Assassinio all’ Auberge de la Truie qui File

Ma cosa accadde la notte dell’8 gennaio 1354 all’ Auberge de la Truie qui File ( la locanda detta “della scrofa che corre”) a L’Aigle in Normandia?
Chi fu la vittima? Chi fu l’autore dell’omicidio? Quali furono le ragioni di questo delitto? Quali conseguenze per la Francia?

La vittima

Carlos de La Cerda (1326-1354), nella storia francese noto come Charles d’Espagne, era conte di Angoulême e conestabile di Francia al momento in cui fu ucciso. Era soprattutto il favorito del re di Francia Giovanni II il Buono (1319-1364) che lo ricoprì di favori fin dall’inizio del suo regno nel 1350. I due uomini erano cresciuti insieme ed erano molto uniti, erano stati “nourris d’enfance“, secondo i termini dell’epoca. Li univa una grande fiducia reciproca. Protetto dai Valois che servì fedelmente, Charles d’Espagne avrebbe potuto essere re di Castiglia, ma il destino aveva deciso diversamente…

La Casa de la Cerda

Questo personaggio proveniva dal ramo primogenito della famiglia reale di Castiglia, appartenente a sua volta alla Casa d’Ivrea. Era anche un principe del sangue, discendente di San Luigi IX (1214-1270). Infatti, nel 1268, Bianca di Francia (1253-1320), figlia di San Luigi, aveva sposato l’infante di Castiglia, Ferdinando de La Cerda (1255-1275). Ferdinando era il figlio maggiore ed erede del re Alfonso X il Saggio (1221-1284).
Tuttavia, nel 1275, Ferdinando de La Cerda morì all’età di vent’anni, nove anni prima di suo padre. Lasciò la vedova con due figli piccoli: Alfonso, di cinque anni, e Ferdinando, di un anno.
Approfittando dell’assenza di Alfonso X, andato a incontrare il papa in Francia, il secondo figlio del re, Sancio, prese la reggenza e si ribellò al padre. Nel 1284, alla morte del re Alfonso, gli successe sul trono come Sancio IV, usurpando i diritti dei due nipoti.
I figli di Bianca di Francia e di Ferdinando de La Cerda furono portati nel 1290 in Aragona dalla regina madre Yolanda d’Aragona (1236-1300) per proteggerli. Nonostante l’intervento del re francese Filippo III (1245-1285) a sostegno della sorella Bianca e dei diritti dei suoi nipoti, Sancio IV mantenne il potere, così come i suoi discendenti. Il maggiore dei figli di Bianca, Alfonso il Diseredato, si rifugiò allora alla corte francese nel 1303. Fu nominato barone di Lunel da suo cugino Filippo IV il Bello, che servì nelle sue guerre e nella sua politica.

Alfonso il Diseredato, barone di Lunel, sposò una nobildonna francese, Matilde (o Maud o Mahaut) di Brienne, figlia di Giovanni II conte d’Eu. La coppia ebbe diversi figli tra cui tre maschi. Il minore di questi, Louis d’Espagne (1291-1348), ebbe una brillante carriera in Francia. Servì Filippo VI di Valois nei primi giorni della Guerra dei Cent’anni, e questi lo rese Conte di Clermont nel 1339, Ammiraglio di Francia nel 1341 e Principe delle Isole Fortunate (Isole Canarie). Sua figlia Isabella sposò il figlio bastardo del conte Gastone III Febo di Foix, Bernard de Béarn (1350-1381). Il secondo figlio, Henri d’Espagne, intraprese la carriera ecclesiastica, divenendo Arcidiacono di Parigi. Il primo figlio di Alfonso il Diseredato, chiamato anche Alfonso II de La Cerda (1289-1327), non si illustrò particolarmente, ma fu padre del conestabile Charles d’Espagne. Il ramo minore dei La Cerda, discendente da Ferdinando, fratello di Alfonso il Diseredato, si estinse violentemente per opera del re di Castiglia Pietro I il Crudele, discendente di Sancio IV (pronipote) nel corso del feroce conflitto tra nobiltà e monarchia in Castiglia nella seconda metà del sec.XIV. Ferdinando fu anche padre di Marie de La Cerda y Lara (1319-1375) che contrasse in Francia due bellissimi ma brevi matrimoni. Il primo con il conte Carlo d’Étampes (1306-1336), figlio del conte d’Évreux, un secondo con il conte Carlo d’Alençon (1297-1346), fratello del re Filippo VI di Valois, morto a Crécy. La famiglia del conestabile Charles d’Espagne era quindi ben nota e riguardata in Francia. Ma questo, così come il favore di cui beneficiava da parte del re Giovanni II, suscitava invidia e gelosia.

