I mercedari

Di tutti gli ordini cavallereschi medievali quello dei mercedari e’ sicuramente il meno conosciuto rispetto ai più famosi Templari, Ospedalieri e Lazzariti. L’ordine nacque per la redenzione e il riscatto degli schiavi cristiani rapiti dai musulmani. il fondatore fu Pietro Nolasco all’inizio del duecento in pieno spirito della Reconquista spagnola e sotto l’egida di Nostra Signora della Mercede. I mercedari prestavano oltre ai tre classici voti di povertà, obbedienza e castità un quarto voto: quello di redenzione, mediante il quale si impegnavano a sostituire con la loro persona i prigionieri in pericolo di rinnegare la fede se caduti in mano ai mercanti di schiavi musulmani. Raccoglievano soldi, spezie e beni alimentari, facendo collocare «salvadanai o sacchi nelle chiese, nei crocevia, nelle piazze, nei mulini». La contrattazione, poi, non era cosa semplice: richiedeva la presenza di un interprete, del competente nel cambio e del funzionario del sovrano turco. Se il denaro non bastava i mercedari si consegnavano loro stessi in cambio del prigioniero, in specie per liberare donne e bambini, finché non fosse giunta l’intera somma pattuita. Tra i bambini, coloro che erano destinati a diventare la milizia personale del Sultano, ossia i giannizzeri, non potevano essere riscattati. «La mia vita per la tua libertà» è il nobile motto dell’Ordine. Talvolta quando il denaro si perdeva, perché magari un carico faceva naufragio, il mercedario veniva ucciso in segno di vendetta .

Si stima che il numero dei cristiani riscattati dai mercedari nel corso dei secoli sia di circa 100.000: i religiosi effettuarono la loro ultima “redenzione” nel 1798, quando riscattarono a Tunisi 830 prigionieri catturati dai pirati a Carloforte, in Sardegna.

LE FONTI

Maria Bianca Graziosi, Mercanti di anime. La gloriosa storia dei Mercedari, Verona, 2023

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