manteneva stretti rapporti con l’Occidente e aveva intavolato un accettabile “modus vivendi” anche con i vicini potentati musulmani, primo fra tutti il Sultanato Mamelucco d’Egitto. Internamente era uno stato feudale sino all’osso, con una feudalità franca di origine crociata, delle importanti colonie commerciali occidentali e una popolazione in larga parte autoctona di origine greca dedita all’agricoltura e alla coltivazione della vite. Ma era tuttavia rimasto abbastanza immune dai conflitti religiosi tra latini e ortodossi che avevano per esempio dilaniato la vicina Cilicia e viveva anch’esso un periodo abbastanza fiorente.
Fu nel mezzo di questo periodo di conflitto che la ventenne Eleonora, nel 1353, fu concessa dal cugino re Pietro IV in sposa al principe dello stesso nome, Pietro, figlio primogenito ed erede del sovrano cipriota Ugo IV (1324-1359). Eleonora salpò da Barcellona il 21 agosto 1353 su una grande cocca a tre ponti, di proprietà della corporazione dei mercanti di Barcellona, con grande seguito di mercanti e di avventurieri catalani in cerca di fortuna in Oriente. Il marito che trovò fu anch’esso uno dei personaggi caratteristici del Trecento: cavalleresco, intraprendente, sognatore ma anche violento e incapace di percepire i cambiamenti attorno a lui, Pietro I (1359-1369) fu probabilmente il più famoso dei Lusignano. Successo al padre nel 1359, con Eleonora diventata regina consorte, visse nel palazzo di La Cava a Nicosia sognando per tutta la vita di mettersi a capo di una nuova crociata. Inizialmente aiutò i sovrani di Cilicia, poi, nel 1362 partì per l’Europa per trovare aiuti in un viaggio famoso che lo portò a Londra, ove partecipò al Banchetto dei Cinque Re, e a Cracovia, ove fu ospite d’onore ad un grande raduno di monarchi ospiti di Casimiro III di Polonia. Tornò tuttavia a Cipro a mani pressochè vuote ma non si perse d’animo. Nel 1365 alla testa di una flotta cipriota con alcuni rinforzi occidentali attaccò e saccheggiò Alessandria. Nel 1366 tornò in Europa a cercare nuovamente aiuti ma ebbe ancor meno successo. La relazione matrimoniale tra Eleonora e Pietro fu apparentemente molto stretta e molto passionale. Il re si concesse numerose amanti ma sempre ebbe fiducia nella moglie che fu nominata reggente durante le sue assenze. Eleonora, donna volitiva e intrigante, si prese forse le sue rivincite anch’essa, e questo fatto, vero o presunto che fosse, contribuì al peggioramento dell’atteggiamento di Pietro dopo il secondo ritorno dall’Europa. Il re divenne collerico e tirannico prendendosela con i membri anche più potenti della nobiltà e questo portò al suo assassinio, il 17 gennaio 1369, quando tre cavalieri, forse con la complicità dei fratelli del re, Giovanni e Giacomo, penetrarono nella camera ove il re dormiva uccidendolo e mutilandone orribilmente il corpo. A Pietro successe il figlio minorenne, Pietro II, ed Eleonora divenne reggente insieme ai cognati, mentre il regno entrava nell’ultimo e più tragico periodo della sua storia. Nel 1373 un conflitto armato tra mercanti genovesi e veneziani portò nientemeno che ad un’invasione da parte di Genova che si avviava allora a sviluppare quella politica di potenza nel Mediterraneo che terminerà solo con la guerra di Chioggia. I genovesi si impadronirono di Famagosta e della persona del giovane re mentre Eleonora divenne con loro connivente assieme ad un suo favorito, Giovanni di Morphou, utilizzando l’occupante per ottenere vendetta sugli assassini del marito. Anche qui i particolari sono truculenti, con la regina apparentemente presente all’assassinio del principe Giovanni mostrando lui la camicia insanguinata che Pietro indossava quando venne ucciso. Il principe Giacomo invece venne tratto prigioniero a Genova.
Pietro II regnò come alleato di Genova, ed Eleonora fu al suo fianco inizialmente. Ma poi nel 1378 il re si sposò con Valentina Visconti, figlià di Bernabò, e questa entrò immediatamente in conflitto con la suocera, con la corte cipriota diventando luogo di intrighi e scandali a non finire. A tutto ciò pose fine il cugino di Eleonora, il potente Pietro IV d’Aragona, che la richiamò in patria nel 1381.
Eleonora tornò, accompagnata da parecchi cortigiani ciprioti e catalani, e Pietro le assegnò una cospicua pensione per il proprio mantenimento e la signoria della cittadina di Valls nell’entroterra di Tarragona. Anche qui però non visse vita tranquilla. I suoi cortigiani si scontrarono più volte con gli abitanti del luogo sino a quando esplose una rivolta con morti e feriti. Da allora la regina, malgrado si sforzasse di calmare gli animi, divenne oggetto di profonda ostilità da parte della popolazione che nel 1394, in una nuova rivolta, invase il palazzo ove Eleonora risiedeva trucidando il suo segretario. Questo fu troppo anche per questa donna dura e rotta a tutte le difficoltà. Abbandonò Valls, si ritirò prima a Gratallops poi nel castello di Falset ove era nata ove venne a morte il 2 gennaio 1417. Il suo sarcofago con le sue ceneri, dopo una serie incredibile di vicissitudini, dal 1998 giace nella cattedrale di Barcellona.
Per approfondire:
Louis De Mas Latrie, Histoire de l’île de Chypre sous le règne des princes de la maison de Lusignan, Parigi, 1852-1861
Peter W. Edbury, The Murder of King Peter I of Cyprus (1359-1369), in Journal of Medieval History, 1980
Maria Teresa Ferrer i Mallol, La reina Leonor de Chipre y los Catalanes de su entorno in AA.VV. Chemins d’outre-mer, Parigi, 2004
George F. Hill A History of Cyprus, Vol.2 The Frankish Period, Cambridge, 1948