Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum ci descrive bene la condizione morale e sociale dei Longobardi.
La guerra tra i Gepidi e i Longobardi finì con la totale sconfitta dei Gepidi. Uno dei condottieri dei Longobardi era Alboino figlio del re Audoino. Alboino uccise Turismondo figlio di Turisendo re dei Gepidi.
Finita la battaglia tutti i capi Longobardi si riunirono per festeggiare la vittoria e invitarono il loro re Audoino a far sedere a tavola anche suo figlio Alboino che si era contraddistinto in battaglia per il suo coraggio.
Ma ecco la risposta del re Audoino: “Voi sapete che da noi non si usa che il figlio del re segga a mensa col padre se prima non abbia prese le armi dalle mani di un re straniero”. Alboino udito ciò prese con sé quaranta giovani e si recò da Turisendo re dei Gepidi con il quale aveva poco prima combattuto.
Giunto dai Gepidi egli spiegò I motivi della sua venuta. Il re lo accolse benignamente e lo invitò alla sua mensa e lo fece sedere alla sua destra dove soleva sedere il figlio poco prima ucciso in battaglia. Durante il banchetto alcuni Gepidi presero in giro i Longobardi per via del fatto che usavano cingere le caviglie con dei tessuti di colore chiaro. Secondo loro assomigliavano alle cavalle dei Gepidi i quali fasciavano le zampe dei loro cavalli.
Il re Turisendo si frappose tra i rissosi e sedò gli animi. Alla fine del banchetto prese le armi del figlio e le consegnò ad Alboino e fece in modo di farlo ritornare sano e salvo al suo accampamento. Da quel giorno Alboino poté sedersi insieme al padre durante i banchetti e i Longobardi esaltarono l’audacia di Alboino e insieme lodarono la grandissima lealtà del re Turisendo.
Tipico delle società primitive o se preferite, meno evolute, è quello di sottoporre i maschi giovani, a una prova di coraggio per diventare adulti. I romani erano lontani anni luce non solo perché sconfitti e sostituiti dalle nuove popolazioni vittoriose ma per la loro evoluta e complessa societá.
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P. Diacono, Hist. Lang., 1,I,pag. 23 ss.