1. LE ORIGINI E LA FORMAZIONE
Pio Paschini nasce il 2 marzo 1878 a Tolmezzo (UD), in Carnia. È il primo degli undici figli di Daniele Paschini e Caterina Bonitti.
Dopo aver compiuto i primi studi presso il seminario vescovile di Treviso, poi nel seminario arcivescovile di Udine, dove ha come insegnante Giuseppe Ellero (1866-1925), e quindi a Roma, nel seminario dell’Alta Italia, studia diritto canonico all’Università Gregoriana. Rientrato a Udine (1901), è ordinato sacerdote e nel 1906 inizia a insegnare nel seminario udinese come docente di storia ecclesiastica e di diritto canonico. Nel 1907 entra nell’Accademia udinese di scienze, lettere e arti.
2. IL TRASFERIMENTO A ROMA
Nel 1913, dopo essersi messo in luce con una serie di ricerche sulla storia delle origini della Chiesa aquileiese, Paschini è chiamato a Roma per insegnare storia ecclesiastica nel Pontificio Ateneo Lateranense, appena riorganizzato per volontà di Pio X, al secolo Giuseppe Melchiorre Sarto (1835-1914).
Nel 1930 è nominato canonico di San Giovanni in Laterano e nel 1932 rettore dell’Ateneo Lateranense, carica che manterrà fino al 1957. Nominato membro della Pontificia Commissione di archeologia, consultore della Congregazione dei seminari, libero docente di storia moderna all’Università di Roma, pro-custode dell’Accademia dell’Arcadia, a partire dal 1941 partecipa alle iniziative dell’Istituto nazionale di studi romani. Ottenne, inoltre, la direzione della “Enciclopedia cattolica” (1948-1953), opera cui dedica grande impegno e per la quale redige personalmente numerose voci. Nel 1954 ottiene la presidenza del Pontificio Comitato di scienze storiche. Nel 1962, poco prima di morire, è consacrato vescovo titolare di Eudossiade, diocesi del Ponto priva di presenza effettiva del presule.
3. LA PRODUZIONE STORIOGRAFICA
Paschini scrive circa trecento studi tra saggi e monografie, numerose voci di enciclopedia – nel “Dictionnaire d’histoire et de géographie ecclésiastiques”, nella “Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti”, nella “Enciclopedia cattolica” e nella “Bibliotheca sanctorum” – e un numero esorbitante di recensioni sparse tra molte riviste e soprattutto nelle “Memorie storiche forogiuliesi”, negli “Studi medievali”, nella “Revue d’histoire ecclésiastique” e nella “Rivista di storia della Chiesa in Italia”.
Egli inizia l’attività di ricerca ponendosi alla scuola di quei sacerdoti che tra fine Ottocento e inizio Novecento si dedicano allo studio della storia della Chiesa. Nel 1902 il suo primo scritto di peso – una ricerca sulle origini della diocesi di Aquileia – è pubblicato nella “Rivista di scienze storiche della Società cattolica di studi scientifici” diretta a Pavia da don Rodolfo Maiocchi (1862-1924). Qualche anno dopo il gesuita Fedele Savio (1848-1916) gli commissiona la stesura del volume dedicato ad Aquileia per l’opera in più volumi “Gli antichi vescovi d’Italia dalle origini al 1300”, descritti per regioni. Partendo da questo lavoro, redige numerosi saggi apparsi quasi tutti nelle “Memorie storiche forogiuliesi” e poi raccolte in un’opera di sintesi, la “Storia del Friuli” in tre volumi, pubblicati dal 1934 al 1936.
Quando si occupa del Friuli e – più raramente – dell’Istria, Paschini è un medievista puro. Si dedica invece prevalentemente all’Età Moderna nelle ricerche di storia della Chiesa che intraprende dopo essere giunto a Roma, quando comincia a frequentare l’Archivio segreto Vaticano e la Biblioteca Vaticana.
4. GALILEO GALILEI
I risultati delle ricerche di Paschini si concretizzano in numerose monografie, molto documentate. La familiarità con questi temi, oltre all’autorevolezza raggiunta dall’ormai maturo studioso, gli valgono l’incarico di presidente del “Comitato per le celebrazioni del quarto centenario del concilio di Trento” che inizia la sua attività nel 1942. Nello stesso periodo la Pontificia Accademia delle Scienze, presieduta da padre Agostino Gemelli (1878-1959), gli affida la stesura della biografia di Galileo Galilei (1564-1642), un impegno gravoso, perché lo costringe a misurarsi con la storia della scienza, una materia per lui nuova, e perché lo affaccia sul XVII Secolo, cui è meno avvezzo. La pubblicazione dell’opera è tuttavia impedita prima da padre Gemelli, che la ritiene poco opportuna, poi dal Sant’Uffizio che, pur senza trovarvi errori di fede, lascia la questione in sospeso a tempo indeterminato.
Paschini muore a Roma il 14 dicembre 1962 e la sua opera su Galilei sarà pubblicata solo nel 1964, postuma, in occasione del quarto centenario della nascita di Galilei, ma con interpolazioni che smussano le sue valutazioni, talvolta severe nei confronti dell’Inquisizione.
5. FONTI
AA. VV., Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 81 (2014), voce “Paschini, Pio”, curata da Marino Zabbia (n. 1964).
AA. VV., Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, voci varie.