Ai confini orientali dell’Impero d’Oriente si combattè una grande battaglia che, seppur ignota alla grande storia in Occidente, è considerata come uno degli eventi più importanti della propria storia dal popolo armeno nonchè probabilmente la prima battaglia della storia in difesa della fede cristiana. L’Armenia storica era ben più estesa della minuscola Repubblica d’Armenia attuale e spaziava negli attuali territori della Turchia, dell’Azerbaijan e dell’Iran. Entità statale ben definita sin dall’antichità l’Armenia, nel 301, era diventato il primo stato ad adottare il Cristianesimo come religione ufficiale. Stato cuscinetto tra i due grandi imperi, quello romano e quello persiano dei Sassanidi, nel 428 aveva visto la propria monarchia scomparire lasciando al suo posto una serie di signori feudali che riconoscevano la sovranità persiana. Gelosi della proprià identità nazionale e della propria religione cristiana tuttavia gli Armeni mal si sottomisero al dominio Sassanide. Nel 451 l’imperatore persiano Yadzegerd II, preoccupato dei legami della Chiesa Armena con Costantinopoli, tentò di imporre la conversione della popolazione alla religione mazdea (quella di Zoroastro) scatenando una rivolta collettiva. Vardan Mamikonian, il maggiore signore armeno e comandante dell’esercito, guidò la rivolta che dovette in breve confrontarsi con un enorme esercito Sassanide inviato a reprimerla. Una richiesta d’aiuto a Costantinopoli cadde nel vuoto. Si combattè nella piana di Avarayr, oggi situata in territorio iraniano presso il confine nord-occidentale, nella provincia dell’Azerbaijan Occidentale. I Sassanidi impiegarono le loro truppe migliori, i famosi Immortali, cavalieri catafratti fortemente corazzati, e parecchi elefanti. Gli Armeni, in inferiorità numerica, alla fine furono sconfitti ma per i Sassanidi fu una vittoria di Pirro, che li convinse a rinunciare ai tentativi di conversione forzata del popolo armeno. Vardan Mamikonian cadde sul campo e fu onorato in seguito dagli Armeni come l’eroe nazionale, la cui statua equestre troneggia nella piazza centrale di Yerevan. Una conseguenza collaterale, e non voluta, del conflitto del 451 fu che gli ecclesiastici armeni disertarono il Concilio di Calcedonia, e non ne adottarono i canoni, ponendosi quindi al di fuori della grande chiesa che riconosceva il pontefice romano. Tale separazione rimane al giorno d’oggi.
Per approfondire:
AA.VV., Storia degli armeni, Milano, 2002
Marie-Louise Chaumont, Armenia and Iran. ii. The pre-Islamic period in “Encyclopaedia Iranica, Vol.II/4”, 1986
Touraj Daryaee, Sasanian Persia. The Rise and Fall of an Empire, Londra, 2009
René Grousset, Histoire de l’Arménie des origines à 1071, Parigi, 1947
Robert H. Hewsen, Avarayr, in “Encyclopaedia Iranica, Vol.III/1”, 1987