Il primo nemico di La Cerda era il conte d’Évreux Carlo il Malvagio, che era anche re di Navarra (Carlo II). Aveva davvero bisogno di un soprannome del genere per diventare un assassino. Tuttavia Carlo il Malvagio non sfoggiò mai questo soprannome in vita, risalendo esso infatti al XVI secolo. Fu molto facile accusarlo di omicidio poiché lui stesso rivendicò la responsabilità del delitto nei giorni immediatamente successivi all’assassinio.
Carlo il Malvagio era il primo dei discendenti diretti dei Capetingi per via femminile. Era nipote di Luigi X attraverso sua madre Giovanna di Francia, regina di Navarra (Giovanna II). Era anche nipote di Luigi di Francia, conte d’Évreux, fratello di Filippo IV il Bello, attraverso suo padre Filippo conte d’Évreux. Insomma, come lui stesso affermò, era “des lys de tous côtés” .

La famiglia di Carlo il Malvagio era molto unita. I suoi fratelli Filippo e Luigi, sua sorella Bianca, che era stata la seconda moglie del re Filippo VI di Valois e sua zia Giovanna, che aveva sposato l’ultimo re capetingio Carlo IV il Bello, erano tutti suoi preziosi sostenitori.

Ma Carlo il Malvagio era particolarmente arrabbiato con i Valois. Non per aver perso il trono di Francia, non lo avevano mai rivendicato ufficialmente ne lui e nemmeno sua madre Giovanna di Francia (neanche lei vi aveva rinunciato ufficialmente), ma gli imputava la spoliazione dei resti del patrimonio di sua madre, di cui egli si considerava una vittima: Champagne, Brie e Angoumois. D’altra parte per questi territori, recuperati dalla corona di Francia e incorporati nel demanio reale, nonché per la rinuncia al trono di Francia, Giovanna di Francia aveva ottenuto il diritto a numerose compensazioni economiche e/o territoriali (certamente in perdita, ma comunque compensative). Queste compensazioni sono tutte scritte in cinque trattati firmati dai re Filippo V, Carlo IV e Filippo VI tra il 1316 e il 1349.

In aggiunta a ciò Filippo VI aveva fatto fallire due progetti matrimoniali della famiglia Évreux-Navarra: quello di Bianca d’Évreux-Navarra con Luigi di Male, erede del conte di Fiandra, e quello di Carlo il Malvagio con l’erede del Ducato di Bretagna, Giovanna di Penthièvre. La ragione di questo stava nel fatto che che Fiandra e Bretagna erano territori critici in seno al conflitto tra Francia e Inghilterra.
Gli eredi della Fiandra e della Bretagna avevano quindi contratto unioni più gradite al re di Francia. Per compensare poi il prestigio degli Évreux Filippo VI aveva sposato Bianca mentre a Carlo il Malvagio era stata offerta la figlia maggiore del delfino Giovanni, futuro re Giovanni II, figlio di Filippo VI. Anche la figlia della regina Giovanna d’Évreux, quindi figlia di Carlo IV, sposò un Valois, il duca d’Orléans, secondo figlio di Filippo VI.
Si trattava insomma di evitare che gli Évreux-Navarra stringessero alleanze pericolose per i Valois.

