Papa Silvestro II (parte I) – Gerberto d’Aurillac (anni 952-995)

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Figure non meno importanti degli uomini e delle donne della dinastia sassone furono i pontefici che si succedettero durante il regno dei vari sovrani. Alcuni di costoro contribuirono al consolidamento del potere degli Ottoni e questi ultimi poterono giovarsi del “Privilegium Othonis” voluto proprio da Ottone I (912-973) all’indomani della sua incoronazione a imperatore del Sacro Romano Impero, nel 962, per garantirsi uomini di fiducia sul soglio di Pietro.

Il “Privilegium” consentiva l’elezione del pontefice da parte dei romani, cui il sovrano dava poi il proprio benestare, ma Ottone III si era spinto anche oltre le intenzioni del nonno, scegliendo personalmente per ben due volte i pontefici, entrambi di nazionalità straniera e fedelmente legati alla famiglia sassone. Questi furono Brunone di Carinzia (972-999), cugino di Ottone III, Papa col nome di Gregorio V, e Gerberto d’Aurillac, Papa col nome di Silvestro II.

Gerberto d’Aurillac (940/950-1003), originario di Belliac, nell’Alvernia, nacque in un’umile famiglia di cui si conosce poco.

Intorno ai dodici o tredici anni era entrato nell’abbazia d’Aurillac dove potè fin da subito mostrare acume e intelligenza.

Formatosi negli studi del trivio e del quadrivio, Gerberto venne a contatto anche con la cultura araba, molto evoluta, quando, al seguito del conte Borrell (†993) che egli aveva conosciuto proprio in Aurillac, giunse in Spagna e conobbe Attone di Vic e la sua scuola di studiosi dediti proprio allo studio della cultura araba.

Al seguito del conte Borrell e di Attone, giunti in Italia per dirimere alcune questioni, egli potè far una buona impressione su papa Giovanni XIII (†972) che lo introdusse alla corte di Ottone I (912-973). Questi apprezzò a tal punto l’acume di Gerberto da farlo diventare precettore del proprio figlio Ottone II (955-983), allora quindicenne. La vicinanza tra i due, maestro e discepolo, durò per due anni circa, fino a quando, nel 972, Gerberto fu chiamato a insegnare a Reims, mentre per Ottone II si preparava il matrimonio con Teofano (958-991).

Negli 8 anni che trascorse a Reims, Gerberto insegnò, si tenne informato, continuò gli amati studi che mai abbandonarono la sua vita, facendosi guidare da quella curiosità che fu una componente importante del suo carattere. Dopo 8 anni egli ritornò in Italia seguendo l’arcivescovo Adalberone di Reims (950-1031?). Qui incontrò di nuovo Ottone II che aveva lasciato ragazzo e ritrovava sovrano intento a mantenere il regno lasciato in eredità dal padre.

Di nuovo, l’acume e la cultura tornarono ad aprirgli la strada per un posto di prestigio.

Durante l’incontro con Ottone II egli infatti aveva dato avvio con il monaco Otrik di Magdeburgo a una discussione sul diverso modo che i due avevano di guardare alle discipline filosofiche e non. La discussione doveva aver avuto un certo effetto su Ottone II, anche egli uomo di cultura, se questi decise di chiamare Gerberto a dirigere a Bobbio l’abbazia voluta da San Colombano (†615).

Incarico di un certo rilievo quello che Gerberto d’Aurillac si apprestava a ricoprire, essendo Bobbio una abbazia molto ricca, ma soprattutto l’abate ne era anche conte e feudatario per conto del sovrano. La permanenza a Bobbio non fu delle più felici per Gerberto: il suo rigore mal si confaceva ad una abbazia in cui il lassismo e la rilassatezza avevano fatto terreno. Lo stesso Pietro Canepanova (†984), in seguito eletto Papa col nome di Giovanni XIV, aveva avuto momenti di attrito con il nuovo abate proprio sulla questione. Alla fine Gerberto fu vittima di calunnie e diffamazioni e, poiché — già straniero in terra straniera — si era sentito isolato, anche a seguito della morte di Ottone II, avvenuta nel 983, egli decise di raggiungere Pavia per incontrarsi con l’imperatrice madre, Adelaide di Borgogna (928/933-999), e da qui proseguire per Reims. Nel 984 egli lasciò quindi l’Italia.

Giunto a Reims, legato alla famiglia sassone che in quel periodo si trovava nella difficile situazione originata dalle brame di Enrico il Litigioso (951-995) sul trono del piccolo Ottone III, Gerberto si adoperò in favore della famiglia, riuscendo a portare dalla loro parte anche Lotario (941-986), re di Francia, marito di Emma (948/950-988) figlia di Adelaide di Borgogna.

Anche a Reims Gerberto d’Aurillac non ebbe vita facile, invischiato nelle vicende relative alla successione al trono di Francia dopo la morte di Lotario e di suo figlio, con Carlo di Lotaringia (953-991/992), fratello minore del defunto sovrano, che tramava per ottenere il trono affidandosi anche all’aiuto offertogli da Arnolfo di Laon (†1021), figlio bastardo di Lotario. Gerberto, insieme ad Adalberone di Reims, aveva parteggiato per Ugo Capeto (940/941-996), favorendo il ritorno sul trono di Francia della dinastia dei Robertingi che aveva già conteso la corona ai Carolingi tra la fine del IX e l’inizio del X Secolo.

La situazione originatasi a Reims anche dopo la salita al trono di Ugo Capeto non aveva risparmiato Gerberto dal patire ascese e cadute in disgrazia che ne minarono anche la salute e per le quali trovò sollievo nei suoi studi. Qui, infatti, egli entrò in disputa con Arnolfo di Laon per l’arcivescovato di Reims, in precedenza promesso a Gerberto proprio dallo stesso Ugo Capeto e poi concesso al rivale. La lotta per l’arcivescovato di Reims in cui, alternativamente, i due rivali ricoprirono tale incarico, fu un episodio drammatico nella vita di Gerberto, che per ben due volte venne scomunicato, una prima volta proprio dal rivale, ed una seconda volta da papa Giovanni XV, contrario alla decisione presa dal sinodo in cui Arnolfo di Laon era stato deposto dalla cattedra di Reims. Arnolfo di Laon potè tornare a ricoprire tale ruolo nel 995.

FONTI

– Keller, H Gli Ottoni una dinastia imperiale fra Europa e Italia (secc X e XI), Carocci editore, 2021

– Thietmar di Merseburg, Cronaca, introduzione e traduzione di Taddei M, presentazione di Ronzani M, appendice di P.Rossi, Pisa University Press, 2018

– Bacchiega, M. Silvestro II il papa mago, Ed Bastoni, 1981

– Milani, M, Arduino e il Regno Italico, Ist. Geogr. Dea, 1988

– Ferdinand Gregorovius, Storia di Roma nel medioevo dall’età carolingia al XI secolo, vol II, ed, Res Gestae, 2016.

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