Ottone IV di Brünswick (1208-1214)

L’imperatore guelfo

Papi del periodo:

  1. Innocenzo III 1198-1216

Con Ottone IV assistiamo ad una vicenda che resta quasi dimenticata, e sicuramente è ignota ai più: il conflitto tra forse il più debole degli imperatori romano-germanici e probabilmente il più forte dai papi, Innocenzo III, colui al quale è comunemente ascritta la realizzazione effettiva dello Stato della Chiesa.

Al Barbarossa nel 1190 era successo il figlio Enrico VI, un sovrano determinato e spietato che aveva realizzato sotto il proprio scettro l’unione delle corone di Germania, Italia, Arles e Sicilia tentando di ottenere dai principi tedeschi la conversione della monarchia tedesca da elettiva in ereditaria. I principi avevano bloccato questo tentativo di Enrico ed egli era morto molto giovane, a soli 32 anni nel 1197, lasciando quale erede un bambino di 3 anni, il futuro Federico II, che tuttavia non aveva per l’immediato alcuna chance di essere eletto al trono di Germania, pur ereditando la corona di Sicilia. Mentre la maggioranza dei principi tedeschi elesse nel marzo 1198 il fratello di Enrico, Filippo di Svevia, una minoranza, oppositori della Casa di Hohenstaufen, visto lo scampato pericolo, chiamò al trono il giovane Ottone di Brünswick, secondo figlio maschio superstite del grande Enrico il Leone, già duca di Sassonia e di Baviera, della stirpe dei Welfen, che il Barbarossa aveva spogliato dei due ducati. La madre di Ottone era Matilde d’Inghilterra, figlia di Enrico II e di Eleonora d’Aquitania. Determinante in tale elezione fu l’appoggio finanziario del re d’Inghilterra, Riccardo Cuor di Leone, zio di Ottone, nemico giurato degli Hohenstaufen dopo la vicenda della propria cattura e del riscatto sotto Enrico VI. Questo Ottone, nato nel 1175, dopo la caduta in disgrazia del padre nel 1180 era cresciuto in Inghilterra e Normandia, alla corte del nonno Enrico II, e quando fu eletto era estraneo alle cose di Germania. La contemporanea duplice elezione gettò la Germania in una vera e propria guerra civile ove i due contendenti cercarono supporto anche all’estero, con il re di Francia Filippo Augusto immediatamente in soccorso del suo omonimo svevo. Sedeva sul trono di Pietro dal gennaio 1198 un grande nobile romano, Lotario dei Conti di Segni, Innocenzo III, che immediatamente colse l’opportunità offerta dalla lotta in Germania per impedire la riunione della Sicilia alla corona tedesca che avrebbe stretto i territori pontifici in una terribile morsa. Innocenzo quindi nel 1201 riconobbe Ottone come re mentre questi in cambio promise di supportare gli interessi papali, allora in larga parte incentrati sull’assicurarsi il possesso legittimo degli antichi territori matildini. Ottone tuttavia, pur ottenendo l’appoggio esterno dei re di Boemia e Danimarca, pagò la sconfitta che la Francia inflisse all’Inghilterra con la perdita della Normandia. Re Giovanni Senzaterra gli ritirò i sussidi e senza di questi Ottone, privo peraltro di grandi qualità militari, soccombette di fronte a Filippo, venendo abbandonato anche dal papa e costretto a ritirarsi nei suoi possedimenti allodiali nel Brünswick lasciando lo svevo quale re incontrastato. Tuttavia gli venne incontro la fortuna: Filippo fu brutalmente assassinato dal conte palatino Ottone di Wittelsbach a Bamberga il 21 giugno 1208 per ragioni di vendetta privata e a questo punto Ottone rimase unico re, venendo riconosciuto da tutti i principi dopo che ebbe accettato di rinunciare a qualunque pretesa ereditaria sulla corona per la propria casata. Anche Innocenzo III a questo punto lo riconobbe senza indugio impegnandosi a incoronarlo imperatore mentre Ottone promise di rendere alla Chiesa nientemeno che tutti i territori che questa aveva posseduto al tempo di Ludovico il Pio, quindi non solo i beni matildini ma pure la Marca di Ancona, il Ducato di Spoleto e altri territori nell’Italia centrale e meridionale. Sulla base di tali accordi Ottone scese in Italia incontrastato e Innocenzo lo incoronò in San Pietro il 4 ottobre 1209.

