-876 – Ludovico il Germanico

Il 28 Agosto, nell’anniversario della morte a Francoforte sul Meno, a circa settant’anni d’età o forse anche settantaquattro, si ricorda Ludovico I il Germanico (802/806-876), re dei Franchi Orientali della stirpe dei Carolingi.
I. LE ORIGINI
Ludovico il Germanico era il terzo figlio maschio dell’imperatore Ludovico I il Pio (778-840) — unico figlio legittimo sopravvissuto a Carlo Magno (742-814) — e della sua prima moglie Ermengarda di Hesbaye (778-818).
II. LA PRIMA “ORDINATIO IMPERII
Con la “Ordinatio imperii” (817) l’imperatore Ludovico il Pio aveva assegnato ai tre figli parte dell’impero: il primogenito Lotario (795-855) aveva ricevuto il Regno d’Italia ed era stato associato al padre come co-imperatore, il secondogenito Pipino (797-838) aveva ricevuto il Regno d’Aquitania, da allora venendo chiamato Pipino d’Aquitania, mentre Ludovico, il terzogenito, aveva ricevuto il Regno di Baviera, da allora venendo detto Ludovico il Germanico.
III. CONFLITTI CON IL PADRE
Dalle seconde nozze del padre con Giuditta di Baviera (800/805-843) era tuttavia nato un quarto figlio maschio, Carlo (823-877), in seguito passato alla storia come Carlo il Calvo, non in quanto privo di capelli, ma in quanto privo di una corona, diversamente dai tre fratellastri. A causa dei tentativi di assegnare un dominio anche a quest’ultimo, i tre figli si erano a più riprese ribellati al padre, che non aveva voluto combattere contro di essi e si era consegnato loro, disponibile ad abdicare, ma non a trattare.
I tre fratelli tuttavia, dopo aver prevalso sul padre, non erano stati capaci di accordarsi tra loro, perché Lotario, in qualità di imperatore, si era preteso superiore a Pipino e Ludovico.
Così essi avevano finito per richiamare il padre sul trono.
IV. GUERRA E PACE
Quando Pipino era premorto al padre, nell’838, questi aveva assegnato a Carlo il Regno di Aquitania, ritenendo finalmente di aver risolto la contesa. I nobili aquitani, tuttavia, avevano eletto come proprio re il figlio di Pipino, Pipino II il Giovane (823-864).
Ludovico il Pio aveva regnato in modo sempre più formale, restando privo di una vera autorità, fino alla sua morte, nell’840. Allora, tra i figli era scoppiata la guerra e il nipote Pipino il Giovane si era alleato con lo zio Lotario, finalmente succeduto al padre come imperatore. Ludovico il Germanico, allora, si era alleato col fratellastro Carlo il Calvo. L’alleanza era stata favorita dal fatto che Ludovico aveva sposato Emma di Altdorf (808-876), sorella minore di Giuditta di Baviera, madre di Carlo: quindi, tra loro, i due fratellastri erano anche cognati e zio e nipote.
Allo scontro armato si era arrivati il 25 Giugno dell’841, a Fontenoy: si erano affrontati due eserciti di circa 150.000 uomini ciascuno ed erano morti quasi 50.000 guerrieri franchi. Dopo lo scontro, Ludovico e Carlo — che avevano tenuto il campo — si erano incontrati il 14 Febbraio dell’842 a Strasburgo, scambiandosi un giuramento che costituisce il primo testo scritto in alto tedesco e in antico franco. Lotario aveva allora accettato di scendere a patti e, abbandonando il nipote Pipino il Giovane, aveva stipulato con i fratelli il Trattato di Verdun, il 10 Agosto dell’843.
V. IL TRATTATO DI VERDUN
Ludovico, con il titolo di re dei Franchi Orientali, aveva tenuto per sé la Franconia, corrispondente grosso modo all’antica Austrasia, più la Sassonia, la Svevia e la Baviera. Carlo il Calvo era invece divenuto re dei Franchi Occidentali, quindi padrone di Fiandra, Neustria, Aquitania, Settimania e di una parte della Borgogna Cisgiuriana. Lotario, infine, aveva conservato il titolo imperiale e il controllo diretto soltanto d’Italia, Provenza, Borgogna e Lotaringia. Quest’ultima, creata all’uopo col Trattato di Verdun, era una striscia di terra delimitata a Est dall’Ems e dal Reno, a Ovest dai fiumi Saona, Mosa e Schelda, a Sud dalla catena del Giura e quindi dalla Borgogna.
