Battaglia del Guadalete

19 luglio 711 (data incerta)

La perdida de España“, così tutta una serie di scrittori e storici spagnoli chiamarono la famosa battaglia del Guadalete, in cui gli invasori musulmani spazzarono via i Visigoti iniziando quel dominio islamico sulla penisola iberica che si sarebbe protratto sino alla fine del Medio Evo.

Per tutto il VII secolo, dopo aver ultimato la conquista dell’Egitto nel 642, gli Arabi si spinsero a Occidente nei territori allora bizantini del Nord Africa. Ma tale conquista fu per essi tutt’altro che una passeggiata poichè all’opposizione bizantina si aggiunse anche quella delle tribù indigene berbere, che sotto una serie di capi tanto leggendari quanto capaci, furono in grado di infliggere ai musulmani una serie di sconfitte. Alla fine tuttavia gli Arabi ebbero la meglio; Cartagine cadde nel 698 e i Berberi si sottomisero nel 703, dopo la morte della regina guerriera Dihya, accettando il nuovo credo e fornendo nuova linfa agli eserciti califfali. Nel 709 tutto il Nordafrica era sotto il controllo del califfo di Damasco a parte la fortezza di Ceuta, che era ancora controllata da un personaggio che non si sa bene se fosse Visigoto o Bizantino, noto come conte Giuliano.

Al di là dello stretto di Gibilterra stava l’Europa, la prossima preda per l’Islam. La Spagna costituiva allora uno dei tre grandi regni romano-barbarici, quello visigoto di Toledo, costituitosi in Gallia nel V secolo e diventato esclusivamente spagnolo dopo la sconfitta visigota ad opera dei Franchi a Vouillé nel 507. Si trattava di uno stato però in decadenza, in preda a continue lotte intestine tra i nobili per assicurarsi il trono; era uno stato che però nei suoi due secoli di esistenza era riuscito a dare alla Spagna delle leggi, ad unificarla religiosamente sotto la Chiesa Nicena anche se non si era raggiunta un’amalgama delle due popolazioni, quella originaria iberico-romana e quella gotica.

I fatti che circondano la grande invasione musulmana del 711 sono tuttora dubbi e avvolti nella leggenda, con le prime fonti cristiane sull’argomento databili a circa 50 anni dopo e le fonti arabe ancora più tarde. Sembra in ogni caso che per tutto il primo decennio dell’VIII secolo si siano susseguite incursioni musulmane sulla penisola, non molto dissimili da razzie. Nel 710 alla corte di Toledo si ebbe l’ennesimo rivolgimento dinastico, ove il duca della Baetica, Roderico, rimpiazzò in circostanze non chiare il legittimo re Witiza. I sostenitori del re deposto arrivarono a chiedere l’appoggio arabo e il governatore del Nordafrica inviò oltre lo stretto di Gibilterra un comandante berbero recentemente convertito, Tariq ibn Ziyad. Altre fonti sostengono che il governatore cristiano di Ceuta, appunto il conte Giuliano, avesse inviato la propria figlia a Toledo per essere educata e che Roderico l’avesse stuprata, generando così nel padre volontà di vendetta. Sia quello che sia Tariq attraversò lo stretto e sbarcò pressò Gibilterra che da allora, secondo le fonti arabe, fu così chiamata da Jebel Tariq, la roccia di Tariq. Roderico stava combattendo nel nord del regno, nel paese basco, contro le popolazioni locali e a marce forzate raggiunse il sud della penisola per affrontare il nuovo pericolo (C’è una curiosa analogia in questo con Aroldo che corre ad Hastings ad affrontare Guglielmo il Conquistatore dopo la battaglia di Stamfordbridge). Il luogo dello scontro fu forse presso il Guadalete, un piccolo fiume che sfocia nell’Oceano Atlantico presso Cadice; dico forse perchè tanto la localizzazione quanto la datazione della battaglia sono assolutamente incerte, con gli storici tutt’altro che d’accordo sull’argomento.

Quello che è certo è che la sconfitta visigota fu totale. Il fatto che parte dell’esercito fosse in realtà leale al precedente re Witiza e che abbia defezionato è menzionato da alcuni. Re Roderico morì nello scontro con buona parte dei suoi nobili; e come in tutte le società ove l’elemento militare rappresentava la casta dominante la struttura dello stato immediatamente collassò. Gli Arabi dilagarono a nord, conquistarono Toledo, e nel 714 raggiunsero i Pirenei. Buona parte della popolazione ibero-romana li accettò, e i focolai di resistenza gotica furono invero pochi. Da uno di questi nelle montagne del nord, guidato da un certo Pelagio, tuttavia, meno di 10 anni dopo, sarebbe nato il primo regno cristiano e sarebbe iniziata la Reconquista.

Per approfondire:

Roger Collins, The Arab Conquest of Spain 710-797, Londra, 1989

José Orlandis, Historia del reino visigodo español, Madrid, 1988

Norman Roth, The Jews and the Muslim Conquest of Spain, in “Jewish Social Studies, Vol.38/2“, 1976

Luis Suárez Fernández, Historia de España antigua y media, Madrid, 1975

Abd al-Wahid Dhannun Taha, The Muslim conquest and settlement of North Africa and Spain, Londra, 1989

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