1. LE ORIGINI E LA CARRIERA DA DOCENTE
Giorgio Falco nasce a Torino il 6 Febbraio 1888. Qui nel 1911 si laurea in lettere, sotto la guida di Pietro Fedele (1873-1943), con una tesi in storia medievale su Alfano di Salerno (1015?-1085). Nei successivi tre anni è a Roma presso la Reale Società romana di storia patria dove studia l’evoluzione comunale nel basso Lazio. Fatta eccezione per il periodo 1916-1919 a causa della Prima Guerra Mondiale, dal 1914 al 1930 è impegnato come insegnante negli istituti tecnici di Fossano, Roma e Torino. Proprio nel 1930, vince il concorso universitario che lo porta a succedere a Pietro Egidi (1872-1929) sulla cattedra di storia moderna di Torino. Sono gli anni in cui si avvicina al pensiero di Benedetto Croce (1866-1952) a cui oltre che culturalmente è legato da amicizia nata durante gli anni da studente universitario grazie anche al legame delle rispettive mogli.
2. L’UMILIAZIONE DELLE LEGGI RAZZIALI
Tra i firmatari, nel 1925, del Manifesto degli intellettuali antifascisti redatto dal Croce, Giorgio Falco viene additato come antifascista pur sottoponendosi all’odioso giuramento di fedeltà al regime. Gli serve a poco: nel 1938 viene allontanato dall’insegnamento universitario a causa delle leggi razziali – insieme ai colleghi Santorre De Benedetti (1878-1948) e Arnaldo Momigliano (1908-1987) – «nella più totale indifferenza della sua Facoltà». È un episodio che silenziosamente lo segna per il resto della vita. Trova rifugio a Roma – dove nel frattempo si converte al Cattolicesimo – presso il monastero di San Paolo fuori le Mura. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) viene reintegrato nell’insegnamento universitario, nella scomoda posizione di dover condividere la cattedra dell’ateneo torinese con Francesco Cognasso (1886-1986), subentrato dopo il suo allontanamento per le leggi razziali. Deluso dalla situazione, soggiorna per diverso tempo a Roma, dove inizia l’incompleta edizione del “Chronicon Casauriense” per la ristampa muratoriana.
3. GLI ULTIMI ANNI
Frustrato dalla convivenza forzata col Cognasso, Giorgio Falco nel 1951 ottiene il trasferimento all’ateneo di Genova, dove insegna sino al 1954 storia medievale e moderna. Torna ad occupare la cattedra torinese per il solo anno accademico 1957-58. Otto anni dopo – ormai fuori ruolo – ottiene la nomina a professore emerito, poco prima di morire il 26 Aprile del 1966 a Torino.
È stato Socio corrispondente dei Lincei nel 1947 e nazionale nel 1949 e Socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino dal 13 Aprile 1953.
4. LE OPERE
Importante professore di storia medievale e moderna, nelle prime opere, legate agli studi sul Lazio medievale e l’evoluzione comunale di quell’area, dimostra una grande capacità di ricerca storica. La monografia “Il comune di Velletri nel Medio Evo (sec. XI-XIV)”, realizzata nel periodo 1913-16, raccoglie i risultati delle ricerche realizzate dal Falco durante il primo anno di perfezionamento presso la Reale Società romana di Storia Patria. Paradossalmente ne viene fuori un lavoro originale su un’area oggetto di contesa per secoli tra Papato ed Impero, ma sbilanciato tra testo (70 pagine) e fonti (320 pagine). Sono due opere successive, influenzate dal pensiero crociano, ad aver acceso l’attenzione sugli studi del Falco: “La polemica sul Medioevo” (1933) e “La Santa Romana Repubblica” (1942).
Il primo è un’analisi del concetto di Medioevo e della sua periodizzazione nella cultura storica europea dal Quattrocento all’Ottocento. “La Santa Romana Repubblica”, lavoro apprezzatissimo dal Croce, è stato scritto nel 1937 ma, a causa delle leggi razziali, vede la luce solo nel 1942 senza il nome dell’autore, bensì come opera di Giuseppe Fornaseri. Solo dopo la Seconda Guerra Mondiale viene pubblicato col vero nome dell’autore. Composta da monografie, conduce Falco a concludere come «l’Europa sia nata su base cristiana e romana».
Da ricordare inoltre il saggio “La vita portovenerese nel Duecento” (1952) e la collaborazione con Geo Pistarino (1917-2008) per la realizzazione nel 1955 de “Il cartulario di Giovanni Giona di Portovenere (secolo XIII)”.
5. FONTI
AA. VV., Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, I Appendice (1938), voce “Falco, Giorgio”.
AA. VV., Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, Il Contributo italiano alla storia del Pensiero – Storia e Politica (2013), voce “Falco, Giorgio” di Grado Giovanni Merlo.
AA. VV., Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 44 (1994), voce “Falco, Giorgio”, curata da Girolamo Arnaldi.