Le cause dell’omicidio

Carlo il Malvagio aveva già motivo di essere arrabbiato con Filippo VI, il primo re dei Valois, ma aveva sperato, con l’ascesa al trono del secondo re dei Valois, Giovanni II, nell’agosto del 1350, che le cose potessero migliorare per lui e che avrebbe potuto riacquistare l’eredità materna o quantomeno ricevere il compenso previsto dai trattati.
Fatica sprecata! Tra la fine del 1350 e l’inizio del 1351, Giovanni II concedeva la contea di Angoulême al suo favorito Charles d’Espagne, mentre Carlo il Malvagio non aveva ancora ricevuto ne il compenso di Angoulême né quelli della Brie e dello Champagne… Charles d’Espagne era nominato anche conestabile di Francia mentre Carlo il Malvagio, “prince des lys de tous côtés” desiderava questa carica per la quale si riteneva più degno.
Da qui le prime gelosie di Carlo il Malvagio.
Giovanni II cercò per un certo periodo di contenere il cugino tenendolo a distanza. Lo nominò luogotenente del re in Linguadoca dove combatté contro gli anglo-guasconi aiutato dal cognato, il conte di Foix Gastone III Febo. Ma le sue vittorie furono eclissate da quelle del conestabile all’assedio di Saint-Jean d’Angély (1351).

Infine, Giovanni II offrì in sposa la figlia maggiore a Carlo il Malvagio con una dote di 12.000 livres, che egli tuttavia dovette attendere… tanto, tantissimo tempo. Nello stesso tempo, Charles d’Espagne sposò la figlia di Giovanna di Penthièvre e Carlo di Blois, che avanzavano diritti sul Ducato di Bretagna. E poiché Carlo di Blois era prigioniero degli inglesi e doveva un grosso riscatto per la sua liberazione, fu il re Giovanni II a pagare la dote della sposa mentre Carlo il Malvagio non aveva ancora ricevuto la propria per il matrimonio con la propria figlia del re…
Aggiungiamo a questo che Charles d’Espagne non faceva nulla per comporre le divergenze; aveva l’orecchio del re, era arrogante secondo i suoi detrattori e amava provocare in più occasioni gli Évreux-Navarra, che a sua volta non esitavano a far circolare voci di un rapporto omosessuale tra il re Giovanni e il suo conestabile preferito.

Alla fine del 1353, proprio nella camera da letto del re Giovanni II, scoppiò una forte discussione tra il conestabile e il fratello di Carlo il Malvagio, Filippo di Longueville. Questi venne accusato, tra altri insulti, di essere un falsario. Filippo estrasse il pugnale, pronto a colpire il conestabile per l’affronto che era una pubblica diffamazione e per riparare l’insulto e l’onore oltraggiato (essenziale nel Medioevo). Il re dovette intervenire per fermare l’alterco e separare i protagonisti. Charles d’Espagne lasciò la casa del re sotto la minaccia di Filippo di Longueville: “qu’il prenne garde des enfants de Navarre !”.

Ma possiamo attribuire alla gelosia e all’onore disprezzato le uniche cause del suo assassinio?

A quel tempo, Francia e Inghilterra erano impegnate dal 1337 in quella che sarebbe stata chiamata la Guerra dei Cent’anni. Allo stesso tempo, dal 1341, la Bretagna era dilaniata da una guerra di successione tra i Blois-Penthièvre sostenuti dal re di Francia e i Montfort sostenuti dal re d’Inghilterra (la cosiddetta guerra delle Due Giovanne).

