Quando Luigi XIV stava per gettare alle ortiche la Legge Salica

La Francia è comunemente visto come il paese che più rigidamente di tutti, e più a lungo, ha applicato la famosa legge, secondo la quale:

“Nessuna terra (salica) può essere ereditata da una donna, ma tutta la terra spetta ai figli maschi”

Quando, nel novembre 1316, il piccolo re Giovanni I di Francia morì nella culla dopo appena cinque giorni di vita, lo zio Filippo usò la legge per succedere sul trono al posto dell’altra nipote Giovanna; in tal modo la Lex Salica trovò la sua prima e piena applicazione. Non era al tempo così comunemente accettata, tanto che Filippo dovette convocare gli Stati Generali per farla accettare. Ma da allora rimase e impedì per sempre la successione delle donne al trono. Con la successione nel 1328 di Filippo VI a Carlo IV fu la causa della Guerra dei Cento Anni. Nel 1589, all’estinzione dei Valois, portò sul trono addirittura un protestante, nella persona di Enrico IV (che poi si fece cattolico, ma quella è un’altra storia). Insomma, tutti i sovrani francesi sino alla fine della monarchia con Carlo X si successero uno dopo l’altro sul trono secondo tale legge. Eppure verso il 1660 il grande Luigi XIV fu sul punto di abbandonarla. Perchè ?

Tutti i sovrani francesi dal 987 in poi appartennero alla dinastia capetingia. Questa dinastia nel corso dei secoli si suddivise in vari rami che in momenti diversi della storia regnarono su vari stati europei. Furono capetingi in particolare i Valois e i Borboni, che oggi sono nei loro vari sottorami (Spagna, Napoli, Parma, Orléans) gli ultimi capetingi rimasti (sono capetingi in realtà anche i Braganza ma in via illegittima). Ma furono capetingie (discese dalla linea principale) anche parecchie importanti dinastie feudali che svolsero un ruolo importante nella storia di Francia e nella storia d’Europa. In particolare sono da ricordare:

1. la 1ª Casa di Borgogna, che resse il ducato di Borgogna dal 1032 al 1361. Da questo ramo discesero le dinastie reali portoghesi

2. la Casa di Dreux, che resse la contea omonima dal 1137 al 1345 e il Ducato di Bretagna dal 1221 al 1514

3. la Casa di Courtenay, titolare di varie signorie in Borgogna e dell’Impero Latino di Costantinopoli dal 1216 al 1261

4. la Casa d’Artois, con la contea omonima nel XIII/XIV secolo

5. la 1ª Casa d’Angiò, importantissima nella storia d’Italia per aver retto il Regno di Napoli dal 1266 al 1434 ma anche l’Ungheria dal 1308 al 1395 e la Polonia dal 1370 al 1399

6. la Casa di Borbone, ben conosciuta, titolare del Ducato di Borbone, che nel 1589 ascese al trono

7. la Casa di Valois, che regnò in Francia dal 1328 al 1589 a seguito dell’estinzione della linea capetingia principale, e che ebbe a sua volta due sottorami molto importanti, quello dei Duchi di Borgogna dal 1363 al 1477 (ad essa appartenne Carlo il Temerario) e quello noto come 2ª Casa d’Angiò

8. la Casa di Evreux, che dal 1349 al 1441 resse il trono di Navarra

E’ noto come nel 1589, dopo che i quattro figli maschi di re Enrico II furono morti uno dopo l’altro, la ricerca del successore risalendo l’albero genealogico e poi ridiscendendo il primo ramo non estinto portò ai Borboni, discendenti da un figlio del santo re Luigi IX (1226-1270). E di Borboni maschi in quel momento ve ne erano parecchi, ben otto, in grado di ereditare la corona.

Nel XVII secolo tuttavia questi Borboni non fecero molti figli. I rami di Soissons e di Montpensier si estinsero, quelli di Condé e di Conti produssero eredi maschi solo tardi. Morale della favola nel 1660 il giovane Luigi XIV (22 anni) aveva solo quattro possibili eredi: il proprio fratello, Filippo d’Orléans, il Gran Condé, il figlio di questi e il principe Armando di Conti. I Condé erano il ramo secondogenito dei Borboni e i Conti il ramo secondogenito dei Condé. Malgrado il re fosse giovane e vigoroso (il delfino sarebbe nato nel 1661) quattro possibili eredi per quei tempi erano pochini. E con ragione perchè le morie anche tra i reali potevano sempre arrivare improvvise, come poi avvenne nel 1711-1714.

