marzo 970
Arcadiopoli è l’odierna Lüleburgaz nella Turchia europea, famosa per la battaglia combattuttavi durante la I Guerra Balcanica nel 1913 tra Bulgari e Turchi. Eppure, nel lontano 970, questa località vide la prima grande battaglia in cui un esercito russo apparve nella storia d’Europa. La storia è affascinante e merita veramente di essere raccontata poichè narra della subitanea caduta di un grande e florido impero, di un grande capo che divenne un simbolo per il proprio popolo e di un imperatore che seppur chiamato il piccolo per la statura fu uno dei maggiori comandanti militari che Bisanzio ebbe mai avuto. Il grande zar bulgaro Simeone era morto nel 927 lasciando un grande impero che si estendeva a traverso della penisola balcanica dal Mar Nero al Mar Adriatico; i Bizantini gli avevano riconosciuto il titolo imperiale e si impegnarono a pagargli tributo. Il figlio e successore di Simeone, Pietro, regnò per lunghi anni in pace, solo dovendo affrontare scaramucce di frontiera con Ungari, Serbi e Peceneghi, e questo periodo fu l’età d’oro della Bulgaria medievale, che conobbe una straordinaria fioritura civile e culturale. Le cose cambiarono quando l’imperatore bizantino Niceforo II Foca, sul trono dal 963, un grande militare, dopo aver assicurato la frontiera orientale dell’impero con una serie di successi sugli Arabi, decise di sospendere il pagamento del tributo annuale e riprendere le ostilità con la Bulgaria. Ma in puro stile bizantino Niceforo fu estremamente sottile: invece di invadere direttamente la Bulgaria sospinse a farlo, anche con notevoli incentivi monetari, il principe pagano della Russia kievana, Sviatoslav. I Bizantini avevano conosciuto i Russi, originariamente avventurieri di provenienza scandinava, fin dalla fine del IX secolo. I Russi sotto il padre di Sviatoslav, Igor, avevano svolto incursioni in puro stile vichingo attraverso il Mar Nero nell’Anatolia settentrionale e nel 941 erano giunti addirittura sotto le mura di Costantinopoli, venendo qui annientati grazie al fuoco greco. Sotto Sviatoslav si erano ridati alle conquiste ed avevano appena terminato di distruggere e annettere l’Impero Kazaro. Sviatoslav colse la palla al balzo, e gli avvenimenti precipitarono. Nell’estate 967 o 968 Sviatoslav attaccò la Bulgaria che inspiegabilmente offrì solo una debole resistenza, conquistandone la parte settentrionale; Pietro chiese aiuto a Niceforo ma nel 969 Sviatoslav tornò all’attaccò. La Bulgaria questa volta collassò, Pietro fu colpito da ictus e abdicò in favore del figlio Boris II mentre la mente del grande inganno, Niceforo, fu assassinato in una congiura di palazzo architettata dalla moglie e dall’amante di questi, un generale di origine armena di nome Giovanni soprannominato Tzimisce, ovvero il piccolo, che divenne imperatore come Giovanni I (969-976). Boris II divenne zar solo di nome sotto Sviatoslav e i Bizantini si ritrovarono vicino ai confini un nuovo, più potente e più aggressivo nemico. Ma Giovanni fu piccolo solo di nome. Quando Sviatoslav mosse verso sud all’inizio del 970, con parecchi Bulgari e Peceneghi incorporati nella propria armata, mandò contro di lui il proprio cognato, il generale Bardas Skleros, che affrontò i Russi nel marzo presso Arcadiopoli. Malgrado in considerevole inferiorità numerica i Bizantini ebbero la meglio, attirando in una trappola il contingente pecenego dopo di che i Russi si diedero alla fuga. Era il primo grande rovescio per il grande guerriero di Rus. Le conseguenze di Arcadiopoli furono considerevoli. L’anno successivo Giovanni si mise egli stesso alla testa dell’armata bizantina e invase la Bulgaria travolgendo ogni difesa. La capitale bulgara Preslav cadde e Boris II fu fatto prigioniero; Sviatoslav si ritirò a nord, a Dorostolon (l’odierna Silistra) sul Danubio, ove fu assediato dai Bizantini e alla fine dopo tre mesi costretto a capitolare. Con Giovanni strinse un famoso accordò e tornò verso Kiev, venendo ucciso dai Peceneghi in un’imboscata all’attraversamento del Dnepr. La Bulgaria venne formalmente incorporata nell’impero, anche se in realtà la conquista riguardò solo la parte orientale del paese. In Russia la morte di Sviatoslav fu seguita da una serie di lotte intestine tra i suoi figli che alla fine si conclusero con il successo di Vladimiro il Grande e la cristianizzazione del paese.
Per approfondire:
Robert Browning, Byzantium and Bulgaria. A comparative study across the early medieval frontier, Londra, 1975
John V.A.Fine jr., The Early Medieval Balkans, Ann Arbor, MI, 1983
John F. Haldon, The Byzantine Wars, Stroud, Gloucestershire, 2001
Georg Ostrogorsky, Storia dell’Impero Bizantino (trad.ital.), Torino, 1968
Gustave Schlumberger, L’epopée byzantine a la fin du dixième siècle. Guerres contre les Russes, les Arabes, les Bulgares, luttes civiles contre les deux Bardas. Jean Tzimiscès. Les jeunes annés de Basile II le Tuer des Bulgares (969-989), Parigi, 1896
Warren Treadgold, Byzantium and Its Army, 284-1081, Stanford, CA, 1995