15 dicembre 533
La riconquista bizantina di quelle che erano state le terre dell’Impero d’Occidente iniziò sulle spiagge dell’Africa settentrionale, ove dal 435 si era insediato, con centro principale a Cartagine, uno dei più aggressivi regni romano-barbarici, quello dei Vandali. Di stirpe germanica, originari delle pianure dell’attuale Polonia, erano penetrati in Gallia, quindi in Spagna ed infine in Nordafrica. Unico popolo barbaro a dimostrare attitudini marinare crearono un’importante flotta e nel 455, sotto il loro grande re Genserico, furono autori del secondo sacco di Roma, rimanendo tristemente noti financo nella lingua comune per le loro spiccate attitudini devastatrici. Padroni del Maghreb, della Sicilia, della Sardegna, della Corsica e delle Baleari, i Vandali furono tuttavia i primi a dover fare i conti con la politica espansionistica di Giustiniano I. All’inizio del VI secolo il regno Vandalo era in declino poichè la casa reale era stata in preda a contese successorie e inoltre forte era il contrasto tra i dominatori Vandali, di religione ariana, e la maggioranza della popolazione di origine latina, che professava il cristianesimo ortodosso niceno. Sotto Unerico, il successore di Genserico, si era avuta una violentissima persecuzione nei confronti dei cristiani. Per ultime le popolazioni berbere dell’interno, mai completamente domate, erano una fonte costante di disturbo.
Firmata la Pace Eterna con i Sassanidi nel 532 Giustiniano con un pretesto di natura dinastica inviò Belisario con una flotta ed una armata in Tunisia. L’esercito bizantino era notevolmente mutato in natura e composizione rispetto al secolo precedente. Pesantemente riformato dall’imperatore Anastasio I era composto principalmente da ben pagati professionisti volontari liberamente reclutati in tutto l’impero. Non vi erano più all’interno dell’esercito quelle forti componenti barbariche rispondenti solo ai loro propri capi che avevano caratterizzato gli eserciti romani del V secolo. I Vandali subirono una prima sconfitta presso Ad Decimum (10 miglia da Cartagine) nel settembre 533 e abbandonarono la capitale. Il re vandalo Gelimero si ritirò ad ovest della città e attese il ritorno dalla Sardegna di un’altra armata guidata dal proprio fratello Tzazo per scontrarsi di nuovo con Belisario a Tricamerone, 20 miglia a sud-ovest di Cartagine. La battaglia fu decisa dalla cavalleria bizantina che dopo tre cariche ruppe le linee vandale. La sconfitta in battaglia determinò la caduta del regno poichè l’esercito coincideva di fatto con la classe dominante. Gelimero fuggì, salvo arrendersi l’anno successivo ai bizantini finendo i suoi giorni come pensionato di lusso dell’imperatore in Tracia. La riconquista dell’occidente era iniziata e due anni dopo fu la volta dell’Italia. Il Nordafrica sarebbe rimasto bizantino sino alla conquista araba.
Per approfondire:
Roger Collins, Vandal Africa, 429–533 in “The Cambridge Ancient History, Vol.XIV”, 2000
Charles Diehl, L’Afrique byzantine. Histoire de la domination byzantine en Afrique (533-709), Parigi, 1896
John F. Haldon, The Byzantine Wars, Stroud, Gloucestershire, 2001
Thomas Hodgkin, Italy and her invaders 476-535, Vol.III, Oxford, 1892
Ian Hughes, Belisarius. The Last Roman General, Yardley, PA, 2009
Andy Merrils & Richard Miles, The Vandals, New York, NY, 2010
Georg Ostrogorsky, Storia dell’Impero Bizantino (trad.ital.), Torino, 1968
Warren Treadgold, Byzantium and Its Army, 284-1081, Stanford, CA, 1995