Si risalì allora l’albero genealogico capetingio, a monte dei Borboni, per trovare la soluzione, e questo si trovò, in ordine di diritto successorio:

1) la Casa d’Artois si era estinta nel 1472

2) la 1ª Casa d’Angiò si era estinta nel 1414 (con il celebre Ladislao di Napoli, “aut Caesar aut nihil”)

3) la Casa di Dreux si era estinta nel 1488

4) la Casa di Courtenay, finalmente, non era ancora estinta. Ma qui nacquero i problemi.

La Casa di Courtenay discendeva da un figlio di re Luigi VI (1108-1137). Era stata titolare di una serie di feudi in Borgogna privi di particolare importanza e solo veniva ricordata perchè nel lontano XIII secolo dei suoi membri avevano retto, senza particolare gloria, l’effimero Impero Latino di Costantinopoli, creato dalla IV Crociata nel 1204 e scomparso con la riconquista bizantina del 1261. I membri della casa rimasti in Francia si erano attribuiti il titolo di principi di Courtenay ma avevano di fatto diviso i propri possedimenti, che in molti casi all’estinzione dei vari rami si erano trasmessi per via femminile ad altre famiglie (la Lex Salica valeva solo per il trono). Ora erano ridotti ad essere dei poveri signorotti di campagna, con i loro feudi di Champignelles, Chevillon, Bléneau e La Ferté-Loupière siti nell’attuale dipartimento francese della Yonne. Alcuni avevano seguito la carriera ecclesiastica, traendone dei modesti benefici. Altri avevano servito nell’esercito e uno era stato un fedele sostenitore di Enrico IV. Ma che questi signori, per nobili e titolari del diritto del sangue che fossero, potessero ascendere alla corona di Francia, apparve subito impensabile. I poveri Courtenay sin dall’inizio del secolo cercarono di ottenere il riconoscimento di “principi del sangue” ma esso fu ad essi sempre negato, attraverso il vecchio metodo di ignorare le petizioni. Infine nel 1661 nacquero il Gran Delfino e l’erede del principe di Conti. Nel 1662 Luigi XIV firmò un trattato con il Duca Carlo IV di Lorena riconoscendo alla Casa di Lorena il diritto di successione al trono di Francia qualora si fosse estinta la Casa di Borbone. La Casa di Lorena, oggi viva e vegeta e notissima con il nome dinastico di Asburgo-Lorena, nulla aveva a che fare con la stirpe capetingia. Ma la ragion di Stato la ebbe vinta, anche su quella che era considerata la più granitica delle leggi di successione.

Ai poveri Courtenay non restò che continuare la loro vita da signorotti campestri. Nel 1714 Luigi XIV, forse spaventato dalla grande moria principesca del 1711-1714, dichiarò che anche i suoi figli naturali avrebbero potuto accedere al trono, una volta estinti i Borboni legittimi. I Courtenay si fecero avanti nuovamente, ma invano; non furono puniti per la loro…insolenza, furono semplicemente ignorati. Il grande Saint-Simon ricordò l’affaire nelle sue Memoires. Ma il tempo dell’estinzione arrivò pure per loro. Con Roger de Courtenay, nato nel 1647, abate di Saint-Pierre d’Auxerre sin da quando aveva 12 anni, questo ramo capetingio caduto nell’oblio si estinse nel 1733.

Per approfondire:

Louis de Courtenay, Protestation de M. le prince de Courtenay et de MM. ses enfans, faite entre les mains du roy, pour la conservation des droits de leur naissance, le 13 de février 1662, 1662

Xavier Hélary, Les Courtenay: la fortune d’une branche de la famille capétienne in Comptes rendus des séances de l’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres, t. 159, no 1,‎ 2015

Alice Saunier-Seité, Les Courtenay, Parigi, 1998

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