VI. DA PRÛM A MEERSEN
Carlo il Calvo era rimasto a lottare ancora contro l’indomito Pipino II d’Aquitania, dovendo al contempo fronteggiare le incursioni dei vichinghi lungo le coste della Manica e dell’oceano. Il giovane re d’Aquitania era giunto ad allearsi con i vichinghi, ma infine, quando era stato sconfitto, Ludovico il Germanico gli aveva dato asilo. In seguito, l’imperatore Lotario era morto, non prima di aver diviso i propri domini tra i tre figli, con la ripartizione di Prûm (855): Ludovico II il Giovane (825-875) aveva avuto il Regno d’Italia, insieme alla corona imperiale, Lotario II (835-869) aveva avuto il Regno di Lotaringia, con la prestigiosa Aquisgrana, e il più giovane, Carlo (845-863), il Regno di Provenza. Otto anni più tardi, quest’ultimo era stato stroncato dall’epilessia, sicché gli altri due — dopo essere stati sul punto di farsi guerra — se n’erano spartiti il regno, con la Provenza e la Borgogna Cisgiuriana unite all’Italia e la Borgogna Transgiuriana unita alla Lotaringia.
Tuttavia, quando era morto anche Lotario II di Lotaringia, privo di discendenza legittima, il fratello superstite era impegnato nel Mezzogiorno d’Italia, dove aveva sgominato l’Emirato di Bari, ma era poi caduto prigioniero dei duchi longobardi del Sud. Allora, gli zii Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico ne avevano approfittato per invadere e spartirsi la Loro, regolandone la ripartizione con il Trattato di Meerssen (870).
VII. IL CONFLITTO CON CARLO IL CALVO
Cinque anni dopo Meerssen, alla morte senza discendenti dell’imperatore Ludovico II il Giovane, re d’Italia e di Provenza, Ludovico il Germanico non era riuscito a mettere le mani anche sulla Penisola Italiana e sulla corona imperiale, in quanto battuto sul tempo dal fratello Carlo il Calvo, che aveva ottenuto non solo il riconoscimento della titolarità dei regni di Provenza e d’Italia, ma altresì l’incoronazione imperiale da parte di papa Giovanni VIII (820-882).
Allora, Ludovico il Germanico aveva inviato il proprio primogenito Carlomanno di Baviera (830-880), che – con l’appoggio di uno dei grandi vassi italiani, il marchese ‎Berengario del Friuli (850-923), nipote di Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico, essendo figlio della loro sorella Gisella (818/820-876) – aveva invaso l’Italia dal Brennero e conquistato il Nord-Est fino a Bergamo. Frattanto, lo stesso Ludovico Germanico, dalla Lotaringia, aveva invaso la Neustria.
VIII. LA MORTE E SUCCESSIONE
La guerra tra i due anziani fratelli terminò con la morte del maggiore, Ludovico il Germanico, i cui tre figli avrebbero litigato per spartirsi la Germania, dando fiato a Carlo il Calvo.
Il primogenito Carlomanno, già re di Baviera, avrebbe avuto il titolo nominale di re dei Franchi Orientali, ma il secondogenito Ludovico II il Giovane (835-882), pur formalmente solo re di Sassonia, avrebbe controllato gran parte del Nord, e il terzogenito Carlo III il Grosso (839-888), col titolo di re di Alemannia, avrebbe controllato la parte occidentale dei territori appartenuti al padre.
IX. QUIERZY, RIUNIFICAZIONE E SPACCATURA
Essendosi presto accordati i figli di Ludovico il Germanico, Carlo il Calvo avrebbe avuto bisogno della fedeltà dei propri vassalli per la campagna d’Italia, per difendere cioè i propri diritti sul Regno d’Italia e sulla corona imperiale, ma era un re debole, per lo più incapace di fermare le incursioni dei vichinghi sulla costa settentrionale. Avrebbe quindi dovuto concedere qualcosa ai vassalli, per assicurarsi la loro fedeltà e così avrebbe emanato, il 14 Giugno dell’877, il capitolare di Quierzy, un provvedimento che avrebbe reso ereditarie le terre concesse in “beneficium” ai “grandi vassi“, quelli cioè creati direttamente dal sovrano: questa sarebbe stata la successiva interpretazione estensiva, perché formalmente l’ereditarietà era garantita dalla nona disposizione del capitolare solo per coloro che fossero morti mentre i loro figli erano al seguito dell’imperatore o eventualmente, dalla decima disposizione, per coloro che si fossero ritirati a vita monastica.
Non ostante l’emanazione del capitolare, tuttavia, i vassalli franchi avrebbero lasciato da solo l’imperatore in Italia, preoccupati più dalle incursioni dei vichinghi che dal destino della corona italica o imperiale.
Decidendo di rientrare in Francia a causa della scarsezza delle proprie truppe, Carlo il Calvo si sarebbe tuttavia ammalato, morendo nel valicare le Alpi, in Moriana, il 6 Ottobre di quello stesso anno.
Il Capitolare di Quierzy avrebbe sancito l’inizio della frammentazione politica e, con essa, il particolarismo feudale, avviando la disgregazione dell’impero rifondato settantasette anni prima da Carlo Magno, ma al tempo stesso istituendo uno dei fondamenti della civiltà feudale.
