1. LE ORIGINI E I PRIMI PASSI NELL’INSEGNAMENTO
Nato a Bergamo il 1 Luglio 1879, Carlo Capasso è figlio d’arte, alla luce dei due saggi storici del padre Gaetano su Paolo Sarpi (1552-1623) e il calabrese Antonio Jerocades (1738-1805). Dopo la laurea nel 1900, inizia l’insegnamento medio in varie città tra cui Noto. Da questa esperienza nasce lo scritto di argomento pedagogico “Il problema educativo e la necessità dei convitti” (1895).
2. LA VOCAZIONE PER GLI STUDI DI STORIA MEDIEVALE E MODERNA
La vocazione per gli studi storici si manifesta già nel 1901, quando si occupa dell’area bergamasca nel periodo medievale nelle opere “Nuove notizie storiche su Armaciotto dei Ramazzotti” (1901) e “Il Pergaminus e la prima età comunale a Bergamo” (1906). In questa seconda opera parte da un poemetto di Mosè del Brolio (XII Sec.?) per illustrare la nascita delle istituzioni comunali di Bergamo. Altro lavoro sul tema è “La Signoria viscontea e la lotta politico-religiosa col Papato” (1908). Nello stesso periodo si avvicina allo studio dell’Età Moderna, da cui scaturisce l’opera “La politica di Paolo III e l’Italia” (1901). In questo rigoroso lavoro, basato su vastissime fonti, analizza l’attività politica e diplomatica del pontefice di casa Farnese. Accanto alla produzione storica, continua l’impegno come uomo di scuola alle esigenze della didattica. Due anni prima dello scoppio della Grande Guerra, a cui prende parte, consegue la libera docenza.
3. L’INSEGNAMENTO UNIVERSITARIO E L’AVVICINAMENTO AL FASCISMO
Nei primi anni Venti del XX Secolo arricchisce ulteriormente, grazie ad anni di ricerca in archivi e biblioteche d’Europa, il suo Paolo III. Nel 1926 viene ammesso alla scuola di storia moderna di Roma, diretta da Giocchino Volpe (1879-1976), dove rimane fino al 1928. Prima di completare questo percorso di studi, pubblica lo studio “La Polonia e la guerra mondiale” (1927), opera a cui fa seguito nel 1932 “L’Unione Europea e la Grande Alleanza del 1814-15”, in un progetto legato ad una grande opera sulla Restaurazione. Sempre nel ’32 va segnalato il saggio su “Barbarossa e Carlo V”. Subito dopo gli studi romani diventa professore di storia moderna nella facoltà di scienze politiche di Perugia. Il suo avvicinamento alle idee fasciste si può riscontrare già nelle opere a fini didattici, oltre che nel sempre più vivo interesse per la storia moderna e contemporanea, dove è evidente il fine propagandistico: “La nazione italiana dall’età moderna all’era fascista” (1930) e “Le nazioni moderne dall’età napoleonica all’era fascista” (1930).
In questo periodo collabora alla stesura di alcune voci della nascente “Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti” edita dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani degli Alfieri (1877-1961).
4. UN ULTIMO INCARICO
Negli ultimi anni della sua vita, Carlo Capasso subentra a Michelangelo Schipa (1854-1939), anche a causa della rinuncia di Pietro Silva (1887-1954), nella cattedra di storia medievale e moderna alla facoltà di lettere dell’università di Napoli. È una brevissima parentesi. Un male contratto durante il primo conflitto mondiale ne causa la morte a Napoli il 2 Maggio 1933.
5. FONTI
AA. VV., Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto per l’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, Volume 18 (1975), voce “Carlo Capasso”, curata da Guido D’Agostino (n. 1942).
AA. VV., Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, Istituto per l’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, voci varie.