26 agosto 1071
Manzikert fu una delle battaglie cruciali del Medio Evo, piena di conseguenze per la storia tanto dell’Oriente quanto dell’Occidente. Ai confini orientali dell’Asia Minore, in Armenia, l’esercito imperiale bizantino fu distrutto dai Turchi Selgiuchidi e l’imperatore Romano IV Diogene fu fatto prigioniero. La battaglia aprì le porte alla cosiddetta turchizzazione dell’Asia Minore. Ma come si arrivò a questo e quali ne furono le conseguenze? Nel 1025 era morto il grande imperatore Basilio II (il Bulgaroctono) e l’Impero Bizantino medievale si trovava probabilmente all’apice della sua potenza: controllava parte della Siria, tutta l’Anatolia, tutta la penisola balcanica e buona parte dell’Italia meridionale. Ma tale potenza, conseguita tramite più di un secolo di lotte ininterrotte, era venuta ad un prezzo, segnatamente un costo smisurato della struttura militare: alle truppe provinciali, organizzate secondo il sistema dei temi, si erano unite delle unità fortemente professionali, le cosiddette truppe tagmatiche, acquartierate più spesso che no nei territori della Tracia e del tema Opsikion vicino alla capitale. In più a queste si aggiungevano dei forti componenti di truppe mercenarie, dai famosi Varangi ad altri provenienti da ogni dove, tanto dall’Occidente quanto dall’Oriente. Tuttavia una volta acquisito il predominio nei Balcani i successivi imperatori, provenendo soprattutto dall’aristocrazia civile, rinunciarono ad una politica di ulteriore espansione con il giustificato fine politico di consolidare la struttura dell’impero, guadagnandosi tuttavia in tal modo l’ostilità della classe militare. Indebolire l’esercito divenne quindi un obiettivo del governo che raggiunse il suo culmine sotto gli imperatori Costantino IX (1042-1055) e Costantino X (1059-1067) i quali metodicamente ridussero gli effettivi militari, ridussero le paghe dei soldati e spostarono le truppe tagmatiche verso i confini con il fine di impedire il rischio di pronunciamenti militari vicino alla capitale. Sotto Costantino IX, oltre a ciò, fu fatto un altro errore strategico assorbendo il Regno bagratide d’Armenia, che sino allora aveva rappresentato un forte stato cuscinetto ai confini orientali. Tutto questo avveniva mentre ad est nasceva una nuova minaccia, ben più pericolosa dello stanco Califfato Abbaside. I Turchi Selgiuchidi, una tribù originaria dell’Asia centrale, si affermarono in Persia eliminando la dinastia dei Ghaznavidi e in breve ottennero l’assoluta preminenza nei territori del Califfato Abbaside. Sotto il sultano Alp Arslan iniziarono negli anni ’60 del secolo una serie di incursioni nei territori bizantini ad oriente trovando però una struttura militare fortemente indebolita e spesso demotivata; l’Armenia con la sua capitale Ani, la città dalle 1001 chiese, cadde nel 1064. L’imperatore Costantino X morì nel 1067 lasciando un figlio minore, Michele VII, e una vedova reggente, Eudossia Macrembolitissa, che sposò un brillante generale, Romano Diogene, che fu incoronato co-imperatore come Romano IV. Questi fu però osteggiato dai parenti del defunto Costantino, appartenenti alla nobile famiglia Ducas, una delle più rappresentative dell’aristocrazia civile. Romano IV si avvide subito dei pericoli che l’impero correva e iniziò una politica interventista soprattutto ad Oriente, fronteggiando le incursioni Selgiuchide con un certo successo, ma senza arrivare a successi definitivi. Questi sforzi furono per l’impero estremamente costosi e tra le altre cose provocarono la sconfitta in Italia ad opera dei Normanni, che nel 1071 presero Bari terminandosi così il dominio bizantino nella penisola. Nello stesso anno 1071 Romano IV si decise a uno sforzo importante a est, per sistemare una volta per tutte il pericolo turco. Con grandi sforzi organizzò un grande esercito, con forti componenti mercenarie, e rifiutando offerte di pace di Alp Arslan, mosse per incontrarlo a Manzikert, una città verso i confini orientali dell’odierna Turchia, che il selgiuchide aveva posto sotto assedio. Secondo i racconti il grande esercito bizantino aveva enormi problemi di organizzazione e di disciplina e inoltre Romano commise un serio errore dividendo le proprie forze. Alp Arslan affrontò e annientò il primo contingente bizantino, composto soprattutto da mercenari, e infine strinse sull’imperatore. Romano attaccò lo schieramento selgiuchida con le truppe tagmatiche ma dopo un successo iniziale si trovò minacciato di accerchiamento dai Selgiuchidi schierati a mezzaluna. E qui avvenne il tradimento: la riserva, composta dalle truppe provinciali, guidata da Andronico Ducas, un parente di Costantino X, invece di venire in soccorso dell’imperatore abbandonò il campo. Le migliori truppe bizantine, ormai circondate, alla fine si arresero, e lo stesso imperatore cadde prigioniero, fatto inaudito. Alp Arslan dopo aver umiliato Romano lo trattò alla fine con generosità, rilasciandolo, come rilasciati furono la stragrande maggioranza dei prigionieri bizantini. Ma il traditore Andronico Ducas, rientrato a Costantinopoli, non perse tempo a far deporre Romano e a far proclamare maggiorenne Michele VII. Quando Romano, rilasciato, rientrò a Costantinopoli, si oppose con le armi alla propria deposizione ma ebbe la peggio, fu imprigionato e accecato e a causa della barbara operazione morì. Nel frattempo l’anarchia si impadronì dell’impero avendosi pure una ribellione dei mercenari occidentali che Michele VII riuscì a reprimere ricorrendo all’aiuto di….Alp Arslan. Nel giro di dieci anni le scorrerie turche aumentarono di intensità, praticamente senza opposizione, raggiungendo i dintorni della capitale e portando a stanziamenti turchi in Anatolia che si dimostrarono permanenti. Quando nel 1081 Alessio Comneno si impadronì del trono, inaugurando l’ultimo periodo di splendore dell’impero, dell’Anatolia bizantina rimanevano solo i territori vicini al mare e fu chiaro che la turchizzazione del paese non era più reversibile.
Per approfondire:
Alfred Friendly, The Dreadful Day. The Battle of Manzikert, 1071, Londra, 1981
John Haldon, The Byzantine Wars. Battles and Campaigns of the Byzantine Era, Stroud, Gloucestershire, 2001
Georg Ostrogorski, Storia dell’Impero Bizantino (trad.ital.), Torino, 1968
Warren Treadgold, Byzantium and its Army 284-1081, Stanford, CA, 1995