I Wittelsbach sul trono di Svezia

I Wittelsbach non sono ricordati come una grande dinastia guerriera. Anzi le loro imprese militari non furono in genere coronate da grande successo e non portarono a significativa espansione oltre i confini della Baviera. Eppure un ramo minore della nostra dinastia ebbe la ventura di reggere il Regno di Svezia tra il ‘600 e il ‘700 quando esso ricoprì il ruolo di potenza dominante nel nord e di potenza di primo ordine in Europa.

Tutto cominciò quasi per caso nel 1615 quando la principessa Caterina di Svezia, della dinastia dei Wasa, sorella del grande Gustavo Adolfo, sposò in età già abbastanza avanzata un suo lontano parente, il conte palatino Giovanni Casimiro, figlio secondogenito del duca Giovanni I di Zweibrücken. I duchi di Zweibrücken, dal nome della cittadina del Palatinato renano, oggi sita praticamente sul confine tra Germania e Francia, erano un ramo cadetto dei Wittelsbach palatini, distaccatosi dal ramo principale all’inizio del ‘400. Erano titolari di vari territori ma obbedivano all’elettore palatino di Heidelberg; come i Wittelsbach palatini avevano abbracciato la Riforma. Il padre di Caterina, il re Carlo IX, aveva a sua volta sposato in prime nozze una figlia dell’elettore palatino Ludovico VI, Maria, da cui era nata appunto Caterina. Caterina e Giovanni Casimiro vissero inizialmente in Germania nel castello di Kleeburg presso Zweibrücken ma poi si trasferirono in Svezia nel castello di Stegeborg presso Stoccolma quando scoppiò la guerra dei Trent’Anni, durante la quale il Palatinato fu notevolmente devastato. In quegli anni la Svezia entrò prepotentemente nella grande politica europea, giocando un ruolo di primo piano nella guerra dei Trent’Anni durante la quale Gustavo Adolfo morì sul campo di battaglia di Lützen nel 1632 lasciando il trono all’unica figlia, la piccola e poi celeberrima Cristina. Caterina svolse un ruolo importante essendo tutrice di Cristina mentre Giovanni Casimiro rimase in secondo piano: la coppia aveva avuto un figlio, Carlo Gustavo, nato nel 1622, che prestava servizio come militare nell’esercito svedese, allora considerato forse il migliore d’Europa. Accadde che Cristina rifiutò di sposarsi, vacillò nella sua fede riformata e infine decise di abdicare nel 1654, stabilendosi infine alla corte pontificia ove sarebbe morta nel 1689. Carlo Gustavo fu così, in modo tutto sommato inaspettato, portato al trono.

I Wittelsbach, noti in Svezia come Zweibrücken-Kleeburg, ressero il paese dal 1654 al 1720, e sotto di loro la Svezia raggiunse l’apice della propria potenza iniziando altresì il proprio declino. Carlo X Gustavo (1654-1660) restò noto per le proprie imprese militari, che occuparono tutto il suo regno. Nel 1655 invase la Polonia provocando quello che nella storia polacca è noto come il Deluge e poi aggredì la Danimarca, venendo ricordato nella storia militare per quando nel febbraio 1658 attraversò con l’esercito il Belt ghiacciato sino a minacciare Copenaghen. Sposò Edvige Eleonora di Holstein-Gottorp (1636-1715) da cui ebbe il figlio e successore Carlo XI (1655-1697, re dal 1660), grande alleato della Francia di Luigi XIV e che svolse un’enorme opera di riorganizzazione dello stato e dell’esercito, trasformandolo in una perfetta ed efficientissima macchina da guerra, i cui membri furono detti Karoliner. Da Carlo XI e da Ulrica Eleonora di Danimarca (1656-1693) nacquero infine il grande Carlo XII (1682-1718, re dal 1697) e Ulrica Eleonora (1688-1741, regina dal 1718 al 1720). Carlo XII merita senza dubbio un post a se stante ed è forse il Wittelsbach di maggior rilevanza storica, le cui gesta stupirono i contemporanei e furono tramandate ai posteri dal grande Voltaire. Basti ricordare la sua guerra contro Pietro il Grande di Russia, con la grande vittoria di Narva nel 1700 e la terribile sconfitta di Poltava, con cui la Svezia perse per sempre lo status di grande potenza. E ancora da ricordare sono la sua fuga dopo Poltava in territorio ottomano, la cavalcata che lo riportò a Stralsunda e la tragica morte, ancora avvolta nel mistero, in una trincea durante l’assedio alla fortezza norvegese di Fredrikshald nel 1718. Carlo XII non si sposò mai e a lui successe la sorella Ulrica Eleonora che però dopo soli due anni abdicò in favore del marito, il principio Federico d’Assia-Kassel, dal quale peraltro non ebbe figli. Nel 1751 alla morte di Federico la Svezia passò alla casa di Holstein-Gottorp.

Per approfondire:

Anthony F. Upton, Charles XI and Swedish Absolutism, 1660–1697, Cambridge, 1998

Michael Roberts, Sweden’s Age of Greatness 1632-1718, Londra, 1973

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