1. LE ORIGINI E LA FORMAZIONE
Amedeo Crivellucci nasce ad Acquaviva Picena (AP) il 20 aprile 1850. Dopo un’iniziale destinazione agli studi ecclesiastici, compie a Bologna gli studi liceali, seguendo poi quelli universitari a Pisa dove, nella rinnovata “Scuola normale superiore” gli orizzonti storiografici si erano allargati. Si laurea nel 1874 con tesi “Del governo popolare di Firenze (1494-1512) e il suo riordinamento secondo il Guicciardini”.
Nel 1875 è sotto le armi come sottotenente e l’anno successivo perfeziona gli studi in Germania, a Lipsia e a Berlino. Nel 1877 inizia la carriera di insegnante nelle scuole secondarie: a Siena, a Sassari per tre anni, a Palermo e a Roma per quattro anni. Nel 1882 pubblica proprio a Roma un lavoro su “I primi saggi della storiografia fiorentina”, ma nel 1885 vince per concorso la cattedra di “Storia moderna” presso la facoltà di Lettere dell’Università di Pisa, una cattedra peraltro inclusiva della storia medievale.
2. LA “STORIA DELLE RELAZIONI TRA LO STATO E LA CHIESA”
In questo periodo, Amedeo Crivellucci orienta i propri studi su quello che rimarrà per tutta la vita il tema centrale della sua ricerca storica: i rapporti tra Stato e Chiesa nel tardo Impero e nell’Alto Medioevo.
I primi due volumi della sua ponderosa “Storia delle relazioni tra lo Stato e la Chiesa” escono nel 1885 e nel 1886, giungendo fino al pontificato di Gregorio Magno (540-604). Il terzo volume uscirà, dopo una lunga serie di studi preparatori, soltanto nel 1907 e, giungendo fino al pontificato di Adriano I (700-795), comprenderà il periodo della nascita dello Stato pontificio. L’interesse per il tema nasce nel Crivellucci dal proprio neoghibellinismo di chiara matrice risorgimentale.
Rimane a Pisa fino al 1910, un lungo periodo nel quale per due volte assume anche la presidenza della facoltà di Lettere, secondo l’uso all’epoca vigente di una rotazione annuale dei presidi. Nel 1895, sposa una sua studentessa, Lidia von Brunst.
3. GLI “STUDI STORICI” E UN “ANNUARIO BIBLIOGRAFICO”
Un’altra rilevante opera cui si dedica Amedeo Crivellucci è “Studi storici”, una rivista pubblicata tra il 1892 e il 1914, cui dedica la maggior parte del proprio tempo come organizzatore, oltre a pubblicarvi una serie numerosa di studi, articoli, recensioni e schede.
Nei primi numeri il suo apporto diretto è imponente anche dal punto di vista dei contributi, sua anche l’impostazione delle recensioni e delle notizie di libri recenti, notevole per l’apertura singolare alla storiografia straniera, inclusa quella americana, e in particolare a quella tedesca secondo un indirizzo generale degli studi di allora. Non mancano, nelle recensioni e nelle schede, toni polemici e violente stroncature, da cui si evince la sua irritazione verso il dilettantismo e i tentativi di tracciare grandi sintesi senza studi particolari preparatori. Concepita come l’organo di un seminario, la rivista vede crescere con gli anni il numero dei collaboratori.
A partire dal 1902, affiancato da alcuni collaboratori, il Crivellucci avvia un’altra impresa editoriale di eccezionale impegno, testimonianza dell’importanza che egli riconosce ai problemi dell’organizzazione culturale: “Annuario bibliografico della storia d’Italia dal Sec. IV dell’E.V. ai giorni nostri”. Ne escono a Pisa otto volumi in tutto, ma l’iniziativa non sopravviverà al suo ideatore e anche in seguito tale lacuna non sarà più efficacemente colmata.
Negli ultimi anni pisani il Crivellucci inasprisce delle sue posizioni politiche e culturali: nel 1907, chiamato a tenere il discorso inaugurale per l’anno accademico, sceglie di parlare su “La tirannide sacerdotale”, un discorso pubblicato poi nell’Annuario universitario di quell’anno, esprimendosi con una violenza polemica straordinaria, accusando il Cristianesimo, per la sua volontà di conquistare le anime, di un’irresistibile tendenza al dominio e all’abbrutimento degli uomini. Di fronte a questo violento attacco l’Arcivescovo di Pisa, il cardinale Pietro Maffi (1858-1931), fa pervenire a tutti i professori, come risposta indiretta, un opuscolo in cui sono ricordate le origini religiose dell’università pisana e i relativi incoraggiamenti pontifici.
Intanto, il Crivellucci ha continuato con molta intensità la sua attività di studioso, con una serie di contributi particolari dedicati all’approfondimento di specifiche questioni relative all’età costantiniana e alla storia longobarda, con grande attenzione ai problemi interpretativi di alcuni passi di Paolo Diacono (720-799).
A partire dal 1907, gli interventi diretti del Crivellucci nella rivista “Studi storici” diventano sempre più rari, finché, nel 1910, trasferisce la sede di stampa da Pisa a Pavia, chiudendo l’era della redazione unitaria e lo spazio dedicato esclusivamente ai propri studenti e aprendo ad altri studiosi, quali Giacinto Romano (1854-1920), Gaetano Salvemini (1873-1957), Gioacchino Volpe (1876-1971), che lo affiancarono nella direzione, e a nuovi collaboratori come Luigi Salvatorelli (1886-1974), Roberto Palmarocchi (1887-1956), Pietro Silva (1887-1954).
Questo mutamento, coincidente con il trasferimento del Crivellucci all’università di Roma, toglie alla rivista il suo carattere originale senza garantire un’ormai irraggiungibile unità di indirizzo. Il gruppo degli studenti con cui aveva iniziato la collaborazione si è ormai disperso e l’orientamento degli stessi condirettori è in progressiva via di diversificazione. Per questo motivo, la pubblicazione della rivista cesserà immediatamente dopo la morte del fondatore.
4. GLI ULTIMI ANNI
Nel 1910, dopo venticinque anni a Pisa, Amedeo Crivellucci si trasferisce all’università di Roma, dove si dedica soprattutto all’insegnamento e meno alla ricerca, benché non vadano dimenticate le edizioni portate a compimento della “Historia” di Landolfo Sagace (X Secolo) e della “Historia Romana” di Paolo Diacono (VIII Secolo), del quale, invece, non riuscirà a terminare la “Historia Langobardorum”, a dispetto dei molti studi e lavori preparatori.
Diviene preside della facoltà di lettere dal 1911 al 1913 e in quello stesso anno entra a far parte del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione. In questo ruolo cerca senza successo di favorire l’ex studente Giovanni Gentile (1875-1944).
La salute tuttavia comincia a declinare precocemente e, mentre in Europa scoppia la Prima Guerra Mondiale (1914-1918) con l’Italia ancora neutrale, egli si presenta al distretto militare di Roma chiedendo di essere richiamato, ma improvvisamente muore a Roma, l’11 novembre del 1914, in un’aula universitaria, mentre si discute una tesi di laurea.
5. LE FONTI
AA.VV, “Dizionario biografico degli Italiani”, Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, Volume 31 (1985), voce “Amedeo Crivellucci (1850-1914)”, curata da Marco Tangheroni (1946-2004).