4 settembre 1037
La storia della Spagna medioevale può essere suddivisa grossomodo in due periodi: un primo, sin verso la prima metà del secolo XI, in cui ad una forte entità statuale musulmana, l’Emirato (poi Califfato) di Cordoba si opponevano dei piccoli stati cristiani, poco estesi territorialmente, poco abitati, e spesso in lotta fra loro; ed un secondo in cui la Spagna cristiana si stabilizzò, accettandosi a poco a poco una preminenza della Castiglia con l’Aragona degno secondo, mentre la Spagna musulmana implose politicamente e si polverizzò. Il tutto fu inframmezzato da invasioni africane, lotte intestine e guerre, guerre a non finire che forgiarono quei militari spagnoli che all’inizio dell’età moderna dominarono l’Europa.
Intorno all’anno 1000 la situazione era più o meno la seguente: la maggior parte del territorio apparteneva al Califfato di Cordoba, all’apogeo della sua potenza, che sotto il potente ministro al-Manzor aveva terrorizzato e ridotto all’impotenza con una serie di spedizioni militari gli stati cristiani del nord. A nord si distinguevano quattro entità cristiane: il Regno di León, la Contea di Castiglia, il Regno di Navarra e la Contea di Barcellona. León e Castiglia costituivano l’entità territorialmente più estesa, e la Castiglia, che offriva il fronte principale ai territori musulmani, era nominalmente legata al León da un vincolo di vassallaggio. Mentre Barcellona era ancora poco attiva, rimanendo molto legata al mondo franco e occitanico, i re di Navarra, dominanti su un territorio a cavallo dei Pirenei, erano estremamente attivi politicamente e militarmente, essendo spesso in prima fila nella lotta contro i musulmani. Talvolta grandi cambiamenti nella storia sono determinati da eventi fortuiti: così fu per la storia della Spagna medievale. Al-Manzor, il grande ministro cordobese, morì all’apice della sua gloria l’8 agosto 1002. A Cordoba regnava allora un debole califfo Hisham II, che aveva delegato ad al-Manzor praticamente tutto. Morto al-Manzor scoppiarono le lotte per impadronirsi del potere e in meno di 10 anni i temibili eserciti califfali furono soprattutto impegnati in conflitti intestini e civili tra vari pretendenti. A nord invece si affermarono due sovrani di vaglia, Alfonso V a León e Sancio III in Navarra, che in pochi anni tolsero ai musulmani indeboliti molte delle terre di frontiera. Sancio III di Navarra, in particolare, si dimostrò particolarmente abile pure a imporre la propria supremazia ai piccoli staterelli feudali che contornavano la Navarra intorno ai Pirenei e, per mezzo di un’accorta politica matrimoniale, ottenne pure il dominio sulla Castiglia, sottraendola al suo legittimo signore feudale, il re di León. Nel 1027 Alfonso V di León morì assediando la città di Vizeu, nell’odierno Portogallo, e lasciò il trono ad un figlio infante, Bermudo III. Nel frattempo il Califfato implodeva in lotte civili. Sancio III di Navarra a questo punto prese tutto: la Navarra, i territori sotto i Pirenei e la Castiglia per eredità matrimoniale. Nel 1035 venne a morte, lasciando la Navarra al primogenito Garcia, la Castiglia al secondogenito Ferdinando e i territori sotto i Pirenei al figlio naturale Ramiro, titolato re d’Aragona. Ma Bermudo III a León era diventato maggiorenne, nel frattempo, e volle riaffermare la propria sovranità feudale sulla Castiglia, il territorio più grande, che già allora stava diventando il più ambito. Ferdinando, che fra l’altro aveva sposato la sorella di Bermudo, gli resistette e Bermudo gli mosse guerra. Ferdinando, di per se in inferiorità numerica, ricevette l’appoggio del fratello Garcia IV di Navarra. Si combattè in un luogo chiamato Tamarón, la cui localizzazione, come tante battaglie antiche, è incerta, anche se oggi si propende per questo centro, di pochissime anime, in provincia di Burgos. Non deve essere stata una gran battaglia in quanto a forze impiegate ma fu comunque decisiva. Il giovane Bermudo fu sconfitto e cadde sul campo. Secondo un’esame autoptico eseguito nel XX secolo sul suo corpo furono rinvenute parecchie ferite di lancia, tipico per un cavaliere disarcionato e finito a terra. Morto Bermudo Ferdinando fu riconosciuto re di León e i due paesi furono uniti, costituendosi un’entità territoriale considerevole. Nel corso del Medio Evo avrebbero conosciuto per ragioni dinastiche ancora una divisione, tra il 1157 e il 1230, ma divennero in breve un’entità omogenea, che per dimensione e popolazione sopravanzava di gran lunga le altre entità cristiane. Castiglia e León avrebbero in breve soffocato la Navarra e offuscato Aragona e Barcellona. I suoi sovrani, molto più di quelli aragonesi, furono l’incarnazione della Reconquista e nell’età moderna la Castiglia e il León avrebbero significato la vera Spagna.
Per approfondire:
José María Fernández del Pozo, Alfonso V (999-1028): Vermudo III (1028-1037), Burgos, 1999
Gonzalo Martínez Diez, El condado de Castilla, 711-1038: la historia frente a la la leyenda, Valladolid, 2005
Vicente G. Olaya, Así murió Bermudo III, el último rey asturleonés, in El País, 15 ottobre 2018
Luis Suárez Fernández, Historia de España antigua y media, Madrid, 1975
Antonio Viñayo González, Fernando I, el Magno (1035-1065), Burgos, 1999