Battaglia di Kleidion

29 luglio 1014

Kleidion è il nome greco dell’attuale villaggio di Klyuch, nella Bulgaria sud-occidentale, dove si consumò nei fatti l’epilogo del Primo Impero Bulgaro mentre l’Impero Bizantino medievale raggiunse probabilmente l’apogeo della propria potenza guidato dal più grande condottiero tra i suoi imperatori, il famoso Basilio II.

Verso il 970 la Bulgaria era collassata a fronte dell’invasione del principe di Kiev, Sviatoslav, sobillato dai Bizantini. Le successive campagne bizantine guidate dall’imperatore Giovanni I Zimisce avevano portato alla conquista effettiva della Bulgaria orientale e alla caduta della dinastia regnante bulgara, il cui ultimo zar Boris II finì come prigioniero di lusso a Costantinopoli. Tuttavia la Bulgaria era ben lungi dall’essere finita. Esisteva probabilmente già un forte senso di identità nazionale e nell’ovest del paese, verso Sofia e poi ancora verso la Macedonia e fino all’odierna Albania, una famiglia nobile detta dei Cometopuli assunse in breve il controllo rifiutando l’egemonia bizantina. Come leader di questa famiglia si impose un nobile di nome Samuele, che associò per sempre il proprio nome all’ultima resistenza bulgara. In breve tempo Samuele consolidò il proprio dominio su tutti i Balcani fino alla Grecia meridionale, dimodochè ai Bizantini solo rimase la Tracia. Samuele riconobbe nominalmente l’autorità dello zar Boris II e poi del fratello di questi Roman, che erano riusciti a fuggire da Costantinopoli, e solo nel 997 alla morte di Roman senza eredi assunse direttamente il titolo di zar. A Costantinopoli nel frattempo nel 976, morto Giovanni, aveva assunto il governo effettivo il legittimo rappresentante della dinastia macedone, Basilio II, che nel suo lungo regno si sarebbe dimostrato tra i più grandi, se non il più grande, di tutti gli imperatori bizantini. E Basilio aveva in mente due cose: consolidare l’impero ad est, respingendo i musulmani e costituendo una solida frontiera contro di essi, ed espanderlo ad ovest, riconquistando in toto i Balcani eliminando la Bulgaria dalle carte geografiche. Mentre la guerra ad est, se pur coronata da successi, non fu guerra di conquista, spesso attuata dai generali e molto contando sulla collaborazione armena, la guerra ad ovest assunse le caratteristiche di lotta epica, tra due grandi imperi e due fortissimi personaggi. A partire dal 986 Basilio guidò quasi ogni anno una campagna offensiva contro la Bulgaria, cui Samuele si oppose con estremo vigore anche mediante violente incursioni in Tracia e in Grecia. Le battaglie furono molte e videro esiti alterni: alle Porte di Traiano nel 986 vinsero i Bulgari e Basilio si salvò a stento, a Spercheios nel 997 e a Kreta nel 1004 vinsero i Bizantini. Nel 1014 avvenne l’evento decisivo. Basilio guidò l’armata bizantina come di consueto verso i passi montani che permettevano l’accesso alla Bulgaria occidentale e qui Samuele si fortificò presso Kleidion nella vallata del fiume Struma. I Bulgari costruirono una muraglia di legno contro cui inizialmente si infransero gli attacchi bizantini. Tuttavia Basilio fu in grado di inviare un corpo d’esercito tramite sentieri secondari e prendere i Bulgari alle spalle, facendo collassare la difesa del muro e generando il panico tra le file bulgare. La vittoria bizantina fu completa con un numero enorme di soldati bulgari caduti prigionieri. E qui avvenne il fattaccio ricordato dalla storia: Basilio fece accecare tutti i prigionieri bulgari risparmiandone solo 1 ogni 100, che veniva accecato da un occhio solo. A questi “fortunati” fu dato l’incarico di guidare indietro i prigionieri da Samuele, il quale alla vista dell’orribile destino dei propri uomini fu colto da infarto e morì, il 6 ottobre 1014.

La Bulgaria occidentale sopravvisse faticosamente e debolmente a Kleidion solo 4 anni, quando lo zar Ivan Vladislao, il secondo successore di Samuele, cadde combattendo contro i Bizantini a Durazzo. Basilio aveva raggiunto il suo obiettivo e l’Impero Bizantino tornò ad essere la potenza egemone dell’Europa orientale, incorporando tutto il territorio bulgaro e quindi controllando tutta la penisola balcanica. Basilio II per la sua costanza, la sua determinazione e la sua crudeltà nel perseguire la Bulgaria passò alla storia con il soprannome di Bulgaroctono, l’uccisore dei Bulgari. Il grande imperatore tuttavia non poteva prevedere quando morì tranquillamente nel suo letto nel 1025 che con lui l’Impero Bizantino aveva toccato l’apogeo; malgrado il tentativo di revival sotto i Comneni nel XII secolo dopo Basilio II fu solo una lenta erosione di territorio e di potenza, culminata con la conquista di Costantinopoli da parte dei Crociati nel 1204, dalla quale l’impero non si riprese mai più vivendo come l’ombra di quello che era stato sino al 1453. Anche la Bulgaria avrebbe conosciuto un revival, tra il XII e il XIV secolo con il Secondo Impero Bulgaro, ma anche questo fu solo l’ombra di quello passato.

Per approfondire:

Robert Browning, Byzantium and Bulgaria. A comparative study across the early medieval frontier, Londra, 1975

John V.A.Fine jr., The Early Medieval Balkans, Ann Arbor, MI, 1983

Georg Ostrogorsky, Storia dell’Impero Bizantino (trad.ital.), Torino, 1968

Warren Treadgold, Byzantium and Its Army, 284-1081, Stanford, CA, 1995

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