24 agosto 1109
E’ una delle battaglie più famose della storia polacca, ricordata nella lapide presente sulla Tomba del Milite Ignoto a Varsavia, e entrata nella memoria collettiva del paese quale fulgido esempio della resistenza di fronte agli invasori stranieri.
Glogau, Głogów in polacco, è una città della Slesia, tra le più antiche della Polonia, situata strategicamente sulle vie commerciali che dalla Sassonia portavano verso Danzica e il Mar Baltico. Sin dagli albori dello stato polacco, intorno all’anno 1000, fu pesantemente fortificata dai Piasti, i regnanti della Polonia, e fu sovente luogo di scontro con invasori tedeschi provenienti da ovest.
Lo stato polacco, creato tradizionalmente dal primo principe della dinastia dei Piasti, Mieszko I, nel 963, dovette affrontare nei primi anni della sua esistenza un costante tentativo di sottomissione da parte del Sacro Romano Impero della nazione germanica. I Polacchi riuscirono sempre a respingere tali tentativi ed il paese si mantenne sempre al di fuori dell’impero e dell’influenza tedesca, sviluppando un’identità propria. Dopo circa un secolo e mezzo d’esistenza, tuttavia, lo stato dei Piasti cadde vittima dell’uso insito nella famiglia reale di dividere il territorio tra i vari principi, mantenendo solo un diritto cosiddetto di seniorato per il principe più anziano, venendo completamente abbandonato il titolo reale. Questo indebolì il paese, perché inevitabilmente tra i vari principi sorsero conflitti e le potenze straniere, in questo caso il Sacro Romano Impero, la Boemia, l’Ungheria e i principati russi ci si misero di mezzo, appoggiando ora l’uno ora l’altro principe. Nel 1109 il seniore, con il titolo di Gran Duca di Polonia, era Boleslao III, principe particolarmente dotato di doti politiche e militari e deciso ad imporre la propria supremazia su tutto il paese. Il suo oppositore era il fratello, Zbigniew, che governava la parte settentrionale del paese, la cosiddetta Grande Polonia. Zbigniew fu sconfitto da Boleslao che forte di tale successo, si dedicò alla conquista della Pomerania, la terra oggi tedesca allora anch’essa abitata da una popolazione slava. Ma Zbigniew cercò appoggi fuori dal paese e li ottenne prima dal Duca di Boemia, Svatopluk, e poi dal Sacro Romano Imperatore, Enrico V, della Casa di Franconia. Enrico V, figlio di quell’Enrico IV che aveva fatto penitenza a Canossa, era particolarmente deciso a imporre l’autorità imperiale ovunque anche se, fortunatamente per Boleslao, mancava di grandi capacità militari. Sia quello che sia comunque Enrico intimò prima a Boleslao di accordare nuovamente al fratello i territori contestati e poi, di fronte al rifiuto di Boleslao, invase il paese, ottenendo pure l’appoggio boemo. Con una forte armata entrò in Polonia e si presentò di fronte alla città fortificata di Glogau, luogo di scontri tra Tedeschi e Polacchi già un secolo prima. Un piccolo corpo polacco fu sconfitto da Enrico in campo aperto e si chiuse nella città fortificata, mentre Boleslao III, occupato in Pomerania, si dirigeva a sud per confrontare gli invasori. Secondo il cronista Anonimo Gallo, che raccontò la storia nel suo Gesta Principum Polonorum, Enrico strinse d’assedio la città ma consentì ai difensori una tregua di cinque giorni, durante la quale essi avrebbero potuto interpellare il loro principe Boleslao chiedendo il permesso di resa. Quale garanzia per tale tregua l’imperatore ottenne i bambini dei cittadini, promettendo di rilasciarli vivi anche se la risposta di Boleslao fosse stata negativa per cui la città avrebbe dovuto opporre resistenza. Ma Enrico non mantenne la parola. Boleslao pretese da Glogau la resistenza e allora Enrico legò i bambini alle macchine d’assedio per farne come degli scudi umani; quindi attaccò la città. Anonimo Gallo ci dice che la crudeltà dell’imperatore solo rafforzò nei difensori la volontà di resistere e non ci racconta se e come i bambini furono uccisi dai proiettili dei difensori. Quello che è certo è che Enrico fu respinto da Glogau e, secondo alcuni, quando più tardi arrivò l’esercito guidato da Boleslao patì una sonora sconfitta in campo aperto nei pressi di Breslavia (l’odierna Wrocław) in una località denominata in polacco Psie Pole. Il duca Svatopluk alleato di Enrico fu assassinato da membri di un clan rivale nello stesso campo sotto Glogau e l’esercito imperiale si ritirò oltre l’Oder, per mai più rientrare in Polonia.
Glogau rappresentò l’ultimo grande tentativo tedesco di soggiogare lo stato polacco. Nel 1157 l’imperatore Federico Barbarossa intervenne nuovamente in Slesia, questa volta con successo, in appoggio del duca polacco Ladislao II, e in questo modo portò la Slesia nella sfera di influenza tedesca, nella quale rimase con alterne vicende sino a dopo la II Guerra Mondiale. Ma neanche il Barbarossa si spinse oltre Breslavia. I tedeschi, per seicento anni, non tentarono mai più di invadere o soggiogare la Polonia. Fu solo quando nel ‘700 lo stato polacco, ormai profondamente indebolito da un secolo di guerre contro Svedesi e Russi, che il Drang-nach-Osten riprese con il grande Federico II di Prussia e la sua partecipazione nelle spartizioni. Nel 1925 la Polonia nuovamente indipendente iscrisse Glogau nell’elenco delle battaglie sacre nella storia polacca nel Monumento al Milite Ignoto a Varsavia. Il 1º settembre 1979 il governo polacco inaugurò un monumento per commemorare i bambini di Glogau nell’anniversario dei 40 anni dell’invasione nazista.
Per approfondire:
Adam J. Kosto, Hostages in the Middle Age, Oxford, 2012
Pavel Jasienica, Piast Poland (trad.ingl.), Miami, FL, 1985
Tadeusz Manteuffel, The Formation of the Polish State. The Period of Ducal Rule 963-1194 (trad.ingl.), Detroit, MI, 1982