Il 9 giugno 1611 la contessa Silvia Visdomini di Fontanellato fu oggetto di un attentato mentre si trovava presso i genitori a San Maurizio presso Reggio Emilia, La contessa sopravvisse mentre la madre, Ginevra Scaiola, morì per le ferite riportate. Il padre della contessa, conte Ippolito Visdomini di Sarzano, denunciò per tentato uxoricidio il marito della contessa, Alfonso II Sanvitale, conte di Fontanellato, uno dei maggiori feudatari del duca di Parma Ranuccio I Farnese. Egli avrebbe fatto uccidere la moglie in quanto invaghitosi di altra donna.(1) Il Sanvitale fu catturato assieme ad alcuni suoi servi, tra cui Onofrio Martani e Oliviero Olivieri: interrogati sotto tortura questi due ammisero non solo il tentato uxoricidio ma anche il fatto che il conte fosse implicato in una vasta congiura nobiliare volta ad uccidere il duca e a liberare Parma e Piacenza dal dominio farnesiano.(2) Il duca Ranuccio vide in ciò l’opportunità di disfarsi dei feudatari e di appropriarsi dei loro domini. Fu incaricato delle indagini il nobile piemontese Filiberto Piossasco e furono arrestati, tra il settembre 1611 e il febbraio 1612, i maggiori feudatari del ducato: Pio Torelli, conte di Montechiarugolo, Gerolamo Sanvitale, conte di Sala con suo figlio Gianfrancesco, l’ormai anziana Barbara Sanseverino, madre di Gerolamo con il secondo marito Orazio Simonetta, conte di Torricella, Giambattista Masi, conte di Felino, Girolamo da Correggio, conte di Correggio e il conte Teodoro Scotti di Piacenza. Pare tutti siano stati sottoposti a tortura ed abbiano ammesso le proprie colpe con l’eccezione di Teodoro Scotti, che morì in carcere nel dicembre 1611. Tutti furono condannati a morte per decapitazione con l’eccezione del Correggio che fu rinchiuso a vita nella Rocchetta di Parma. Il sabato 19 maggio 1612 tutti gli altri furono decapitati pubblicamente nella piazza del mercato di Parma; il Martani e l’Olivieri, insieme ad altri, non essendo nobili, furono impiccati. Il duca incamerò i feudi dei giustiziati nel ducato.(3)
(1)Tito Manlio Cerioli, Le opere pie elemosiniere concentrate nell’Istituto Elemosinario (1815) e poi nella Congregazione di Carità di Ferrara: schedatura e cenni sui fondatori (secoli XVI-XIX) su “academia.edu“, s.d.
(2)Federico Odorici, Barbara Sanvitale e la congiura del 1611 contro i Farnesi, Milano, 1862
(3)Gianluca Podestà, Dal delitto politico alla politica del delitto (Parma 1545-1611) in “Complots et conjurations dans l’Europe moderne“, Roma, 1996