Tuttavia lasciata Roma con la corona imperiale Ottone si rimangiò in breve tutte le promesse fatte e gli impegni presi con il papa. Mirando a restaurare l’assoluta autorità imperiale dall’Italia in breve tempo tolse alla Chiesa i territori dell’Italia centrale, investì Roma pretendendo di annullare il Concordato di Worms e mosse con l’esercito nell’Italia meridionale per aggredire il Regno di Sicilia tenuto dal futuro Federico II sotto la guardiania proprio di papa Innocenzo. La reazione del pontefice fu netta e immediata e Ottone IV fu prontamente scomunicato il 18 novembre 1210. Non solo. La nobiltà germanica cominciò a rumoreggiare e in breve, con l’appoggio del papa e i denari del re di Francia si arrivò all’elezione di Federico quale re di Germania in opposizione a Ottone alla Dieta di Norimberga del 1211.

Il povero Ottone realizzò in breve quale disastro andava profilandosi e cercò di fare marcia indietro, sottomettendosi al papa e implorandolo di levargli la scomunica. Ma fu tutto inutile perchè Innocenzo ormai aveva già riconosciuto il rampollo Hohenstaufen.

Ottone ritornò precipitosamente in Germania ma trovò un paese che ormai in larga parte appoggiava Federico, che da parte sua entrò in Germania con un esercito nell’autunno 1212. La contesa divenne in breve internazionale poichè l’appoggio di Filippo Augusto a Federico fece sì che Giovanni Senzaterra si stringesse ad Ottone con il proposito di attaccare la Francia. Alla coalizione anglo-imperiale si unirono anche parecchi importanti feudatari, i duchi di Brabante, Lorena e Limburgo e i conti di Fiandra, Boulogne e Olanda, tutti mossi dalla comunanza di interessi economici con l’Inghilterra. Ottone entrò con le proprie forze in Fiandra, si riunì con i locali contingenti feudali e con alcuni contingenti inglesi e mosse per invadere la Francia da nord, mentre Giovanni Senzaterra la attaccava dall’Aquitania. Ma a Bouvines, una località vicina all’odierno confine franco-belga, il 27 luglio 1214, in una delle battaglie più importanti del Medioevo, l’esercito coalizzato fu sconfitto decisamente da quello francese: Ottone IV fuggì ferito abbandonando sul campo le insegne imperiali mentre i due conti di Fiandra e Boulogne furono fatti prigionieri. Re Giovanni, vista la mala parata, rinunciò alle proprie velleità di rivincita e tornò indietro, giusto in tempo per iniziare quella lotta con i baroni che in breve avrebbe portato alla Magna Charta.

Ottone si rifugiò nei propri possedimenti allodiali nel Brünswick mentre Federico II inaugurava il suo regno. Fu assolto dalla scomunica ma non giocò più alcun ruolo politico. Quattro anni più tardi, il 19 maggio 1218, morì dimenticato e abbandonato da tutti nel castello di Harzburg. Di questo imperatore solo quasi si ricordano i terribili dettagli della sua morte, così come descritti da Ernst Kantorowicz nella sua celebre biografia di Federico II “Questo imperatore, l’unico di stirpe guelfa, era destinato a morire sull’Harzburg, a soli trentasei anni, cacciato dal trono, in una lotta orribile, buttato a terra da un abate, e costretto a confessare i propri peccati fra una turba di preti che lo sferzarono a sangue, a morte.” (continua)

Per approfondire:

Jacob, Ernest F., Innocent III, in “Cambridge Medieval History”, Vol.6, Cambridge, 1929

Kantorowicz, Ernst, Federico II Imperatore (trad.ital.), Milano, 2000

Poole, Austin L., Philip of Swabia and Otto IV, in “Cambridge Medieval History”, Vol.6, Cambridge, 1929

Poole, Austin L., Germany in the Reign of Frederick II, in “Cambridge Medieval History”, Vol.6, Cambridge, 1929

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