La malvagia regina di Francia

Così fu tradizionalmente reputata dalla storiografia, almeno sino alla fine del XX secolo, l’unica Wittelsbach diventata regina di Francia. La sua rimase per lungo tempo l’immagine di una donna bellissima ma crudele e dissoluta, dedita ai piaceri della vita e totalmente irresponsabile nella gestione degli affari di stato, di cui il destino la rese partecipe in seguito alla pazzia del marito.

In lei scorreva sangue italiano. Era nata verso il 1370 da Stefano III, duca di Baviera-Ingolstadt e da Taddea Visconti, figlia maggiore del terribile Bernabò. Giovanissima nel 1385 sposò il re di Francia Carlo VI e subito apprezzò la vita dissoluta della corte parigina del tempo, ove la nobiltà, ebbra di ideali cavallereschi si dilettava tra feste e tornei di ogni tipo, in un ambiente magistralmente descritto da Barbara Tuchman e cantato da Froissart. Il matrimonio tra lei e il giovane, cavalleresco sovrano, andava bene ed era stato già allietato da parecchi figli quando il re, nel 1392, manifestò i primi segni di insanità mentale, che lo obbligarono periodicamente a delegare ad altri la gestione degli affari di stato. Ma ciò portò Isabella ad entrare nel consiglio di stato e le diede un potere altrimenti insolito per una regina medievale. Intorno al re si scatenò una sordida lotta per il potere, ove i protagonisti, oltre alla regina, furono gli zii di Carlo, duchi di Borgogna, d’Angiò e di Berry, ed il fratello, il bellissimo Luigi duca d’Orlèans, di cui Isabella divenne l’amante. Alla fine nel 1407 il duca Giovanni di Borgogna, poi detto Senzapaura, fece uccidere Luigi d’Orlèans da alcuni sicari in un vicolo parigino, scatenando in tutto il paese la terribile guerra civile tra Armagnacchi (sostenitori del duca ucciso) e Borgognoni. Isabella cercò di barcamenarsi tra le fazioni ma il comportamento della nobiltà e della corte disgustò i parigini, angariati altresì da una tassazione vieppiù crescente per sostenere una corte sempre più spendacciona e dissoluta. La situazione precipitò nel 1415 quando Enrico V, re d’Inghilterra, invase il paese e travolse la tronfia e presuntuosa nobiltà francese nel bagno di sangue di Agincourt. Seguirono vari eventi, durante i quali, con il pazzo Carlo VI sempre testimone impotente sullo sfondo, due delfini di Francia morirono successivamente e l’ultimo, Carlo, futuro Carlo VII, appoggiandosi al partito Armagnacco arrivò ad imprigionare la madre. La regina fu liberata dai Borgognoni che nel 1418 presero Parigi massacrando gli Armagnacchi ma il tradimento capitale di Isabella verso la Francia stava ormai maturando. Il delfino Carlo alla fine fece assassinare Giovanni di Borgogna al ponte di Montereau nel 1419 e i Borgognoni si buttarono con Isabella dalla parte degli Inglesi. Si arrivò all’infame trattato di Troyes del 1420 in cui Isabella concesse a Enrico V in sposa la propria figlia Caterina venendo riconosciuto Enrico erede del povero Carlo VI in spregio ai diritti del delfino. Accadde poi che Enrico V premorì a Carlo VI nello stesso anno 1422 e il neonato, l’infelice Enrico VI, divenne re d’Inghilterra e di Francia. Isabella visse in seguito sempre nella Parigi occupata dagli Inglesi, e da qui assistette all’epopea di Giovanna d’Arco, la cui purezza virginale fu portata ad esempio in contrasto all’empietà della regina, e alla riscossa francese di Carlo VII. A Parigi Isabella morì, detestata quasi da tutti, il 24 settembre 1435.

Per approfondire:

Marie-Veronique Clin, Isabeau de Bavière : la reine calomniée, Parigi, 1999

Richard C. Famiglietti, Royal Intrigue : Crisis at the Court of Charles VI, 1392–1420, New York, NY, 1986

Marcel Thibault, Isabeau de Bavière, reine de France : la jeunesse, 1370-1405, Parigi, 1903

Jean Verdon, Isabeau de Bavière : la mal-aimée, Parigi, 1981

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