1. LE ORIGINI E GLI STUDI
Carlo Guido Mor nasce a Milano il 30 Dicembre 1903. Conseguita la maturità classica a Milano, s’iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pavia, dove sotto la guida di Arrigo Solmi (1873-1944) si laurea l’8 Luglio 1925 con una tesi di storia del diritto romano nel Medioevo. Già durante gli anni universitari si mette in mostra con lavori di filologia lombarda e di storia locale sempre legati all’ambito giuridico che gli permettono di stringere rapporti di collaborazione con maestri della disciplina tra cui Enrico Besta (1874-1952) e Pier Silverio Leicht (1874-1956), di cui nel 1935 sposa la figlia Giuliana. Grazie ad una borsa di studio, nel 1926 è a Parigi dove si occupa della trascrizione di un codice della Bibliothèque nationale. In questa occasione conosce e frequenta lo storico di diritto canonico Paul-Eugène-Louis Fournier (1853-1935). L’attività di ricerca lo porta successivamente a Tubinga, Bamberga, Berlino, Lipsia, Praga e Vienna
2. UNA RAPIDA CARRIERA
Nel 1927 riceve l’incarico di diritto ecclesiastico presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, due anni dopo consegue la libera docenza in storia del diritto italiano. Nel 1932 prende il posto di Giuseppe Ermini (1900-1981) sulla cattedra di storia del diritto nella facoltà di Giurisprudenza di Cagliari, due anni dopo viene chiamato nell’Ateneo modenese dove ricopre la cattedra in precedenza tenuta da Melchiorre Roberti (1879-1961) e Pietro Torelli (1880-1948), oltre a ricoprire la carica di rettore dal 1943 al 1947. Vi rimane fino al 1957 quando viene chiamato a sostituire Aldo Checchini (1885-1973) a Padova, dove conclude la sua carriera accademica nel 1979 con la nomina a professore emerito.
3. IL TARDO ANTICO E L’ALTO MEDIOEVO
Produttore più che prolifico (oltre 600 titoli nei suoi 65 anni di attività), le sue opere si concentrano principalmente in ambito storico-giuridico. È il problema della continuità del mondo tardo romano nell’Alto Medioevo uno dei primi temi affrontati da Mor nelle sue ricerche, tema esplorato nelle edizioni critiche di collezioni canonistiche e romanistiche del periodo compreso tra VIII e XII Secolo. A questi studi si affianca quello dell’opera giustinianea sfociato ne “Il Digesto nell’età preirneriana e la formazione della Vulgata” (in “Per il XIV centenario delle Pandette e del Codice di Giustiniano”, Pavia 1934). Un continuo lavoro di ricerca e studio delle fonti, dove documenta il perpetuarsi in Italia della tradizione romanistica nel periodo compreso tra la Pragmatica sanctio del 554 e la reintegrazione dei Libri legales ad opera dei glossatori. Sempre sulla continuità del tardo romano nell’Alto Medioevo, vanno inquadrate le ricerche sull’evoluzione giuridica nel tessuto storico della vita quotidiana durante la presenza dei Longobardi in Italia. In questi studi analizza l’apporto del popolo dominante sugli ordinamenti politici, civili, ecclesiastici, amministrativi, militari dei secoli VI-VIII. Qui coglie l’evoluzione tra l’elemento latino e quello germanico, passato da scontro a faticoso incontro di mentalità differenti. Colpisce inoltre la capacità di Mor di far propria la lezione di Gian Piero Bognetti (1902-1963) sull’utilità per gli storici del diritto degli studi di archeologia, di storia dell’arte e di storia religiosa, per colmare il silenzio delle fonti documentarie.
4. L’ETÀ FEUDALE
Tra i tanti lavori portati avanti da Mor vanno ricordati gli scritti sui Giudicati sardi e i diritti agrari dell’isola, sui poteri episcopali dall’epoca costantiniana a quella post-carolingia, sull’assetto politico-costituzionale del primitivo Ducato veneziano. Di particolare rilievo sono i due volumi dedicati a “L’età feudale” in cui tratta degli eventi politici italiani tra l’887 e il 1024, ponendo sempre la massima attenzione nell’inquadrare l’organizzazione civile ed ecclesiastica, l’ambiente economico-sociale, la vita artistico-culturale di un periodo segnato dal diffondersi ed evolversi del feudo come istituto consuetudinario del diritto intermedio. In diretta prosecuzione di questo lavoro si colloca “Dalla caduta dell’Impero al Comune“, lavoro inserito nel secondo volume di “Verona e il suo territorio” opera promossa dall’Istituto per gli studi storici veronesi.
5. GLI SCRITTI DI STORIA LOCALE
Autore prolifico come già accennato, si dedica alla storia locale e regionale. Quello che può sembrare un filone minoritario è invece un continuum della sua produzione scientifica, una discesa nel particolare di quegli argomenti trattati precedentemente in modo magistrale. Tra le più rilevanti risaltano le ricerche dedicate alla Valsesia, alla Valle d’Aosta, alle comunità dell’appennino tosco-emiliano. Sono indagini atte ad illustrare avvenimenti politico-istituzionali, fonti normative, aspetti pubblicistici o privatistici di una realtà ambientale culminati nella redazione di statuti e nella pubblicazione di sparsi fondi documentari. In questi studi emerge anche una nuova metodologia di analisi, fatta di conoscenza fisica del territorio e di una redditizia interdisciplinarietà – toponomastica, economia agraria, storia delle tradizioni popolari – già sperimentata in precedenza. In questo filone di ricerche s’inserisce anche lo studio delle università di valle: sono quegli organismi giurisdizionali a struttura unitariamente territoriale, estesi a tutte le località di un bacino vallivo, titolari di aree pascolive e boschive, che pur inquadrate nei comuni rurali, mantengono fisionomia propria. Nel quadro degli studi locali vanno ricordate anche le opere dedicate all’amato Friuli, considerato da Mor come una multiforme realtà etnico-politica, grazie alle diverse vicissitudini ed esperienze storiche, dal Ducato longobardo passando per il dominio territoriale immunitario della Chiesa di Aquileia fino alla provincia veneziana.
Studioso capace di capire l’importanza dell’interazione tra le varie discipline, dimostra una vera passione per il Medioevo e le sue dinamiche. Si spegne a Cividale del Friuli (UD) il 14 ottobre 1990.
6. FONTI
AA. VV., Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 76 (2012), voce “Mor, Carlo Guido”, curata da Giorgio Zordan.