Le grandi famiglie comitali — i Robertingi in Francia, i Corradini in Lotaringia, i Liudolfingi in Germania, i Guelfi, i Bosoningi e i Bivinidi in Borgogna e Provenza, gli Unrochingi e i Guidonidi in Italia — avrebbero iniziato la loro ascesa, giungendo negli anni a venire a calzare le corone dei Carolingi.
Morto Carlo il Calvo, infatti, al successore Ludovico II il Balbo (846-879) sarebbe stato di fatto imposto di garantire questa interpretazione estensiva benché nessuno avesse seguito Carlo il Calvo in Italia. Infatti, la ribellione guidata dal conte Bosone di Provenza (844-887) — fratello della seconda moglie di Carlo il Calvo, Richilde di Provenza (841-910/914), matrigna di Ludovico il Balbo — avrebbe altrimenti minacciato di non riconoscere la successione al trono, spaccando il Regno dei Franchi Occidentali.
Approfittando della situazione, ma anche della morte in sequenza di fratelli e cugini, tutti privi di discendenza legittima, pochi anni più tardi, uno dei figli di Ludovico il Germanico, Carlo il Grosso, sarebbe riuscito a riunificare sotto di sé l’intero impero carolingio, ottenendo l’Italia (880), la corona imperiale (881), la corona di re dei Franchi Orientali (882) e quella di re dei Franchi Occidentali (884). Si sarebbe tuttavia trattato di equilibri troppo precari e — dopo l’assedio di Parigi da parte dei vichinghi (885-886), da lui risolto solo pagando i capi vichinghi perché aggredissero la Provenza di Bosone — avrebbe subito la deposizione. L’impero si sarebbe così nuovamente spaccato in regni tra loro indipendenti.
X. LE FONTI PRIMARIE
Le principali fonti primarie sulla vita di Ludovico il Germanico sono le cronache coeve. Per la giovinezza, si cita innanzitutto la “Vita Hludovici Imperatoris” di un anonimo detto l’Astronomo per le competenze dimostrate nel suo scritto. Si è molto speculato sul possibile autore, talora identificato con l’abate Ilduino di Saint-Denis (775-840), talaltra con il vescovo Giona d’Orléans (760-843) o con l’abate Valafrido Strabone di Reichenau (808/809-849). L’opera descrive principalmente il regno di Ludovico il Pio e, per conseguenza, le aspre lotte tra i figli. Un’altra opera fondamentale, a riguardo, è il “De dissensionibus filiorum Ludovici pii“, in quattro libri, detto anche “Historiarum Libri Quattuor“, del conte Nitardo di Ponthieu (800-845), abate laico di Saint-Riquier. Si menzionano poi il “Chronicon Reginonis” dell’abate Reginone di Prüm (840-915), gli “Annales Bertiniani“, redatti dall’Abbazia di San Bertino di Saint-Omer, gli “Annales Vedastini“, dell’Abbazia di San Vedasto di Arras.
XI. BIBLIOGRAFIA
— AA.VV., “Dizionario Biografico degli Italiani”, Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, 1960-2020:
– François Bougard (n. 1959), voce “Ludovico II, re d’Italia, imperatore”, nel Vol. 66 (2006).
— AA.VV., “Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti”, Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani degli Alfieri (1877-1961), 1929-1937:
– Georges Bourgin (1879-1958), voce “Bosone re di Provenza”, nel Vol. 7 (1930);
– Francesco Cognasso (1886-1986), voci “Carlo II imperatore, detto il Calvo”, “Carlo III Imperatore, detto il Grosso” e “Carlomanno, re d’Italia e di Baviera”, nel Vol. 9 (1931), “Ludovico il Pio, re dei Franchi e imperatore” e “Luigi II detto il Balbo, re di Francia”, nel Vol. 21 (1934);
– Augusto Lizier (1870-1950, ), voci “Lotario I re d’Italia e imperatore”, “Lotario II, re di Lotaringia”, “Ludovico II re d’Italia e imperatore”, “Ludovico il Germanico, re dei Franchi Orientali” e “Ludovico il Giovane, re dei Franchi Orientali”, nel Vol. 21 (1934).
— AA.VV., “Encyclopaedia Britannica”, Encyclopaedia Britannica Inc., voci “Boso – king of Provence”, “Carloman – king of Bavaria”, “Charles II – Holy Roman emperor”, “Louis I – emperor of Franks”, “Louis II – king of France”, Louis II – king of the East Franks”, “Louis III – king of the East Franks”, e “Treaty of Verdun – France [843]”.
— AA.VV., “Storia del mondo medievale”, Cambridge University Press, 1929-1936, Garzanti, 1981, Volume II (L’espansione islamica e la nascita dell’Europa feudale) :
– René Poupardin (1874-1927), “XVIII. Ludovico il Pio” e “XIX. I regni carolingi (840-918)”;
– Louis Halphen (1880-1950), “XX. Francia: gli ultimi Carolingi e l’ascesa di Ugo Capeto (888-987)”;
– Allen Mawer (1879-1942), “XXIII. I Vichinghi”.