Charles d’Espagne era conestabile, ma era anche un abile diplomatico inviato dal re di Francia ad Avignone nell’estate del 1353 per trattative di pace, sia nel conflitto bretone ma anche in quello tra i re di Francia e Inghilterra. E in quanto genero dei Blois-Penthièvre, egli aveva tutta la legittimità per negoziare anche a loro nome.
Alla fine del 1353 stava per essere raggiunto un accordo di pace e si prevedeva un matrimonio. Si trattava del matrimonio tra una figlia del re Edoardo III d’Inghilterra con il figlio maggiore di Carlo di Blois e Giovanna di Penthièvre, venendo riconosciuto Carlo di Blois come duca di Bretagna; ciò avrebbe significato la vittoria dei Blois-Penthièvre contro i Montfort fino ad allora sostenuti dall’Inghilterra, ma al prezzo del vassallaggio della Bretagna di Carlo di Blois al re d’Inghilterra.
Prima di concedere le dispense necessarie al matrimonio, papa Innocenzo VI, nato francese con il nome di Etienne Aubert, volle il consenso del re di Francia. La Cerda ritornò alla corte del re di Francia alla fine del 1353; non sappiamo fino a che punto il re di Francia avrebbe accettato questo accordo di pace, consegnando la Bretagna alla sovranità inglese. Fu proprio in questo periodo che avvenne nella camera da letto del re il litigio tra La Cerda e il fratello di Carlo il Malvagio.
Non sappiamo nemmeno quali informazioni Carlo il Malvagio potesse avere su questo accordo di pace in preparazione che era ancora tenuto segreto. Quello che è certo è che Carlo il Malvagio trovò ascolto a corte e anche nel consiglio del re Giovanni II con persone pienamente impegnate nella sua causa: il cardinale Guido di Boulogne, zio della regina di Francia Giovanna, la cui madre era Margherita d’Évreux, zia di Carlo il Malvagio; Robert Le Coq, vescovo di Laon che fu cacciato dal re l’anno successivo; Robert de Lorris, ciambellano del re, ma anche cognato (e nemico) del ribelle Etienne Marcel, che per un certo periodo si troverà anche lui in cattiva corte… e per un certo periodo anche il giovane delfino Carlo, il maggiore figlio di re Giovanni, la cui azione a favore e/o contro suo padre rimase poco chiara durante gli anni 1353-1355…

Va inoltre notato che la vittoria dei Blois-Penthièvre sui Montfort in Bretagna non avrebbe aiutato Carlo il Malvagio. Gli Évreux-Navarra si allearono allora con i Monfort attraverso il matrimonio di Yolanda di Fiandra-Cassel con Filippo di Longueville, avvenuto segretamente durante l’estate del 1353, senza che nemmeno il re Giovanni fosse consultato.
Si trattava di un matrimonio puramente politico, Yolanda di Fiandra-Cassel essendo vedova e di almeno dieci anni più anziana di Filippo di Longueville. Ma questa partito interessava molto agli Évreux-Navarra. Yolanda di Fiandra-Cassel proveniva dal ramo cadetto dei conti di Fiandra, e beneficiava di un appannaggio nelle Fiandre, attorno a Cassel che arrivava al mare presso Dunkerque, non lontano da Calais; possedeva anche dei territori attorno a Varennes, in quanto contessa vedova di Bar, vicino quindi al confine con l’Impero ma anche alla Champagne dove Carlo il Malvagio aveva molti sostenitori. Oltre a queste aveva delle terre nella Perche (al confine tra Normandia e Bretagna), intorno a Nogent-le-Rotrou, ereditate da sua madre, Giovanna di Bretagna-Monfort. Tutto ciò per dire come consegnare la Bretagna ai Blois-Penthièvre piuttosto che ai Montfort fosse inaccettabile per Carlo il Malvagio.

Secondo la storica medievale Françoise Autrand, la teoria di un attacco politico è molto più plausibile di quella di un delitto d’onore. Tanto più che, nell’accusa di assassinio da parte di Carlo il Malvagio, menziona nelle sue lettere i “mauvais conseils” di La Cerda nei confronti del re, così come “bonnes et loyales causes qu’il ne peut dire ouvertement mais qui justifient cet assassinat” . Si riferisce agli accordi di pace di cui era a conoscenza, che cedevano la Bretagna all’Inghilterra? C’erano altre clausole in questo accordo di cui non eravamo a conoscenza?
Anche se non si conoscono le vere cause dell’omicidio, Carlo il Malvagio aveva diversi motivi per spingerlo al delitto. Resta a ciascuno formarsi un’opinione con le nostre attuali conoscenze…

Lo sviluppo dei fatti secondo Friquet de Fricamps

Carlos de La Cerda era partito per la Perche, poco dopo il suo alterco con Filippo di Longueville, alla fine del 1353. Il motivo ufficiale era la partecipazione a una partita di caccia a volatili. Ma qui aveva incontrato anche il maresciallo d’Audrehem, insediato nelle guarnigioni della marca di Bretagna e le ragioni del loro incontro non ci sono note.
Al suo ritorno a Parigi, si fermò nella città di L’Aigle che apparteneva a sua moglie Margherita di Blois-Penthièvre, dove avrebbe trascorso la notte prima di raggiungere sua cugina Marie de La Cerda, contessa vedova di Alençon, che si trovava a Verneuil.
Non era accompagnato da una grande scorta ed era quasi indifeso. Con lui stava anche uno dei suoi amici più cari, Jean de Melun, signore di Tancarville, anch’egli al servizio del re.

