Chiavelli

Tommaso Chiavelli(1), ormai settantacinquenne, morì con il figlio Battista, da lui associato al governo di Fabriano, e ad altri dodici membri della famiglia, di cui alcuni ancora in fasce, in quello che fu il più violento eccidio del Rinascimento italiano. La durezza del governo di Battista Chiavelli, l’esempio della vicina Camerino che il 10 ottobre 1434 si era liberata violentemente dei da Varano e forse anche gli intrighi di Francesco Sforza che tentava di conquistare le città della Marca contro il papa Eugenio IV, spinsero un gruppo di cittadini ad un’azione risolutiva per liberarsi di tutta la famiglia dei signori. È stato pure suggerito che dietro l’organizzazione della congiura vi fosse lo stesso Arcangelo di Fiordimonte anima della congiura di Camerino.(2) Il giovedì dell’Ascensione 26 maggio 1435, mentre assistevano alla Messa nella cattedrale di San Venanzio, i Chiavelli, adulti e bambini, furono aggrediti durante il Credo nel momento “et incarnatus est de Spiritu Sancto” e massacrati. Due bambini ancora in fasce furono successivamente uccisi quando dopo la strage fu assalito il palazzo dei signori. Si salvarono solo due membri della famiglia che tuttavia non riuscirono più a recuperare la signoria su Fabriano.(3)

(1)Pier Luigi Falaschi, CHIAVELLI, Tomasso, in Dizionario Biografico degli Italiani, Vol.24, 1980

(2)Matteo Mazzalupi, Il volto del traditore.Documenti per Arcangelo Chiavelli alias Arcangelo di Fiordimonte, 2015 disponibile su Academia.edu

(3)Federico Uncini, L’eccidio del 1435, cronaca di una rivoluzione fabrianese, 2018 in Fabriano storica, con un esteso elenco dei nomi dei congiurati