1346 – La battaglia di Neville’s Cross

Il 17 Ottobre del 1346, il re di Scozia Davide II de Brus (1324-1371) affrontava nella battaglia di Neville’s Cross, a Ovest di Durham, l’esercito dell’arcivescovo di York, William de la Zouche (1293-1352).
I. LO SCENARIO
Nell’ambito della Guerra dei Cent’Anni (1337-1453), il Regno d’Inghilterra aveva già iniziato a mostrarsi pericoloso per le difese francesi e la sconfitta nella battaglia navale di Sluys, nel 1340, aveva indotto alla prudenza re Filippo VI il Fortunato (1293-1350). Sei anni dopo il re francese — che non era riuscito a ricostruire una flotta adeguata e che certamente non poteva sperare di organizzare uno sbarco in forze sulla costa inglese — si era trovato al contrario nel timore di uno sbarco di re Edoardo III (1312-1377) sulla costa settentrionale del regno.
Per questa ragione, nel nome della Auld Alliance, nella prima metà del 1346 re Filippo aveva inviato a re Davide II di Scozia numerose richieste di supporto per affrontare la minaccia inglese. Sebbene gli appelli di Filippo VI si fossero fatti particolarmente insistenti sin dal Giugno del 1346, l’offensiva scozzese contro l’Inghilterra non era iniziata prima dell’Ottobre di quello stesso anno. Nel frattempo, re Edoardo aveva sconfitto una prima volta l’esercito francese a Caen, a Luglio, e una seconda volta a Blanchetaque, ad Agosto, prima di annientare gli oltre 40.000 uomini di re Filippo a Crécy, il 26 Agosto, pur disponendo di poco più di 15.000 uomini.
II. L’INVASIONE SCOZZESE DELL’INGHILTERRA
Pur non essendo stato veloce nel reclutarli, re Davide aveva invaso l’Inghilterra con una forza di 12.000 uomini. Approfittando del fatto che re Edoardo era in Francia, le forze scozzesi avevano preso Liddesdale e avevano sorpassato Carlisle dopo aver ricevuto un riscatto. Poi, avevano fatto il loro ingresso nello Yorkshire, a seguito di una marcia di oltre una settimana. Lungo il cammino, avevano saccheggiato il monastero di Hexham, facendo terra bruciata sulla propria strada.
L’esercito scozzese era giunto a Durham il 16 Ottobre, stanziandosi a Bearpark. Re Davide aveva chiesto alla città il pagamento di mille sterline entro il 18 Ottobre.
All’insaputa degli scozzesi, però, l’arcivescovo di York aveva già disposto delle truppe per la difesa: non disponeva che di 5.000 uomini, forse anche meno, ma avrebbe potuto averne anche 3.000 in più, se avesse atteso. Non oltre, perché il grosso dell’esercito inglese era impegnato a Calais.
III. LO SCHIERAMENTO
Al mattino del 17 Ottobre, apprendendo con sorpresa dell’avvicinamento di un esercito inglese, — venuto a contatto con un gruppo di scozzesi impegnati a razziare le campagne di Durham — re Davide fece subito schierare i suoi in posizione difensiva su un’altura, mentre l’arcivescovo William de la Zouche si avvicinava al castello di Barnard.
Essendo in inferiorità numerica e vedendo le forze scozzesi ben attestate su in collina, anche il presule inglese decise di rimanere sulla difensiva.
IV. LA BATTAGLIA
La situazione di stallo proseguì fino al pomeriggio, quando l’arcivescovo de la Zouche fece avanzare gli arcieri affinché bersagliassero le linee scozzesi: gli archi lunghi inglesi riuscirono nel loro intento e indussero gli scozzesi ad attaccare.
La posizione di vantaggio degli scozzesi, tuttavia, era buona per la difesa, ma superare i molti ostacoli presenti sul declivio frammentò progressivamente la formazione assunta dall’esercito nell’atto di attaccare: ciò permise agli inglesi di resistere facilmente all’assalto scozzese.
Quando fu chiaro che la battaglia stava andando a favore degli inglesi, il conte Robert the Stewart (1316-1390), cognato di re Davide, si ritirò, lasciando il re ad affrontare il nemico da solo con pochi uomini. Verso sera, anche il battaglione del re tentò la ritirata, ma fallì e il re stesso fu catturato, mentre il resto dell’armata scozzese fu inseguita dagli inglesi per oltre venti miglia.
V. CONSEGUENZE
A seguito della cattura sul campo di battaglia di re Davide II, l’offensiva scozzese terminò e re Edoardo III d’Inghilterra poté continuare indisturbato l’assedio di Calais.
Il sovrano scozzese sarebbe stato consegnato direttamente al re inglese, che l’avrebbe condotto con sé a Londra, ove sarebbe rimasto prigioniero per undici anni.
Questo lungo periodo di prigionia avrebbe favorito l’anarchia in Iscozia. Re Davide non sarebbe riuscito ad avere figli e il trono sarebbe passato proprio al cognato, Roberto II.
VI. BIBLIOGRAFIA
— AA.VV., “Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti”, Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani degli Alfieri (1877-1961):
– Francesco Cognasso (1886-1986), voce “Cent’Anni, Guerra dei”, nel Vol. 9 (1931);
– Piero Rebora (1889-1963), voce “David II, re di Scozia”, nel Vol. 12 (1931);
– Reginald Francis Treharne (1901-1967), voce “Roberto II re di Scozia”, nel Vol. 29 (1936).
— AA.VV., “Encyclopaedia Britannica”, Encyclopaedia Britannica Inc., voce “David II – king of Scotland”.
— AA.VV., “Storia del mondo medievale”, Cambridge University Press, Volume VI (Declino dell’Impero e del Papato e sviluppo degli Stati nazionali):
– Alfred Coville (1860-1942), “XVI. Francia. La guerra dei cent’anni (fino al 1380)”;
– Bernard Lord Manning (1892-1941), “XIX. Inghilterra, Edoardo III e Riccardo II”.
— John A. Wagner, “Encyclopedia of the Hundred Years War”, Bloomsbury Publishing Plc, 2006, voce “Neville’s Cross, Batte of”.