Il resto ci è noto da un certo Jean de Fricamp, detto “Friquet”, cavaliere al servizio del re di Navarra, che verrà arrestato e interrogato successivamente dal re di Francia. La sua testimonianza ci è nota ed è ripresa dalle cronache dell’epoca (Froissart, Le Bel, i primi quattro Valois, tra gli altri).

Friquet de Fricamp, capitano e governatore della città di Caen, ricevette l’ordine dal re di Navarra di raggiungerlo a Évreux, cosa che fece. Al suo arrivo a Évreux, apprese che il re di Navarra e i suoi complici avevano saputo che La Cerda si trovava nei dintorni ed erano già andati a cercarlo. Scesero verso Nonancourt poi si diressero a ovest dove Friquet si unì alla truppa nei campi. Era quasi l’albeggiare dell’8 gennaio 1354 e Friquet trovò Carlo il Malvagio in un fienile fuori della cittadina di L’Aigle, alla periferia di Saint-Barthélemy, dove attendeva il ritorno del fratello Filippo di Longueville con una trentina di uomini armati che erano entrati in paese per sorprendere il conestabile. Carlo il Malvagio attendeva con uno scudiero, Pierre de Sacquainville (che alla fine mandò in città per affrettare le cose), e Goffredo di Harcourt, visconte di Saint-Sauveur, zio del conte Giovanni V di Harcourt. Gli Harcourt erano una potente famiglia normanna da lungo tempo nemici dei Tancarville. Goffredo di Harcourt aveva combattuto a Crécy (1346) dalla parte inglese contro suo fratello il conte Giovanni IV che vi era morto prima di fare ammenda e tornare al campo francese.

Nel villaggio di L’Aigle, La Cerda scelse di trascorrere la notte in una locanda chiamata “La Truie qui file” . Questo nome ci è diventato noto molto più tardi, nel XVIII secolo, per cui è impossibile sapere se fosse il vero nome della locanda… (le fonti potrebbero essere scomparse).
In ogni caso, La Cerda si trovava in una stanza con Jean de Melun, signore di Tancarville, e alcuni valletti, quando degli uomini bussano alla porta. Dalla sua finestra La Cerda si vede circondato. Gli uomini che entrarono illuminarono con delle torce il primo letto, quello di Jean de Melun, che lasciarono vivo. La Cerda venne scoperto poco dopo nascosto sotto il secondo letto, che appariva vuoto. Dopo averlo preso, Filippo di Longueville fu il primo a parlargli: “Charles d’Espagne, tu as mal démenti Philippe, fils de roi ! “ , secondo alcune fonti oppure “Moi Philippe, fils de roi, je t’accuse, toi, Charles d’Espagne, de m’avoir insulté “ secondo altre fonti, o ancora “Charles d’Espagne, mal me démentis, moi fils de roi, tu vas mourir ” …
A queste parole, si dice che Carlos de La Cerda abbia implorato in ginocchio Filippo di Longueville di lasciarlo vivere e di riscattarlo. In suo favore sarebbe intervenuto anche il conte Giovanni V di Harcourt, nel senso di tenerlo prigioniero a scopo di riscatto. Ma fu in quel momento che arrivò Pierre de Sacquainville e chiese a nome del re di Navarra di accelerare i tempi. Le Bascon de Mareuil, un soldato al servizio di Carlo il Malvagio, lo prese come un ordine e sferrò il primo colpo con la spada che gli attraversò la gola. Gli altri colpi seguirono a ruota.
Erano presenti e/o complici: Jean Malet signore di Graville, Colin Doublet, scudiero, Georges signore di Clère, Guillaume Carbonnel, Léger d’Orgessin, Gilet de Banthelu, Rodrigue d’Uriz, navarrese, il signore di Aulnay, Ancel de Villiers, il signore di Morbecque, Jean de Champgerboust, Jean de Belangues, Jean de Gramoue, Henri de Mucy, Philippe de Boutainvilliers, Drouet de Lintot, Jean Du Quesne, Geoffroy de Marson, Henri du Bois, Guillaume de Hauteville…

Fu il Bascon de Mareuil, coperto di sangue, che andò ad avvertire il re di Navarra nella sua stalla nel Faubourg Saint-Barthélemy di L’Aigle. “C’est fait”, gli disse. Secondo Friquet de Fricamp, Carlo di Navarra non avrebbe voluto la morte del conestabile ma solo farlo prigioniero per ricattare il re di Francia e impossessarsi delle sue terre e del suo denaro. Ma avrebbe potuto dire questo anche per evitare di dare troppo peso ai crimini del suo padrone. In ogni caso Carlo il Malvagio si assunse la responsabilità del delitto e lo rivendicò a suo nome. La truppa partì immediatamente per Évreux.

La contessa vedova d’Alençon Marie de La Cerda, cugina del conestabile, fu immediatamente informata del delitto. Fece recuperare il corpo e lo portò a Verneuil. Sul corpo furono rinvenute non meno di ottanta ferite da spada. Inviò immediatamente un corriere a Parigi per avvisare il re.

Le conseguenze

Non appena ebbe appreso della morte del suo amico, re Giovanni cadde sotto shock. Profondamente rattristato, rimase quattro giorni senza mangiare né parlare. Nessuno capì una manifestazione di emozione così vivida e soprattutto così evidente davanti a tutti da parte di un re. Ma a quel punto la rabbia prese il sopravvento sulla tristezza e re Giovanni pensò solo alla vendetta.

Nel frattempo Carlo il Malvagio non perse tempo. Appena tornato a Évreux, fece scrivere numerose lettere per giustificare il suo atto: al Papa, al Consiglio del Re, all’Università di Parigi, alle buone città di Francia, ovviamente alle regine vedove di Francia, la sorella Bianca di Navarra e sua zia Giovanna d’Évreux; ma anche al re d’Inghilterra Edoardo III e al duca di Lancaster che si trovava a Mechelen nel Brabante.

Quindi inviò una scorta, tra cui Friquet de Fricamps, a Bruges per incontrare il duca di Lancaster che si era recato lì, con raccomandazioni tra cui quella di avvertire il re d’Inghilterra che era pronto ad aprire la Normandia allo sbarco di re Edoardo. In altre parole, Carlo il Malvagio era pronto a tradire la Francia!

Funzionò. Tutti cercarono di far ragionare il re di Francia per evitare che Carlo il Malvagio si alleasse con re Edoardo d’Inghilterra. Tutti i consiglieri del Re di Francia e del Papa lo esortarono alla calma, alla clemenza e al perdono! Il suo dovere di re doveva avere la precedenza sui suoi sentimenti di amicizia o sul suo desiderio di vendetta, e doveva pensare soprattutto alla Francia e al rischio di un’invasione inglese.

E Carlo il Malvagio sapeva convincere, aveva con sé i Normanni, molti dei quali non avevano mai digerito l’esecuzione per alto tradimento (per motivi di stato rimasti segreti), dell’ex conestabile Raoul di Brienne, conte di Eu e Guînes, all’inizio del regno di Giovanni II nel 1350.
Il conte di Montfort, il marchese di Namur, il signore di Meulan e la regina Giovanna d’Évreux incontrarono il re di Navarra e i suoi complici a Mantes dove anch’egli attendeva le sue sorelle. I conti di Fiandra e di Savoia, a Bruges, ascoltarono le proposte di Friquet de Fricamps.

Il re cedette e accettò la trattativa. Mandò consiglieri a Mantes, la città di Carlo il Malvagio, per stabilire un accordo di pace con il re di Navarra. Il cardinale Guy di Boulogne era uno dei negoziatori di re Giovanni, noto per fare il doppio gioco e per essere favorevole a Carlo il Malvagio, così come al vescovo di Laon Robert Le Coq e Robert de Lorris (di cui il re Giovanni apprenderà in seguito che era a conoscenza del piano per assassinare il conestabile prima che avesse luogo). Anche il duca Pietro I di Borbone, il conte de Vendôme e Geoffroy de Charny furono negoziatori per il re Giovanni.

Il trattato di Mantes, 22 febbraio 1354

L’accordo così raggiunto fu in gran parte favorevole a Carlo il Malvagio. Il il re Giovanni concesse, mediante lettere di remissione, la grazia e l’amnistia generale a tutti i complici dell’omicidio. Poi, come compenso per l’Angoumois, Carlo il Malvagio ottenne le signorie, viscontee e contee di Beaumont-le-Roger, Conches, Breteuil, Pont-Audemer, Valognes, Coutances, Carentan e il Clos du Cotentin compreso Cherbourg, tutti in Normandia, ampliando considerevolmente i territori della contea di Évreux con uno sbocco al mare sul Canale della Manica. A ciò si aggiunse il pagamento degli arretrati finanziari per la sua terra e per la dote della moglie.
Infine Carlo il Malvagio ottenne il diritto di tenere due volte l’anno l’Echiquier (lo Scacchiere), che era una corte di alta giustizia che non permetteva l’ appello alla giustizia reale di Parigi. Questa prerogativa era normalmente quella dei Duchi di Normandia.

Poi, all’inizio di marzo del 1354, fu organizzata una cerimonia di grazia a Parigi presso il Palais de la Cité, alla presenza del re Giovanni e dell’intera corte. Per essere sicuro di non essere tradito, Carlo di Navarra pretese che il secondo figlio di re Giovanni, Luigi (futuro duca d’Angiò), allora quindicenne, fosse ostaggio a Mantes durante la sua presenza a Parigi per la cerimonia del perdono.

Carlo il Malvagio scrisse anche al duca di Lancaster, per avvertirlo che era stato trovato un accordo con il re di Francia e che ne lui, ne il re d’Ingilterra, dovranno più intervenire in Francia… Questo primo voltafaccia di Carlo di Navarra nei confronti del re d’Inghilterra sarà solo una delle sue numerose e tortuose manipolazioni che alla fine si rivolteranno contro di lui.

Nel frattempo, re Edoardo si arrabbiò ma rimase paziente, re Giovanni rimuginò sulla sua vendetta mancata ma rimase per il momento paziente, la corte di Francia e i francesi trattennero il fiato e si preoccuparono, e Carlo II di Navarra esultò… Per il momento…

Per approfondire:

Autrand, Françoise, Charles V, Mesnil-sur-l’Estrée, 1994

Bordonove, Georges, Charles V 1364-1380, fils de Jean II le Bon, Pairigi, 2012

Bordonove, Georges, Jean II 1350-1364, fils de Philippe VI, Parigi, 2010

Bove, Boris, Le temps de la Guerre de Cent Ans 1328-1453, Parigi, 2014

Cazelle, Raymond (edit.), Société politique, noblesse et couronne sous Jean le Bon et Charles V. Mémoires et documents, École nationale des chartes, Parigi, 1982

Delachenal, Roland (edit.), Chronique des règnes de Jean II et Charles V, Société de l’histoire de la France, Parigi, 1909-1931

Deviosse, Jean, Jean le Bon, Condé-sur-l’Escaut, 1985

Favier, Jean, La Guerre de Cent Ans, Millau, 2007

Gauvard, Claude, Le temps des Valois 1328-1515, Parigi, 2019

Gonzalez Jimenez, Manuel, Alfonso X el Sabio, Barcellona, 2004

Meyer, Edmond, Charles II Roi de Navarre, Comte d’Évreux et la Normanie au XIVème siècle, Cressé, 2015

Minois, Georges, La Guerre de Cent Ans, Parigi, 2010

Nieto Soria, José Manuel, Sancho IV (1284-1295), Palencia, 1994

Pietri, François, Chronique de Charles le Mauvais, Parigi, 1963

Ramirez de Palacios, Bruno, Charles dit Le Mauvais, Bruges, 2015

Chroniques de Jean Froissart, XIVème siècle, su Gallica

Chroniques de Jehan Le Bel, XIVème siècle, su Gallica

Chronique des quatre premiers Valois, anonyme, XIVéme siècle, su Gallica

Nota: L’originale di questo articolo è disponibile all’indirizzo http://guerre-de-cent-ans.fr/meurtre-lacerda.htm. Traduzione dal francese a cura di Valerio Lucchinetti

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